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Archivio storico dell'arte — 3.1890

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Fasc. I
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Rossi, Umberto: La Collezione Carrand nel Museo Nazionale di Firenze
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https://doi.org/10.11588/diglit.18089#0045
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LA COLLEZIONE GARRAND NEL MUSEO NAZIONALE DI FIRENZE

di non poterne dare per ora notizie particolareggiate essendo tuttora rinchiusa in casse per misura
di conservazione. Basterà solo il dire che quasi tutte le epoche vi sono rappresentate, a partire dai
primi secoli dell'era cristiana, di cui vi hanno alcuni frammenti di stoffe copte, per arrivare sino
al Seicento. Sono specialmente notevoli alcuni campioni di stoffe bisantine a figure e di stoffe arabe
coi conosciuti motivi d'animali affrontati. Il medio evo ed il Rinascimento vi hanno pezzi di grande
valore, specialmente in paramenti ecclesiastici, giacche,vi abbondano le pianete a ricami, i piviali,
le tonacelle, i paliotti, alcuni dei quali sono eccellenti opere d'arte; preziosa è una collezione di
broccati a disegni orientali, usciti probabilmente dalle officine venete sul cadere del Quattrocento;
nè mancano i ricami, fra i quali son degni di nota molti frammenti di indumenti da chiesa a figure
di santi, parecchi saggi di ricami monocromi a punto in croce di stile veneziano, e un grande
tappeto da tavola policromo adorno di aquile imperiali e che sembra sia stato eseguito nelle Indie
portoghesi.

Vanno incluse in questa serie anche alcune borse e carnirolì leggiadramente ricamati nel
secolo decimoquinto e pochi arazzi, dei quali tre di piccole proporzioni spettano all'arte fiamminga
del Cinquecento; uno grande, con un soggetto della favola di Psiche, è riferibile alla prima epoca
della fàbbrica dei Gobelins e due altri in cattive condizioni rappresentano soggetti di storia romana
tratti da romanzi medioevali (in uno v'è l'assalto dato da Tito a Gerusalemme) coi personaggi in
costume del Trecento e con lunghe iscrizioni latine; questi ultimi sono lavoro del secolo decimoquinto.

Armi. — Il signor Carrand fu uno dei più intelligenti e fortunati raccoglitori d'armi e posse-
dette 1111 tempo anche in questo genere degli oggetti del più alto interesse; sembra però che egli
negli ultimi tempi di sua vita abbia trascurato questa serie delle sue collezioni, giacche non vi è
nulla di veramente hors tigne.

Oltre a parecchie armi medioevali provenienti da scavi e corrose dalia ruggine, vi è una bella
spada del Trecento con elsa rivestita di cuoio e pomo di ferro. Del secolo decimoquinto vi sono
alcuni frammenti di un'armatura norimberghese e parecchie celate veneziane, un elmo da giostra
e uno da torneo quasi totalmente rifatto. Mirabili per arte sono alcune lame di spada incise e
damaschinate, che dallo stile delle finissime figurine si possono giudicare senza tema d'errore la-
voro di armaiuoli milanesi. E anche assai bello un elmo da parata veneziano, fatto con una ce-
lata ricoperta di velluto rosso e adorna di rapporti in bronzo cesellato con un leone per cimiero.

Noterò ancora un paio di staffe in bronzo, egregio lavoro francese del Cinquecento, e una
canna da pistola con minutissimi ornamenti all'agemina in oro, che non farebbe torto al bulino del
famoso Gasparo Mola.

Di armi orientali vi sono tre elmi persiani damaschinati in oro e argento, un bel bracciale
e parecchi coltelli birmani con fini lavori in argento a cesello.

Ferri. — È un ramo d'arte che prosperò specialmente in Francia ed è naturale che i
signor Carrand abbia saputo radunarne belli esemplari. I martelli da porta lavorati a figure con
tabernacoli in stile gotico sono forse i migliori oggetti che siano usciti dalle mani degli artisti fran-
cesi e la nostra raccolta ne offre dei saggi splendidi: vi sono anche dei cofanetti, dei frammenti
di cancello, degli ornamenti per mobili di esecuzione maravigliosa. Una piccola serie di chiavi è
importantissima per la bella conservazione e la squisita fattura di ogni pezzo ; ma ciò che per
l'arte ha maggior interesse sono due ferri da carnirolo lavorati all'agemina con ornamenti di
purissimo stile e una placca pure ageminata, con una Pietà, in cui si riconosce la mano di un
artista veneto del Rinascimento.

Sculture in marmo. — Poche e di non molta importanza; un piccolo altorilievo rappresenta
Muzio Scevola e rammenta nel fine lavoro e nelle mosse aggraziate le opere di Agostino Busti;
una Madonna col bambino è un debole saggio della scuola pisana del Trecento. Un tabernacolo
in pietra serena contiene una Madonna col bambino in stucco colorato e sembra lavoro sanese
del secolo decimoquinto.

Vi sono anche alcuni stucchi della scuola del Rossellino, comuni e di non fresca prova; per
ultimo rammenterò un busto di gentildonna in costume del Cinquecento, lavoro poco bello e di
non grande valore.

Dipinti. — Chiudo questa breve rivista colle pitture, parecchie delle quali sono davvero

Archivio storico dell'Arte - Anno III. Fase. I-II.
 
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