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Archivio storico dell'arte — 3.1890

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Fasc. I
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Rossi, Umberto: La Collezione Carrand nel Museo Nazionale di Firenze
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https://doi.org/10.11588/diglit.18089#0037

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LA COLLEZIONE CARRAND NEL MUSEO NAZIONALE DI FIRENZE

in bassorilievo varie scene della vita di Cristo. Vien prima la Natività: su un edilìzio con fine-
stra sta il bambino fasciato e nimbato e dietro a lui spuntano le teste del bue e dell'asino, mentre
Maria e san Giuseppe stanno seduti ai lati colla testa appoggiata alla mano, quasi in atto di dor-
mire; ini sembra questa una forma nuova di tale rappresentazione e degna di studio per chi
porrà mano a illustrare criticamente la collezione Carrand. Segue VAdorazione dei magi: la ver-
gine seduta sotto un albero presenta il bambino ai tre magi, vestiti di tunica e con una specie
di berretto frigio in capo. Le altre scene ci offrono Gesù seduto, "benedicente, entro un orna-
mento a mandorla sostenuto da due angeli; le tre Marie al sejwlero e Vincredulità di san Tom-
maso; nella l'ascia superiore corre un fregio inciso di .carattere orientale; nel fondo v'è una croce
greca. Sebbene l'esecuzione di questo secchio lino sia piuttosto rozza e trascurata, l'assieme non
manca di una certa armonia; le figure son modellate abbastanza bene e in parecchie di esse è
evidente l'imitazione di buoni originali.

Più barbaro d'assai è un altro socchietto da acqua santa, i cui bassorilievi sono talmente informi
da riuscire quasi indecifrabili : a mala pena vi si discernono la Crocifissione e le Marie al
sepolcro.

Proseguendo oltre in questa rapida rivista, noterò una graziosa statuetta d'angelo, mutilata
delle mani e delle ali, riferibile alla scuola dei Pisani; poi, dei primi anni del Quattrocento, un'altra
figurina d'angelo inginocchiato colle braccia protese in atto di reggere una tavoletta ; un santo
a mani giunte, assai caratteristico, e che si appalesa lavoro senese: per ultimo una singo-
lare statuetta di San Michele vestito all'antica con lunghi capelli rialzati sulla fronte e cadenti
dietro le spalle, in atto di trafiggere il drago; posa su una base esagona e si può credere fat-
tura di qualcuno di quei tanti maestri oggi sconosciuti che precorsero il Rinascimento.

Nella seconda metà del secolo decimoquinto l'arte del bronzo prese un grande sviluppo so-
pratutto nell'Alta Italia; a Venezia e a Padova, dopo il soggiorno di Donatello in quest'ultima
città, si formò una scuola numerosa di abili fonditori che dietro le orme del grande fiorentino,
continuarono a produrre, durante quasi un secolo, una quantità di oggetti d'uso comune, nei quali
l'arte si esplicava in tutte le sue forme più belle. Oggi tutti quei bronzi, in cui si manifesta lo
spirito fine del Rinascimento, sono custoditi con gelosa cura nei musei e nelle collezioni; e questa
del signor Carrand, come dissi già più sopra, ne possiede una scelta serie, ricca di pezzi rari e per
la maggior parte conservati superbamente.

Di Andrea Brioschi detto il Riccio, che si può considerare come il più grande maestro che
vanti la scuola di Padova, v'è un satiro seduto che regge sulle spalle una conchiglia e tiene colla
sinistra un'urnetta che serviva per calamaio; modellata francamente in una posa disinvolta, questa
statuetta è una delle migliori cose dell'artista padovano, che ha saputo improntarla con carattere
personale, di guisa che non si può in vermi modo confondere con altre opere simili uscite dalla
sua bottega. A lui attribuisco volentieri anche un'altra statuetta di donna seduta, forse rappre-
sentante l'Abbondanza: è tutta nuda ed ha i capelli ravvolti sul capo all'antica e sormontati da
un diadema; nella destra ha una conchiglia e colla sinistra porta un bambino e una piccola cor-
nucopia ; la modellatura ne è assai accurata e le carni polpute e tondeggianti ci fanno pensare
a quelle donne veneziane che più tardi Tiziano doveva prendere a modello per i suoi quadri; il
bambino poi ha tutto il tipo di quei gemetti che il Riccio ha fatto entrare in molte delle sue com-
posizioni e che non sono altro che i bambini di Donatello ingentiliti.

Sono pure lavoro del maestro 1111 campanello adorno di amorini che sorreggono uno stemma
a cartocci e che ha per manico una statuetta di donna d'epoca posteriore che gli si addice po-
chissimo ; e un mezzo vasetto a due anse su cui sono profusi puttini in atto di sonare, bucrani, masche-
roni, gemetti alati, medaglioncini, fogliami, conchiglie, cornucopie, festoni di fiori e frutta; la descri-
zione non può far comprendere l'ammirabile armonia con cui tutte queste cose sono aggruppate
in una superficie abbastanza ristretta; la sola fotografia potrebbe darne un'idea.

Alla bottega del Riccio spetta una piccola figura di fanciullo seduto che porta una conchiglia
sulla spalla sinistra, eseguito con molta finitezza, ma mutilato disgraziatamente del braccio destro.

Viene ora la serie numerosa dei bronzi del Rinascimento pei quali è difficile assai lo stabilire
se spettino a Padova o a Venezia, tanto sono comuni i caratteri che l'arte industriale ha assunto

Archivio storico dell'Arte - Anno III. Fase. I-II.

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