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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. XI-XII
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Gnoli, Domenico: Le opere di Mino da Fiesole in Roma, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0511

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schiacciate di faccia e magari siedute, dove manca la profondità per ottenere gli effetti del rilievo-
Studiato Mino nelle vario sue produzioni, apparisce chiaro come siasi spesso proceduto con falso
criterio nel negargli alcune opere e crederle indegne di lui, perchè goffe e scorrette, senza badare
alle sue qualità caratteristiche, cosi ie buone come le cattive.

Ma questo scultore doveva aver altri pregi veramente insoliti e straordinari se, - riuscendo
con essi a farsi perdonarli la scorrettezza del disegno e la imperfetta conoscenza del corpo umano,
in cui ci apparisce non di rado inferiore ai mediocri dell'età sua, seppe salire in cosi alta estima-
zione presso i contemporanei ed i posteri, ed esercitare nell'arte tanta influenza. E veramente
straordinario è in lui il gusto decorativo, un sentimento di femminilità, di grazia ingenua e quasi

MADONNA E SANTI DI MINO DA FIESOLE
(nella Badia di Firenze)

infantile e l'abilità, la leggerezza, la finezza dello scalpello, con cui ottiene dal marmo eflètfi, quasi
direi, musicali. Anche nella brutta cena d'Erodiade, la decorazione della scena è ben trovata ed ele-
gante, ben aggruppate le figure, scompartite con fino senso pittorico l'ombre e le luci. Egli usa larga-
mente della superiorità che gli viene dall'abilità tecnica del suo scalpello, con cui rende la pesan-
tezza del panno, le ondulazioni della seta, la trasparenza del velo, i fiorami delle stoffe. Non c'è
audacia che lo sgomenti. Gli basta nel bassorilievo la profondità di due o Ire centimetri per ca-
varne ombre nere, scavando il marmo sótto alla superficie, e riducendolo qtìasi un foglio di cartà,
con una ricchezza d'invenzioni e di artifici mirabile. E evidente ch'egli non studia la figura, tulio
intento alla decorazione e agli accessori; e ben dice di lui il Vasari che «fu più graziato che
 
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