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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. VII
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Nuovi documenti
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Recensioni e cenni bibliografici
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0350

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310

RECENSIONI E CENNI BIBLIOGRAFICI

Il pittore Luca Antonio a Padova

Di questo pittore non abbiamo notizie, ma potrebbe
supporsi ch'egli sia quello stesso ohe nel quadro del
Museo Poldi Penzoli e in altri si firma OPVS LUCA.
Benché alcuni ritengano che quella iscrizione si riferisca
a Luca Signorelli, lo stile smentisco tale opinione.

A. V.

(Archivio di Stato in Modena. Cancelleria Ducale.
Arti Bello. Pittori).

« R.m° ac IH.1™ S.or in questa ora ho receuucto Vna
letcra do la Ill.ma S.-1 nostra per il precoptor Dil Ma-
gnifico messer petro Benho il qual me ritrouo lauoraro
una palla in tuno monesterio De fracti in padua et il
Dicto narome il tucto. Cercha il uognir mio, li Dicti
fracti mano Dacto in fin qui Ducati zento Doro per parte
de dieta hopera he facto podio in fin qui penso che
por il meno sarà il mexe Do Zugno in nancti che sia
conpicta Dieta opera piacendo ot abiaudo Bixognio la
Ill.riia g,a nostra potrà mandare questi tal dinari cho a
quella he poeho Rifaremo in qualche altra Cossa adzio

che i dicti fracti non si possa Dolloro et' ectiam per
ossermo stacto facto la scgurta Di dicti Dinari Colui
Convegniria pagare et subito vegniro sopra la fedo mia
et staro quanto piacerà.

« Ill.mo S.or Ritrouandome in padua fu tolto a sospetto
Dicendo chera uonuto a spiare per Nome di la Si0 nostra
fu alcuni soldacti che me chognobe a ferara et Andorno
Da li prouedadorj et diceno chera familiar de la S.a Vo-
stra subito mi mandorno Dal podestà cho me desono la
Corda il podestà me chognobe per molcti anni me relaso
i provedadori fecono molte parolle cum il podestà Di-
cendo chera staeto Certifficato cho io era familifar] di
I la S.a nostra et si quella sera Contenete, fare più sa-
crificio] che si polle ad zio che non periscila Ala S.;i Vo-
stra Me rieomfando | Valete ADi xxviii Januarij MDX.

« Lucha Antonio pictoro
« familiare Di la Jll.ma [Sta] Vostra in padua. »

(foris) « R.m° ac Ill.m0 Domino Domino Hipolito Sancto
« Lucie in Silice Diaeonus

« Cardinalis estonsis

« foratati »

RECENSIONI E CENNI BIBLIOGRAFICI

Alessandro Luzro - Pietro Aretino nei primi suoi | verisimiglianza la ragiono di questa duratura intimità

anni a Venezia e la corte dei Gonzaga. - Torino,
Loescher, 1888.

Altri e in altri periodici hanno parlato e parleranno
di questo accurato lavoro del Luzio, come studio bio-

adducendone due cause; la prima sarebbe la naturalo at-
trattiva che le generali qualità dell'Aretino, qualità fra lo
quali non ultimo il senso artistico che non fu scarso
nel poeta, dovevano esercitare sul grande artista; l'altra,
grafico e letterario; noi vi andremo solo spigolando quelle j quel mutuo aiutarsi e mettere in comune le proprie forze
notizie ohe hanno qualche importanza por la storia del- e gl'introiti. Nel documento VII in vero, pubblicato dal
l'arte. Luzio, si vede come, per alcuni dipinti mandati al nlar-

Parlando di Pietro Arotino e della corte dei Gonzaga, i cheso Gonzaga, dopo aver avuta la sua parte l'Aretino,
una di quelle corti italiane in cui la letteratura e le arti I insistesse perchè non fosse dimenticato il pittore.

ebbero validi e illuminati protettori, s'interessa ogni cul-
tore della storia.

La prima notizia che possa riguardarci nel lavoro del
Luzio, ò la parte ohe tratta dell'amicizia dell'Aretino col
Tiziano. Dopo molte e fortunoso vicende, l'Aretino si
decido a stabilirsi a Venezia, che per la libertà civile
che vi si godeva, offriva campo di quiete e sicurezza
al violento scrittore.

A Venezia dunque l'Aretino stringe amicizia col Ti-
ziano, amicizia, anzi, cameraderie, dice il Luzio, che
doveva durare per tutta la vita. L'A. spiega con plausibile

Si sa che il Tiziano fece il ritratto del poeta, ma che
esso andò perduto; il Cavalcasene e il Crowo nell'opera
Tiziano, la sua vita a i suoi tempi, hanno creduto elio in
una tela posseduta dal conte Giustiniani di Padova si po-
tesse ravvisare « il primo studio del ritratto dell'Aretino
che fu si accuratamente mandato a Mantova ». Anzi sog-
giungono i biografi «benché abbrunita o guasta dal tempo
e da' restauri, rappresenta senza dubbio le fattezze del-
l'Aretino da giovano, in cui spicca il bel naso aquilino,
l'occhio grande e aperto, la fronto alta e spaziosa, cir-
condata da una foresta di capelli spessi e ricciuti. Sotto
 
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