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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. X
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Gentili, Ettore: La chiesa di S. Giovanni de' Fiorentini a Viterbo
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0454

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LA CHIESA DI 8. GIOVANNI DE' FIORENTINI

A VITERBO

iovanni Almadiano viterbese, protonotario apostolico, prefetto dei
bollatoli (Praefectus de plumbei) e prelato domestico di papa
Leone X, conobbe, durante certa ambasceria in Alemagna, un ca-
valiere mantovano col quale strinse affettuose relazioni di amicizia.
Il cavaliere venne a morie e all'Almadiano che amorosamente
lo assisteva, disse che non moriva in pace per non aver potuto
compiere un voto fatto alcuni anni prima, di erigere cioè una
chiesa per donarla ai Carmelitani Calzati della Congregazione di
Mantova. Il buon prelato confortò il mantovano, promettendogli
che non appena ritornato in patria, avrebbe egli stesso sciolto il
volo che stava tanto a cuore all'amico. Di fatti nel 1505, a Viterbo, pose mano alla costruzione
della chiesa che dedicò a S. Giovanni e, poiché fu compiuta, verso il 1515 donò ai frati Carme-
litani di Mantova pei quali eresse anche un elegantissimo chiostro.

L'architettura, specialmente del chiostro, si dimostra tale da poter essere con pochissimi dubbi
attribuita a Giuliano da Sangallo. La facciata della chiesa, molto elegante, ha qualche somiglianza
colla facciata di S. Maria del Popolo di Roma; è a duo ordini, e termina con un timpano. Il
primo ordine è diviso in tre spazi da quattro pilastri molto sottili; nello spazio centrale sta l'unica
porta della chiesa. Sovra la porta, nella lunetta, è un gruppo in terra cotta invetriata di Andrea
della Robbia rappresentante la Vergine col Bambino e con due angeli in adorazione. Sono mezze
figure a tutto tondo, notevolissime tra le opere di Andrea per l'eleganza delle movenze e la gen-
tile soavità delle espressioni. Una serie di testine di angioli contorna tutta la curva della lunetta,
che regge una mensola su cui si erge la statua di S. Giovanni. Due altre flgurette di santi stanno
in due nicchie nei due spazi laterali del prospetto. Il secondo ordine del quale ha un solo spazio
limitato da duo pilastri con ai lati l'appendice di due enormi modiglioni baccellati; nella parte
centrale vi è un rosone murato, nelle cui grossezze di muro, che formano uno sguincio esterno,
son dipinti i rombi bianchi e rossi dello stemma di Almadiano. La parte superiore è divisa dal-
l'inferiore da una cornice portante fregio ed architravi! modinato. Alle estremità del cornicione
stanno due angeli colla face, identici nell'atteggiamento a quelli che vedremo poi fiancheggiare la
lapide funeraria dell'Almadiano; in tutto eguali agli angeli che, forse ad imitazione di questi, furono
scolpiti nel 1561 nel deposito di Eduardo Canio che trovasi nel portico di S. Gregorio a Roma.
L'interno della chiesa è a tre navi divise da due intercolumni, portanti ciascuno sei arcate su

Archivio storico dell'Arte. - Anno ii, Fase. X.
 
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