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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. X
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Crescini, Vincenzo: Frammento di una serie d'arazzi nel museo di Padova
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0465

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420

VINCENZO CRESCICI

fu il palazzo sino da tempi abbastanza remoti'. E giusto infatti imagmare che questa antica e dovi-
ziosa famiglia, nel secolo xv, abbia voluto, secondo l'uso d'allora, coprire di tappezzerie fiamminghe
le pareti della sala maggiore del palazzo. Si sa come i signori e i comuni italiani abbiano accolto
festosamente e favorita con ardore l'industria splendida, ond'era gloriosa la Fiandra, e come non
solo i principi, ma i nobili amassero tra noi lo sfoggio degli arazzi. Fabbriche fiamminghe d'arazzi
sorsero a Ferrara, a Mantova, a Firenze, a Roma, a Perugia, a Modena, a Milano, a Venezia, e
altrove ancora. E da Venezia, senza che si pensi ad una provenienza lontana, a Tournay, come
prima s'è fatto,. potrebbe essere più direttamente venuto ai S. Croce questo lavoro di arazzieri
passati dalla nativa Fiandra su le lagune 2.

Questi pochi cenni m'è piaciuto mettere insieme, secondo il poter mio; altri, che più di me
sia versato specialmente nella storia della arazzerla, e in, quella ancora dei costumi, potrà compire
e correggere la mia illustrazione, di che gli sarò assai tenuto.3

Vincenzo Crescini

l Museo Civico di Padova, Arch. Civ., posiz. n. 5599
del 1835, titolo XIII, I. P. Da' docum. qui raccolti re-
sulta essere stata la famiglia S. Croce proprietaria del
palazzo di via Schiavino almeno fin dal sec. xv. Il pa-
lazzo fu poi comperato dal Comune nel 1835 por collo-
carvi lo scuole pubbliche. Su la antichità e nobiltà della
famiglia S. Croco vedi, por es., Sommario dell'origine
et nobiltà d'alcune famìglie della, città, di Padova com-

posto da M. Giacoi'o Cagna l'adovano. In Padova, ap-
presso Lorenzo Pasquati, M.D.LXXX1X ; p. 53. — A. De
Scalzi, Le famiglie del Consiglio di Padova, Bibl.
civica, ms. B.P. 146, f. 25G r.

2 Su l'arazzerla a Venezia, vedi G. M. Urbani de
Gheltof, Degli Arazzi in Venezia. Venezia, 1878.

3 Intanto ringrazio per gli aiuti, che mi dettero, i
miei amici e concittadini Luigi Rizzoli e Natale Baldoria.
 
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