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Archivio storico dell'arte — 3.1890

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Fasc. I
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Nuovi documenti
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Recensioni e cenni bibliografici
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https://doi.org/10.11588/diglit.18089#0084

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72

tarle a V. S. R.ma et non mi a oferto denari nè cosa
nisuna di darmene, che gli arei presi volentieri : si per
meritarli, si anehor per poser di poi predichar a quelle
signore et ad altri della liberalità, di V. S. 111.ma che
ne spero al fin de l'opera perchè vi piacerano; et fra
viij giorni sarano finite: et con ugni divocione me le
raccomando et le basso le mani. Di Roma alli v fe-
braro 1555.

« 1). V. S. R.

« aff.m0 servo
« Gio. Zacchi scultore »

[fuori) « Al R.m0 et Ill.mo S.r il Car.l Farnese S.r et
pad. mio osser.mo » 1 .

Le medaglie lavorate da Giovanni devono cercarsi
fra le molte del cinquecento che ci riproducono ritratti

di gentildonne e che abbondano nell'opera dell'Armand :
ma uno studio accurato di esse è ancora da farsi e
quindi non si può per ora portarne un giudizio sicuro.

Dopo il 1555 non si hanno più notizie del nostro
scultore, per cui è da credersi che egli non sia sopra-
vissuto di molto. Come opere sue si additano in Bo-
logna un gruppo di terra cotta, colla Vergine, Santa
Maria Maddalena e San Rocco in Santa Maria Mag-
giore, e la tomba di Lodovico Gozzadini, morto nel 1536,
nella chiesa dei Servi.

Se il Bianconi non ha errato nello spoglio dei docu-
menti, Giovanni ebbe anche un fratello, Gabriele, che
deve esser morto molto tempo prima di lui, perchè non
è citato che come aiuto nei lavori delle porte minori
di san Petronio nel 1525.

Umberto Rossi

RECENSIONI E CENNI BIBLIOGRAFICI

Augusto Castan. — La physionomie primitive du Re-
table de Fra Bartolommeo à la cathédrale de Besancon,
retrouvée par Auguste Castan. — Besancon, 1889.

I signori Cavalcaselle e Crowe avevano riconosciuta
la maniera di Mai'iotto Albertinelli in una pittura in
tavola divisa in tre pezzi, posseduta dal museo di Stutt-
gart, rappresentante VIncoronazione di Maria e sempre
stata attribuita a Fra Bartolommeo.2 Il signor Castan
viene col suo diligentissimo studio non solo a confer-
mare giusta l'attribuzione de' signori Cavalcaselle o
Crowe, ma anche a stabilire con sicurissime prove che
quei tre frammenti d'una sola pittura sono la parte
che ancora rimane della Tergine benedetta dal Figlio,
la quale per più di due secoli era stata unita con la
tavola di Fra' Bartolommeo, che ancora s'ammira nella
Cattedrale di Besangon e ne formava come il timpano
di coronamento. Già il Padre Marchese dai libri di
contabilità del Convento di S. Marco aveva ricavato
che Fra' Bartolommeo in compagnia di Mariotto Alber-
tinelli aveva eseguito fra il 1511 e il 29 novembre 1512,
un'opera ordinata e p \gata da un certo « Messer Fer-

1 Questa lettera ha per sigillo uno stemma con un albero si-
mile alla quercia dei Della Rovere, e le lettere I. G; sembra
quindi che il nostro artista si facesse chiamare indifferentemente
Zacchi e Giacchi.

2 Crowe und Cavalcaselle, G esciti elite der italienischen Molerei,
t. IV pagg. 497-41)8.

rino Inghilese », la quale andò in Fiandra. A Mariotto
Albertinelli era toccata la metà del guadagno.

Ora è vero che la Madonna di Fra Bartolommeo
era stata data alla chiesa di S. Stefano, la seconda tra
le cattedrali di Besantjon, da Ferry Caronde'.et, grande
arcidiacono del capitolo metropolitano di quella città;
ed ò anche vero che costui, nato a Malines in Fiandra,
all'epoca dell'esecuzione e del pagamento della pittura
accennata, si trovava colla missione di rappresentare
presso Giulio II l'imperatore Massimiliano e l'arciduca
Carlo; ma dai documenti ritrovati dal signor Castan
tra gli atti del capitolo metropolitano, l'uno del 26
maggio 1518, l'altro del 18 maggio 1519, si viene a
conoscere che soltanto in questo tempo avvenne l'ac-
cettazione della pittura fatta eseguire da Ferry Carou-
delet, e il suo definitivo collocamento nella Chiesa di
S. Stefano di Besangon. Che i documenti pubblicati dal
Padre Marchese, e questi pubblicati dal signor Castan
si riferiscano alla stessa pittura? Il signor Castan aveva
mostrato dapprima, in altro scritto, di dubitarne al-
quanto, poi vennero i fatti a convincerlo che questa
identità doveva essere ammessa. Il nome di Ferrino
Inghilese dato dai documenti italiani non indica un altra
persona, ma è una falsa interpretazione di Ferrico Me-
chlinese o di Malines, com'era appunto il Carondelet;
nè ciò è raro trovarsi nei nomi di qualche straniero che
gli Italiani, avendo per noncuranza male capiti, scambia-
rono o storpiarono a voce e negli scritti con altri aventi


 
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