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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. X
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0474

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MISCELLANEA

429

è una banale contraffazione dell'antico, e quello del-
l'arte del trivio e del quadrivio presenta otto errori
nelle otlo linee d' iscrizioni.

« I costruttori medievali si sono accorti di raro
che ogni nuovo peso accumulato di sopra richiedeva
una resistenza corrispondente di sotto. »

Riguardo al palazzo ducalo di Venezia diremo sol-
tanto elio i suoi fondamenti del secolo xiv sono un
esempio di costruzione solida o perfetta la quale, meno
che pel difetto d'idraulicità nello malte, reggo il con-
fronto coi lavori congeneri dell'epoca romana ; questi
e più antichi fondamenti di altri edifici veneziani mo-
strano anzitutto come fossero adattati alle particola-
rità del sottosuolo, colla diversa natura del quale gli
architetti medievali sombrano essere stati perfettamente
famigliari.

« i" costruttori del palazzo del secolo xiv presero
in tal guisa a prestito, senza alcun sospetto, i fonda-
menti del castello del secolo vm, più semplice e più
leggero. »

Poco sappiamo dei fondamenti del palazzo fortificalo
eretto dai Partecipazio nel secolo IX, fuorché occupava
una linea alquanto in ritiro dall'attuale. La facciata
sul Molo o quella parallela sul cortile intorno furono
erette ambedue nel secolo xiv su fondamenti costruiti
appositamente è formati di vari corsi di pietra d'Istria
basati su d'una piattaforma o zatterone a due strati di
panconi di larice.

siziono di muro laterizio per base dei puntelli adope-
rati nel levare e mettere il pietrame dell'edificio so-
prastante.

II Times conclude notando la fortunata combinazione
per l'arte che l'unità d'Italia si sia compiuta quando
i suoi più venerandi monumenti sembravano tendere
le braccia perchè qualcuno accorresse a conservarli.
Quando però ci si affaccia alla mente di quale irrepa-
rabile danno ai duo fianchi della basilica di S. Marco
o al Fondaco dei Turchi sia stata la ostentata munifi-
cenza della monarchia austriaca, non possiamo che pen-
sare con orgogliosa compiacenza al ridestarsi negli Ita-
liani del sentimento di rispetto pei patri monumenti,
rispetto che s'applica anzitutto al loro valore storico e
artistico e alla loro autenticità.

Naturalmente anche in Italia, come presso altre na-
zioni d'Europa, per giungere al criterio assoluto della
conservazione del patrimonio artistico, si passa por stadi
d'imperfezione i quali possono col tempo acquistare di
per sè un valore storico. Sotto ognuna delle colonne
angolari del palazzo ducale di Venezia furono poste
moneto e scritturo commemoranti la roniozione, o fa
pena il ricordare che ciò avvenisse noi più importante
edificio d'architettura civile elio si conosca, i cui co-
struttori, consci quasi della piccolezza della loro grande
opera di fronte all'idea ch'ossa personificava, non ave-
van lasciato su quella la menoma traccia della loro
individualo personalità. Non converrà mai nò varrà la
pena di sopprimere quei ricordi, ma quanto ai capitelli
e ad altro parti ornamentali le quali coll'essere levate

I Veneziani, prima che avessero esteso i commerci o ,VopOTa produssero una perdita artistica, noi speriamo

il dominio in terraferma, si valevano dei materiali più
facili ad ottenersi, e i primitivi fondamenti sono fatti
di arenaria o di materiale misto tolto dalle mine dello
città romane dell'estuario e posano su tavolami di quer-
cia o di pino e su palafitte di pioppo ecc.

« Dopo un non lungo intervallo la massa del pa-
lazzo cominciò a cedere... Le spaccature e le fenditure
dovute a scorrimento del suolo furono trattate come
se fossero difetti accidentali della pietra... Gli archi-
tetti che vennero consultati fecero passare sbarre di
ferro traverso i capitelli delle colonne. »

ferventemente o auguriamo il giorno in cui quei pre-
ziosi avanzi sian tolti fuori dai magazzini del palazzo
e ricollocati a posto, come fu fatto di recente per alcuni
mosaici della basilica di S. Marco.

I lavori del palazzo ducale di Venezia ci offrono un
esempio del sistema di restauro intermedio fra quello
che tutto ciò eh'è un po' guasto rinnova e quello che
tutto possibilmente conserva.

Dal lato storico o artistico ci possono dare un ammo-
nimento di ciò che sia da evitarsi o da perfezionarsi
nell'esecuzione di tali difficilissimi lavori; ma quanto alla

Questo paragrafo dimostra come un ragionamento j loro esecuzione tecnica, sia che fosso applicata a so-

possa dilungarsi dal vero quando non parto dalla giù- ; stituire pezzi nuovi o a conservare gli antichi, i restauri

sta direzione. Infatti, lo sbarre di ferro sono originali, veneziani in generale e quelli del palazzo ducalo in

e le spaccature nelle pietre furono la conseguenza della ispecie, possono venire citati e additati a modello. Dalla

ossidazione delle sbarre stesse, affatto indipendenti da
qualunque imaginario scorrimento o sprofondamento

grande puntellatura che servi mirabilmente a tutto le
operazioni dol restauro, fino alla trapanatura di grossi

del palazzo nel canale attiguo. II palazzo ducale di Ve- j massi di calcare istriano nei quali furono fatto passare

nozia non ha mai corso pericolo di sprofondamento od ; lo sbarro di ritenuta, fino alla applicazione della sta-

altro di simile; e in ogni caso coi restauri testò com- | gnatura ingrossata por salvaguardare dalla ruggine i

pinti non si sarebbe fatto niente per scongiurare peri- j nuovi tronconi di ferro internati nella pietra fino alla

coli di tal natura, poiché agli antichi fondamenti non si cerchiatura di alcuni capitelli spaccati, fatta con anelli

è tatto alcun robustamonto ma sì bone una sovrappo- j di ramo incassati a caldo sul piano dell'abaco è tutta
 
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