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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. VIII-IX
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Fumia, Luigi: La facciata del duomo d'Orvieto, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0371

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LA FACCIATA DEL DUOMO D'ORVIETO

(Continuazione e fine, vedi Fase. V-VI)

II.

Costruzione della Tacciata

eli,'Archivio dell'Opera solamente dal 1321 comincia la serie dei
codici che contengono le spese per la costruzione del duomo,
perchè a principiare da quell'anno fu veramente ordinato un
uflicio regolare della Fabbrica Per il tempo innanzi le spese
si segnavano nei libri del comune: e quei libri, se esistevano
in parte fino al secolo passato, oggi non si sa più dove andare
a cercarli, essendo stata inutile ogni mia indagine in tanti
anni che curo il deposito delle memorie cittadine. Quando il
p. Della Valle scriveva la sua Storia del duomo, egli si gio-
vava molto dei registri dell'entrata e dell'uscita del comune
per cavarne ricordi di prime opere eseguite avanti al trecento.
A noi per tutto il tempo anteriore non resta che riportarci
alla storia di lui, studiando i frammenti delle memorie che egli allega. Ne parleremo un poco
più avanti.

Intanto dai documenti per me raccolti risulta che nell'anno 1321 fervevano forte i lavori in
facciata, quasi cominciassero allora allora, benché fin dall'anno 1310 il Maitani avasse il carico di
essa come di tutta la fabbrica, e benché (in da quell'anno fossero prese provvisioni per il trasporlo
dei marmi, i quali non servivano che per la facciata Si può credere che nel 1321 l'edificio
non avesse proceduto molto innanzi, se troviamo di continuo opere di muratore nella parete
davanti. Vi adoperarono il materiale della scogliera vulcanica sulla quale sorge la città. E prefe-
rito il tufo delle contrade della cava presso san Giovanni e della contrada di santa Croce. Con
macigno, macinegno, macinello della valle del Cero, di Riotorbo e di altri luoghi, col travertino
del Botontolo di Porano, oltre le cornici e i cantoni, si fecero leghe e chiavi -. Fornì calce il
territorio di Porano e rena la rupe sottoposta al monastero di santa Croce presso le mura
della città.

I marmi vennero in gran parte da Roma ; in parte dalla provincia di Siena e da Pisa e da
Carrara. Il nostro territorio presso il castello di Prodo offrì i marmi rossi. I signori del luogo
cedettero all'Opera il diritto, che è ancora in vigore, sulla cava.

1 Arch. del Comune, Rif. ad ari. e. 36 t.

" Arch. dell'Opera, Cani. 1321, aprile 12,18; maggio 30.
 
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