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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. XI-XII
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Venturi, Adolfo: La galleria del Campidoglio
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0488

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LA GALLERIA DEL CAMPIDOGLIO

uesta galleria, celebre più pel luogo ove è esposta che per le rarità clie
contiene, fu t'ondata per l'incremento delle arti belle, dal pontefice Be-
nedetto XIV nel 1749, e grazie all'amore che portava alle arti il suo
segretario di Stato, il cardinale Silvio Valenti Gonzaga. D'allora in poi
subì vicende che la trasformarono d'alcun poco e la ridussero ad una
succursale della galleria vaticana ; ma ancora è dato di riconoscere in
essa principalmente il carattere d'una collezione formatasi nella prima
metà del secolo xvii. Quantunque il pontefice Benedetto XIV compo-
nesse la galleria non solo coi quadri dei marchesi Sacchetti, ma ancora
con quelli dei principi Pio, il nucleo principale appartiene alla fa-
miglia Sacchetti, nome legato alla memoria del Velasquez, di Annibale Carnicci, di Guido Reni, di
Pietro Berrettini da Cortona, del Guercino, di Nicola Poussin, (ice.

I nomi di questi artisti figurano nella galleria capitolina e figurarono già nelle sale del bel
palazzo di via Giulia in Roma, del potente cardinale Giulio Sacchetti, legato a Ferrara dal 1G27
al 1631, poi a Bologna, e nelle grazie dei Barberini e del papa Urbano VIII. Da Ferrara e da
Bologna, ove risedette il cardinale Giulio Sacchetti, provengono gran parte dei quadri della
galleria. Gli artisti di Bologna trovarono in lui un protettore. Di Annibale Carracci il cardinale
teneva otto quadri: un Presepio nella maniera di Bassano, una Madonna su rame, una copia
della Samaritana dipinta pei fratelli Sampieri, una testa di un vecchio in atto di accarezzare un
cane, Sansone afferratosi ad una tigre, il ritratto di un medico con un teschio, S. Girolamo
(mezza figura di profilo), una Sacra famiglia. Di Guido Reni raccolse una Madonna con santi,
abbozzata da Tiziano e finita da Guido; una testa di una Maddalena; S. Cecilia in atto di suonar
l'organo alla presenza della Vergine, del bambino e di santi; una piccola Santa Margherita; una
Maddalena con la croce; una donna con vaso in mano; un'altra con una corona; una testa dell'a-
more dormiente, a carbone e a lapis rosso; il disegno dei Giganti fulminati. Di Alessandro Tiarini
ebbe pure diversi quadri; dell'Albani una Santa Maria Maddalena sollevata in cielo dagli Angioli,
grazioso rametto al dire del Malvasia; del Guercino, Cleopatra ginocchioni innanzi ad Ottavio;
di Elisabetta Sirani, un Salvatore che contempla la passione. Così l'arte bolognese era rappre-
sentata nella casa di un suo mecenate. Uno degli artisti che gli furono più cari fu Guido Reni.
Lo ebbe più volte a commensale, e a lui, d'ordine del cardinale Francesco Barberini per la regina
d'Inghilterra, fece eseguire un'Arianna vantata dal marchese G. M. Grimaldi in un componimento
diretto allo stesso cardinal Sacchetti ; e quando Guido Reni stava per finire i suoi giorni a Bolo-
gna, erano, secondo racconta il Malvasia, ad assisterlo molti cavalieri, fra i quali due diletti, il

Arehieio storico dell'Arte - Anno II. Fase. XI-XII.
 
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