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Archivio storico dell'arte — 3.1890

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Fasc. I
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Rossi, Umberto: La Collezione Carrand nel Museo Nazionale di Firenze
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https://doi.org/10.11588/diglit.18089#0046

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UMBERTO ROSSI

degne eli nota per più d'un titolo e non sfigurano al confronto degli altri oggetti d'arte di cui
va ricca la collezione.

Le scuole italiane vi hanno un quadretto con due santi attribuito a Taddeo G-addi; due altri
con scene della Passione di Taddeo di Bartolo; parecchie tavole del Trecento di non grande inte-
resse e un desco da parto col Giudìzio dì Paride riferibile ad un maestro toscano dei primi del
Quattrocento. Una grande tavola d'altare a cinque scompartimenti rappresenta la Vergine fra
quattro santi ed è un buon saggio dell'arte umbra verso la metà del secolo decimoquinto.

I quattrocentisti toscani vi hanno alcune piccole tavole con Sante conversazioni ; ma sono di
molto maggior valore due ritratti di gentildonne in uno dei quali si ravvisa la maniera del Ghir-
landaio, mentre l'altro, dato dal signor Garrand a Piero della Francesca, sembra invece lavoro di
un artista lombardo. Vi è anche un tabernacolo con una Sacra famiglia, che ha tutte le caratte-
ristiche di fra Diamante, V'aiuto e l'amico di fra Filippo Lippi.

Di arte germanica son notevoli una Madonna col bambino che deve attribuirsi alla scuola
di Westfalia del secolo decimoterzo; un bel dittico con una Santa conversazione e la Crocifissione,
di scuola non bene determinata; due tavole rappresentanti martirii di sante, lavoro di maestri ti-
rolesi ; poi mi Andata al Calvario e un dittico o,o\Y Adorazione dei magi e la Crocifissione. Un grande
quadro ove è raffigurata Lucrezia in atto di tra fìggersi spetta con tutta probabilità al maestro
della morte di Maria ; una tavoletta colla morte che insegue la gioventù, porta il monogramma
di Hans Baldung Grùn: finalmente due piccoli tondi nello stile di Luca Granach ci offrono gli
episodii di Gedeone e di Abigaille in atto d'implorare Davide.

I Neerlandesi vi sono con pochi quadri e non tutti di grande merito : sono però degne di nota
una Deposizione che rammenta Quintino Matsys, una riproduzione del Cambiamonete di Marinus
van Roymerswaler colla sua solita firma e una soave Madonnina di accuratissima esecuzione e che
è fra le cose più interessanti della raccolta.

Vi sono persino delle miniature, fra cui una gran pagina di corale, di scuola veronese, messa
entro una cornice a finissimi lavori di pastiglia e parecchi ritrattini del Cinquecento.

Qui la rivista rapida, informe e forse qua e là inesatta è finita: di molti oggetti ho dovuto
tacere, di altri non ho detto che poco; ma quando, fra non molto, la collezione sarà ordinata ed
esposta, altri più competente di me potrà studiare e descrivere con maggior profitto dell'arte e
della scienza i tesori che essa racchiude. A me basta l'averne dato una sommaria idea in questi
pochi cenni, che hanno forse il solo merito della novità e che furono scritti più che per altro,
per dimostrare l'importanza dello splendido regalo che il signor Garrand ha voluto fare a Firenze
e all'Italia.

Umberto Rossi
 
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