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Archivio storico dell'arte — 3.1890

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Fasc. I
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Baldoria, Natale: Monumenti artistici in San Gimignano
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https://doi.org/10.11588/diglit.18089#0072

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00 NATALE BALDORIA

d'ornati a chiaro-scuro con putti sostenenti festoni di frutta con fettuccie svolazzanti, e di mezze
figure entro tondi tra gli archi. Questa decorazione prettamente quattrocentistica risente appunto,
i quantunque ora molto restaurata, del fare del Ghirlandaio, il quale probabilmente ne avrà affidato
l'esecuzione a Piero da Firenze. Il lavoro non fu compiuto nel 1474, poiché si trovano pagamenti
di colori per « dipignere la volta della pieve » anche nell'aprile del 1475; e finalmente nel 1177,
ai 30 di novembre si trova un pagamento (libro cit., fol, 129 r.) « per libbre quattro d'azurro
per lire 8 la libbra et per 500 pezzi d'oro per dipignere le cappelle della pieve ». Nei documenti
liu qui ritrovati non si fa adunque menzione delle pitture per la cappella di Santa Fina, nò in
quello dell'anno 1477 devesi intendere che tra le cappelle a cui esso accenna, sia compresa anche questa,
essendo un'opera a parte di cui forse si sarebbero potuti rinvenire i documenti nel libro
grosso delle spese, ora perduto, alla partita dei I)e Maiano. Siccome il nome di Domenico (Ghir-
landaio) apparisce nel gennaio del 1474 (e deve intendersi il 1475), ò molto probabile che egli,
andato per dipingere la cappella di Santa Fina, abbia poi avuto anche l'incarico di decorare la
volta della nave di mezzo della chiesa; lavoro del quale, siccome abbiam detto, avrà dovuto affi-
dare ad altri l'esecuzione.

I dipinti nella volta della cappella di Santa Fina colle figure in mezzo all'azzurro stellato
de'quattro Evangelisti, d'alcuni Santi e, nei timpani risultanti dagli archi, di sei Profeti, mostrano,
sebbene deturpati dai restauri, 1 uno stile meno largo che non nei dipinti descritti coi miracoli
di Santa Fina; e questi, che pei loro caratteri sono da reputarsi anteriori, non solo all'affresco
della Sistina, ma anche all'Annunciazione del 1482, già accennata, devono essere stati eseguiti
subito dopo quelli della volta della Cappella stessa (incominciata a dipingere forse ai primi del 1471),
e finiti verso lo scorcio del 1475, cioè innanzi che il Ghirlandaio andasse per la prima volta a Roma.2

Un'altra prova ancora più convincente che le due storie di Santa Fina dovevano esser com-
piute già nel 1475, l'abbiamo nell'iscrizione e nella data poste sull'urna della Santa scolpita da
Benedetto da Maiano per esser collocata nella cappella. L'iscrizione finisce così: Miracula quaeris ?
| Perlege quaeparies vivaque signa docent | MCCCCLXXV. La data posta sotto l'iscrizione non fu
riportata riè dal Pecori nò dai Sigg. Crowe e Cavalcasene, perchè, rimossa l'urna (in dal secolo passato
dall'altare di cui formava parte e avendo poscia servito da altare nell'Oratorio di San Giovanni annesso
alla Collegiata, per essere essa a forma di conca con linee curve rientranti, la data restava troppo
sotto e quindi nascosta. Ora l'urna è al suo posto e viene anch'essa a confermare quanto abbiamo detto
intorno all'epoca in cui il Ghirlandaio dipinse nella Cappella, e quindi a mostrare quanto si avvi-
cinassero al vero anche i Sigg. Crowe e Cavalcasene, esprimendo in forma dubitativa il giudizio
(Gcsch. ci. Hai. Molerei, Voi. Ili, pag. 238 e nota 20), che gli affreschi in S. Gimignano mostrano pel
loro stile di essere anteriori a quello della Sistina; poiché il brano dell'iscrizione sopra riportato viene
a significare che già nel 1475 le pareti {paries vi è usato per parìetes) eran dipinte coi miracoli della
Santa. Da quanto siamo venuti esponendo, scaturisce chiara la conclusione che di tutte le opere note del
Ghirlandaio, quelle per la cappella di Santa Fina in S. Gimignano devono considerarsi le prime
per ordine di tempo. Ma, si dirà, come mai giovane ancora, di circa 25 anni, del tutto ignoto come
pittore, fu chiamato Domenico a dipingere a S. Gimignano ? Io suppongo che tra i Bigordi ed i Da

1 Già noi 1832 le pitture subivano un restauro. Al-
l'azzurro in cui campeggiavano le figuro della volta e dei
timpani, fu sostituito il rossole figure stesse furono detur-
pato da ridipinti. Nell'occasione poi dell'ultimo restauro,
fu rimesso il fondo azzurro, ma con una tinta cosi pesante
chele figure hanno perduto tutto il loro valore e sembrano
intagliate colle forbici dalla carta e poi incollate sopra.

~ Dai registri del Platina pubblicati dal Muntz (Les
Arts à In Cour des Papes. Voi. Ili, pag. 89) risulta
che Domenico di Tommaso, cioè il Ghirlandaio, verso
la fine del 1475 trovavasi a Roma e che ebbe 10
ducati per la pittura della biblioteca pontifìcia, che in-

cominciò il giorno 28 di novembre 1475. Non apparisce
che Domenico abbia finito il lavoro, che anzi dal de-
cembre del 1475 al maggio 1476 figura nei pagamenti
soltanto il fratello David, al quale Domenico avrà certo
affidata l'opera incominciata.

Dal 1474 al novembre del 1475, Domenico che do-
veva trovarsi, come vedemmo, a S. Gimignano, poteva,
coll'aiuto di Bastiano Mainardi, come afferma il Vasari,
di quel Piero citato nel documento, e del fratello Da-
vid, aver condotto a termine tanto le decorazioni della
volta della Pieve, quanto le storie collo figure della
Cappella di Santa Fina.
 
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