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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. X
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0478

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MISCELLANEA

ricercate il profilo dell'Ambrosiana, per un altro verso
è incorso inavvertitamente in altra inesattezza accet-
tando per opera di Zonale la figura della duchessa
Beatrice a mani giunto, tolta da una grande tavola
della galloria di Brera. — Qui la colpa a vero dire
risale alla Direzione della pinacoteca per la classifi-
cazione illogica, equivoca usata rispetto a questo
come ad alcuni altri quadri. Quando infatti noi leg-
giamo nella cornice assegnato il quadro a Bernardo
Zonale, coll'aggiunta: ora attribuito a Bernardino de'
Conti, ci pare che il senso che avrebbe a ricavarne
ogni osservatore ingenuo sarebbe naturalmente, elio il
vero autore sia lo Zenale, non ostante una proble-

per quella cioè a diro, che alle monti elette viene ad-
ditata dalla scorta fedele dell'esperienza.

Gustavo Frizzoni

Restauro e ricomposizione del toro di
bronzo nel duomo d'Orvieto. — Nel 1853 ca-
deva dal pilastro a destra della facciata del duomo
d'Orvieto il grande toro di bronzo, simbolo di san Luca,
imaginato dal celebre scultore ed architelo Lorenzo
Maitani, che diede il disegno della stessa facciata e del
quale si sa per documenti certissimi che fuso anche
l'aquila, altro dei quattro emblemi coronanti i pilastri
del basamento di essa. Il toro alato di cui parliamo è

IL TORO DI BRONZO NELLA FACCIATA DEL DUOMO D'ORVIETO

matica attribuzione a Bernardino de' Conti. Se non che
mi è noto non essere tale il pensiero del direttore, per
tanti titoli benemerito della pinacoteca, ben sapendo egli
che il dipinto non ha nulla a che faro coll'autore di una
parte della nota pala di Treviglio e dei freschi di
S. Pietro in Gessate a Milano, mentre vi si ravvisa la
mano di un diretto seguace lombardo di Leonardo da
Vinci, che secondo ogni verosimiglianza si può identi-
ficare con Bernardino de' Conti.

Ed ecco come verrebbe a verificarsi mediante un
nuovo esempio il fatto, che nella storia dell'arto ten-
deranno a perpetuarsi lo inesattezze e gli errori, finché
non si proceda per una via più pratica e più sicura,

dunque una delle opere in bronzo più importanti dol
secolo xiv, sia per la larga modellatura unita alla sa-
piente ricerca del vero; sia per la vita che spira nella
testa rivolta da un lato e nel movimento concitato come
se l'animale fosse colpito da qualche subitanea impres-
sione; sia finalmente per la diligentissima esecuzione
di tutti i particolari più minuti, dei peli, delle veno,
delle contrazioni della pelle; diligenza che non nuoce
minimamente all'effetto generale veramente grandioso.

Nella caduta dal sommo del pilastro su cui stava
esso era andato in molti frantumi ; ma venne l'idea di
rimetterlo al posto e si pensò quindi a ricomporlo.
L'opera veramente importante e difficilissima fu ora

Archivio storieo dell'Arte - Anno ii. Fase. X

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