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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. VIII-IX
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Gentili, Ettore: San Pietro di Toscanella
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0404

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SAN PIETRO DI TOSCANELLA

an Pietro di Toscanella è chiesa longobarda: solenne nella
grandiosa stupenda sobrietà. All'epoca della prima costruzione
la chiesa misurava m. 35 circa di lunghezza e circa 21 di
larghezza. Aveva, come ora, tre navate ed un'abside sola .;
quattro maestosi archi a tutto sesto (ora sono sei) sostenuti
da pilastri robusti e colonne portavano le altissime pareti della
nave maggiore: un piccolo muro di circa tre (marti di metro
con sedile di pietra, ricorrente tra le colonne, l'ormava la
separazione delle navi. Nel bema un grande arco gittate Ira
la parete interna dell'arco santo, e la parete da cui si stacca
in profondità l'abside, continua l'organismo architettonico e ne
mantiene il collegamento. — Le disianze tra colonna e colonna,
negli archi che dividono la maggiore dalle altre navi, sono
irregolari. Il primo, a cominciare dalla parete dell'arco santo, dal mezzo di una colonna al mezzo del-
l'altra misura m. 4,90, il secondo 4,55, il terzo 4,G0 e il quinto 4,80 : le laccio dei pilastri degli archi
navali nel bema distano una dall'altra m. 5,90: quelle dell'arco santo distano tra loro m. 9,20.

Il santuario o.bema era allo stesso piano della chiesa, ed in esso nessuna divisione delimitava
il presbiterio ed il coro. Nell'angolo formato dall'incontro della parete sinistra della nave maggiore
col muro dell'imponente arco santo fu costrutta la gabbia quadrata di una scala che incomin-
ciando dietro il pilastro dell'arco stesso e girandolo a scoperto per introdursi nella gabbia, saliva
sino ai tetti. Eguale sporto fu cosi rutto all'angolo opposto, per euritmia.

L'ornamentazione robustissima rispondeva nella grandiosa sua semplicità al venusto organismo
del bel tempio: le colonne portano antichi ma ben adatti capitelli romani; su questi gira l'arco,
la cui faccia è formala da due ordini o serie di lunghi conci: la serie inferiore è meno spor-
gente dell'altra, e da essa aggettano, rozzamente robusti, ora cinque ora sei conci a guisa di men-
soloni rudemente squadrati e irregolarmente disposti sotto la seconda serie, dando aspetto di maggior
forza a reggere la sovrastante parete. La quale al sommo è corsa da un ordine di piccoli archet ti
in aggetto dalla faccia del muro, sopportati da leggere colonnine. Nel quarto, ottavo e dodicesimo
archetto è aperta una finestra.

Gli stessi archetti aggettano all'esterno e, ricorrendo tutta la sommità del muro presso al tetto,
formano leggiadro coronamento dando immagine ili nuovo sostegno. Sui muri esterni delle navate
minori ricorrono gli stessi archetti, ma portati da colonnine assai più brevi. Simile è anche il
motivo decorativo dell'abside.

Tale era la chiosa dal settimo all'oliavo secolo: epoca accertata, oltre che dall'intima struttura
architettonica, dalla esistenza in costruzione delle transenne che dividono le navi: divisione che
non si fece più col finire dell'ottavo secolo; e dalla mancanza di cripta o confessione. La chiesa
 
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