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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. VII
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Carotti, Giulio: Vicende del duomo di Milano e della sua facciata, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0332

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292

GIULIO GAROTTI

Brentano, 1 del Locati, del Nordio, del Deperthes, del Weber, senza intenzione di citarli quali
i più notevoli ed importanti, ma solo per ricordare alcuni dei vari concetti che furono escogitati
per la soluzione del difficile problema.

Si potrebbe discorrere a lungo di ciascuno dei progetti dei quattordici premiati, e studiare i
loro pregi e la loro maggiore affinità e corrispondenza al carattere del duomo di Milano; ma di
questi apprezzamenti che, in conclusione, finirebbero pur sempre per essere d'un'indole troppo
soggettiva, VArchivio storico dell'Arte non può l'arsi interprete; essi sarebbero estranei al suo
compito, che dell'arte contemporanea si limita a registrare gli avvenimenti maggiori. E questa
limitazione del campo dell 'Archivio storico dell'Arte ci appare tanto più opportuna, ed ispirata
ad un giusto rispetto per l'arte, in questo argomento, pel quale lo studio degli annali della fabbrica
del duomo di Milano ci insegna che le generazioni di artisti d'una regione possono succedersi le
une alle altre, può mutare l'ambiente storico, ma sempre l'indole, lo spirito artistico di quella
regione si riproduce identico: ed invero in questo duomo il concetto decorativo, scultorio, in tutte
le fasi della costruzione ed in quelle passate degli studi e delle decisioni sulla facciata (delle quali fasi
lontane si può chiaramente e serenamente giudicare) ebbe sempre il sopravvento sul concetto
architettonico. Ora ad esaminare gli ultimi progetti di facciata in relazione a questo quesito, occor-
rerebbe appunto fosse trascorso quel lasso di tempo che reca seco non solo la serenità ed indipen-
denza del giudizio, ma anche i mezzi per un adeguato giudizio; e precisamente gli stessi annali
ci insegnano ancora come gli artisti sviluppassero nei progetti di facciata il sentimento architet-
tonico della loro epoca, sentimento che spontaneamente veniva poi a subire delle modificazioni
nel pensiero e nel sentimento artistico delle generazioni successive. E la generazione contempo-
ranea ai singoli progetti giudicava forse dei medesimi secondo il vero carattere del monumento
pei quali eran studiati, o non piuttosto secondo il sentimento artistico che in quel tempo aveva il
predominio? Il parere del Bernini informi.

Di un altro argomento meriterebbe ancora tener breve cenno in relazione al divisamente della
radicale trasformazione della fronte del duomo di Milano. Questa trasformazione trae seco la scom-
parsa dalla fronte delle cinque porte e di due delle finestre inferiori laterali, le quali oramai son
già creazioni antiche, creazioni in forte dissonanza con lo stile del duomo è vero, ma in se stesse
grandiose e bellissime opere d'arte, alle quali son legati i nomi dei più chiari artisti, architetti, pit-
tori e scultori che oprarono pel duomo nel xvi e nel xvn secolo. Ma una opportuna idea dell'architetto
Luca Beltrami, idea che fu accolta anche dal giurì del concorso assicurerebbe la conservazione di
queste bellissime porte e finestre. L'arch. Beltrami propose che queste si abbiano a salvare ed utiliz-
zare nella decorazione di una qualche costruzione, ad esempio del campanile del duomo stesso, cam-
panile al quale si dovrà pur provvedere e che egli (vedi i disegni a pagina antecedente) progettò
staccato dal duomo come quello di San Marco in Venezia.

Giulio Carotti

1 Vedi anche la sua pubblicazione illustrata: Concorso Duomo di Milano ; architetto Giuseppe Brentano.
intemazionale di secondo grado per la facciala del Milano, Ricordi, 1888.
 
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