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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. X
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0476
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MISCELLANEA

431

(Arch. d. - rogito sor Joannis Baptiste Brancalupi
vacc. 119 ab an. 1503 ad 1516 c. 15 ult. quad).

1514, 31 maggio. — Stipula un istromento di ces-
sione.

(Ardi. d. -rog. di Pier Cesareo Monconi, pwt dal
1512 al 1520, c. 23).

1515, 7 settembre. — Dipinge la tavola dell'aitar
maggioro di S. Leonardo, rappresentante Maria in trono
in atto di adorare il bambinello elio le sta sui ginocchi,
con angeli che la festeggiano, ed otto santi disposti in
tre ordini; nel superiore S. Giovanni Battista o S. Gia-
como A]>., S. Giovanni evangelista e S. Sebastiano; nel
medio S. Antonio da Padova e S. Elisabetta, S. Lodovico
e S. Chiara ; inginocchiati a piò del trono S. Girolamo
e S. Francesco. Vi è scritto: FRANCISCVS MEL. MONTE
FAL. PIN-XIT ANNO DOMINI MILLESIMO QVINGEN-
TES1MO DECIMO QVINTO DIE SEPTIMA SEPTEM-
BRIS.

1517, ult. di febbraio. — Bonifazio de Cuppis gli
alloga a dipingere una tavola ed una cappella nella
chiesa di S. Illuminata in Montefalco 1 col seguente
istromento: « Dominus Bonifatius do Cuppis do Monte
Falcono sponte otc. dedit et locavit magistro Francisco
Andree Milutii do dieta terra presenti ete. ad depe-
gnendum et orandum unam conam ligneam ac etiam
cappellani ecclesie Sancte Illuminate ex coloribus et
auro finis cum meliori forma qua fieri poterit, et fuo-
mttt concordes do pretio uterquo staro ad iudìtium
duorum peritorum in arto comunitor eligondorum. Qui
dominus Bonifatius promisit et convenit dicto magistro
presenti et stipulanti satisfecero pretium prodietum ad
omne beneplacitum (lieti magistri Francisci, de quo
pretio ci mine dodit et solvit et numeravit dicto ma-
gistro Francisco prosenti etc. unum ducatum auri lar-
gum, prò quibus omnibus obsorvandis otc. ».

(Arch. d. - rog. di Piernicola Morichctti, prot. 8, 1517
ad diem).

1515. — Dipingo l'affresco del terzo altare nella
chiesa di S. Illuminata in Montefalco, rappresentante
quattro santi in piedi che tengono in mezzo nella parte

superiore la risurrezione di Cristo, nolla inferiore........ a.

Vi è scritto: HOC OPVS FECIT PIERI LAVRENTIVS
CAR.OLVS ET FRATER PRO REM (il resto manca)
ANNO DOMINI MILLESIMO QVINQVAGESIMO XV.
FRANCISCVS MELANTIVS P (il resto manca).

1516, 21 gennaio. — Fa quietanza a nomo della
moglie di fiorini 50 lasciati a lei dall'ava Silvostra di
Spoleto.

(Arch. d. - rog. di Pier Cesareo Monconi prot. dal
1512 al 20, c. 23).

1 Non trovandosi avanzi di questi dipinti, ed avendo appreso
da un atto dello stesso notaro Morichetti ohe il De Cuppis circa
due anni dopo averli ordinati, l'u ucciso a Firenze, mi è nato il
sospetto che non sieno stati mai eseguiti.

0 II soggetto è nascosto sotto un barocco paramento di le-
gname. I

1520, 1 e 5 settembre. — Si fa menzione di una sua
figlia per nome Lodovica.

(Arch. d. - rog. di Piernicola Morichetti, prot. 1520
ad dies).

1521, 19 gennaio e 12 aprile. — Idem.
(Rog. cit. prot. 1521 ad dies).

.........Nella chiesina di piazza dipingo in alto Dio

benedicente, sull'altare, la Vergine in trono adorata da
due angeli, col bambino nel grembo che trastullasi con
un cardellino, lateralmente S. Gregorio che celebra la
messa : e S. Girolamo nel deserto. Sopra l'arco che gira
intorno al primo di dotti santi (iscritto: FRANCISCVS
MELANTIVS DE MONTE FALCO PINSIT.

1524, 7 novembre. — Era morto. Il fratello Pelle-
grino prende la tutela del nipote Gian Girolamo e della
figlia Bernardina.

(Rog. cit. prot. dal 1524-29 ad diem).

Adamo Rossi

Alcuno osservazioni critiche a proposito
della iconografìa di Beatrice d'Este e del
pittore Ambrogio de Prodis. — Che l'esperienza
si debba stimare grande maestra dei mortali non era
necessario venisse a dircelo quell'arguto filosofo che fu
Leonardo da Vinci: noi lo proviamo costantemente
nolla pratica della vita. E come negli atti, cosi nei
giudizii, sui quali ci è giocoforza ritornare spesso por
modificare e correggere conclusioni dedotto talvolta da
premosse troppo affrettate e che riescono quindi fallaci.

Questa considerazione a dir vero mi viene suggerita
da due articoletti del sig. Giuseppe Cocova, comparsi
noi numeri di maggio e giugno dall'Archivio storico
dell'Arte, concernenti gli argomenti sovraccennati. Il
suo punto di partenza è la comunicazione della inte-
ressante scoperta fatta dal sig. dott. Guglielmo Bode del
vero ritratto di Bianca Maria Sforza, seconda moglie del-
l'imperatore Massimiliano I di Germania, per cui verrebbe
a rimanere esclusa la possibilità che questa si avesse
a ravvisare sotto le sembianze di quel delicato profilo
femminile che si vede esposto in una tavoletta della
pinacoteca Ambrosiana, quivi celebrata col nome di
Leonardo da Vinci. Coglie poi l'occasione non solo por
confermare all'esimio artista codesto ultimo ritratto,
ma eziandio per accennare alla congettura del dott. Bode,
che vi si abbiano a riconoscere le fattezze di altra ben
nota principessa, vale a dire di Beatrice d'Este, con-
sorte di Lodovico il Moro.

Ora a questo duplico enunciato dell'egregio corri-
spondente panni si oppongano propriamente i risultati
di più matura esperienza.

Che il ritratto dell'Ambrosiana sia opera uscita dalla
mano di Leonardo ora ,cosa credibile in altri tempi,
noi (piali prevalevano idee più vaghe e più generiche;
al giorno d'oggi invece che lo studio di quell'artista,
il più profondo e il più psicologico fra quanti si co-
noscono, ha condotto a più determinato criterio circa
I l'esser suo, non si può persistere in siffatta opinione
 
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