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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. X
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Crescini, Vincenzo: Frammento di una serie d'arazzi nel museo di Padova
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0463

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418

VINCENZO CRESCINt

La scena espressa nel frammento trova riscontro piuttosto nella moderna, che nell'antica re-
dazione del Jourdain de Dlaye. In questa non s'accenna che Fromons venga a Blayu per mare:
nell'altra invece:

Moult fist li quens Górart grant joie et envoisie,
Quant il seut que Fromons, que Damo-Dieu maudie,
L'estoit venus véoir par mer, en sa navie,
Do Bordiaux, sa citò...

« Assai gran gioia fece il conte Girardo allorché seppe che Fromons, cui Dominiddio maledica,
era venuto a vederlo per mare, nella sua nave, da Bordeaux, la sua città....» 1

Inoltre nell'antico poema non vediamo che Fromons sia detto zio di Girardo : così, per con-
trario, è nell'arazzo e nel poema più recente 2. Si dee credere dunque che il tappezziere abbia co-
nosciuta la storia di Giordano, anzi che nella forma originaria, in un rifacimento simile a quello
che ancora ci resta. S'aggiunga che il dialetto, in cui fu rifatto il poema, è il piccardo ;!, e che in
piccardo sono pure i versi dell'arazzo, come ci mostrano tosto, anche senza che si discenda ad una
analisi glottologica speciale, vault — vaut per vout, volt (perfetto ind. 3a pers. sing. di voloir), Blave[s]
della quartina frammentaria, nell'ultimo verso, presso Blaives d'altri due luoghi, se non si tratta mera-
mente d'errore; i possessivi seri, vo, ed altre forme ancora 4. Or bene, l'antico piccardo si estendeva
nell'Artois, nella Fiandra, nell'Hainaut5 ecc., ossia nei paesi, ove ai secoli xrv e xv, com'è notis-
simo, l'industria dell'arazzerla toccò il sommo dell'eccellenza e della fortuna. Nulla pertanto di
più naturale che il tappezziere fiammingo conoscesse la redazione del Jourdain ricomposta . nel
suo dialetto. E si badi che uno dei due manoscritti, che ci han conservato questo rifacimento
piccardo, appartiene alla biblioteca di Tournay.6 Questo vuol dire ben poco, ma può tuttavia susci-
tare l'ipotesi vaga che da Tournay, centro anch'essa dell'industria degli arazzi, possa essere uscita
l'opera, di cui rimane solo questa nostra breve reliquia Poiché, quanto alla fabbrica, anche altre
congetture non sarebbero molto solide: il frammento non ha marca, che ce la indichi; e d'altra
parte, rammentiamo come il Miintz avverta che la storia della tappezzeria non è giunta al punto
da farci distinguere sicuramente le produzioni di una fabbrica da quelle dell'altra, gli arazzi di
Bruxelles, per esempio, da quelli di Arras 8.

Cresciuti in mezzo alla società feudale, figli e interpreti della età loro, i tappezzieri francesi e
fiamminghi avean tutti lo stesso amore agli argomenti epici e romanzeschi. La loro arte, emanci-
patasi dalla soggezione ieratica, oltre le chiese, decorò presto di superbi ornamenti le splendide
sale dei castelli baronali, e secondò il gusto dei signori offrendo a' loro occhi la rappresentazione
figurata di quelle fantastiche leggende, che essi usavano ascoltare con sommo diletto, pendendo
dalla bocca dei menestrelli. L'opera del poeta e quella dell'artefice, il romanzo e l'arazzo si anno-
davano e si compivano. Con gli altri soggetti, che s'attingevano alla larga fonte del ciclo carolingio
e del ciclo arturiano, vediamo così anche questo di Jourdain de Blaye avere inspirato al modo stesso
il troverò e il tappezziere 9. Ghè, oltre il nostro, certo alla storia di Giordano si riferiva ancora

1 Del poema antico vedi vv. 39-63; per l'altro, vedi
Reiffenberg, Version de la legende ecc., cit. Bulletins,
V. 310.

5 Reiffeniserg, ib., p. 312. Tuttavia oltre che biau
nyez, Fromons dico a Gerardo, più vagamento anche:
biaux doux cousins.

3 Vedi Reiffenberg, Version ecc. Bull. V. 304; Hof-
man, op. cit., p. xv. Il romanzo in prosa fu estratto
« d'ung viel livro moult ancien qu'estoit en Ryme et viel
Picart» (DùNLOP-LlEBRBCHT, 1. e).

4 Vedi H. Suohier, Aucassin und Nicolcte, 2 ed.,
Paderborn, 1881, lo studio linguistico, pp. 57 segg. Por
la bibliografia relativa al dialetto piccardo vodi KoertING,
Encyltlopaedie und Metliodologie der Rom. Phil., III.
88 segg.

5 Burguy,(irammaire de la Langue d'oli, 2 ed., I. 17;
Koerting," 1. c.

6 E quello esaminato dal Reiffenberg ; por l'altro,
della Bibl. dell'Arsenale a Parigi, vedi Hofmann, op.
cit., p. xv.

7 Mi sarebbe stato utile vedere so quello dei versi
dell'arazzo sia il dialetto di Tournay; ma non ho ancora
avuto mai fra mano D'Herhomez, Elude sur le dìalecle
Tournaisis au XlIIe siècle. Tournay, 1881.

8 La Tapisserie, 2 od., p. 155.

» Muntz, op. cit., pp. 101, ll'j-20, 121, 150; dello
stosso, La legende de Charlemagne dans l'art du tnoyen
àge, Romania, xiv 338-40; Castel, Los Tapisseries,
2 ed., Paris, 1879, pp. 74-75, 70, 79; Gautier, La Che-
oalerìe, pp. 010-12.
 
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