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Archivio storico dell'arte — 3.1890

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Fasc. I
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Miscelannea
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https://doi.org/10.11588/diglit.18089#0089
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MISCELLANEA

77

L'insiemo architettonico però è assai freddo e contrasta
non poco coll'ardimento costruttivo e con la meravi-
gliosa compattezza di tutta la fabbrica, compattezza
tanto più notevole, in quanto essa ebbe a sorgere in
condizioni statiche difficilissime.

Tuttavia l'edificio è tale che condusse spesso gli
studiosi a dimandarsi chi mai ne fosse stato l'architetto.

Le cronache del tempo ci lasciarono il semplice ri-
cordo che Fulvio Orsini, allora Vescovo di Spoleto, per
erigere quella fabbrica, si valse dell'opera di peritissimi
architetti, chiamati qua a bella posta da Roma. 1 Un
documento però, da me trovato anni indietro, in quella
ricca ed intatta miniera che è l'Archivio notarile di-
strettuale di Spoleto, e che pubblico qui appresso, ci
dice chiaramente che architetto della Madonna di Lo-
reto presso Spoleto, fu Annibale de' Lippi, il figlio di
Nanni di Baccio Bigio scultore fiorentino, rammentato
dal Vasari nella Vita di Francesco detto de' Salviati.

Di Annibale de' Lippi si sa ben poco. Il Vasari dice
soltanto che Francesco detto de' Salviati gli « lasciò
scudi sessanta l'anno in su '1 Monte delle farine, quat-
tordici quadri e tutti i disegni ed altre cose dell'arte» 2
e che Nanni di Baccio Bigio, morendo nel 1569, divise
il suo patrimonio tra Claudio ed Annibale suoi figli.
Il eh. Sig. Bertolotti nel periodico fiorentino Arte e
Storia, 3 potè provare per mezzo di documenti che il
nostro Annibale fu veramente figlio di Nanni di Baccio
Bigio, che ebbe un fratello di nome Claudio, forse an-
ch'esso architetto, che tutti e tre vissero molto a Roma
e furono cittadini remani. 4 Produsse inoltre un testa-
mento fatto da Annibale, a cagione di infermità, il 18
Novembre 1581, in cui è da rilevare la istituzione del
fratello Claudio a suo erede universale e il desiderio
espresso di essere tumulato « nella Chiesa della Trinità
dei Monti, nel sepolcro paterno e materno con la lapide
marmorea. » 5

Ad Annibale non dovettero di certo, far difetto le
buone occasioni per mostrare il suo valore nell'arte,
protetto com'era da cospicui personaggi : delle opere sue
però, fino ad ora, nessuna era indubitabilmente nota
agli studiosi, benché il Titi 0 e dopo di lui molti altri,
abbiano detto e ripetuto che la Villa Medici di Roma
sul Monte I'incio sorgesse sopra suo disegno. La chiesa
spoletina della Madonna di Loreto, quindi, viene ad
assumere una importanza anche maggiore di quella che
pure avrebbe per se stessa e per il tempo in cui fu
innalzata, essendo ora, mercè il documento che vede
oggi la luce per la prima volta, l'unica opera accertata

1 Portalupi op. cit. pag. 50.

2 Vasari, Vite, ecc. Edizione Sansoni, Voi. VII, pag. 40.

3 N. 27, 12 Agosto, 188G.

4 Arte e Storia, N. 27, 12 Agosto 1886.

5 Descrizione delle Pitture, Sculture e Architetture esposte al
pubblico in Roma.

0 La espressione del Portalupi « vi chiamò da Roma peritis-
simi architetti » potrebbe mai ricordare la collaborazione, nel
nostro edilicio, del fratello Claudio1?

del non volgare artista fiorentino, fiorito in Roma nella
seconda metà del cinquecento.

Forse non sarebbe difficile trovare dentro la stessa
Spoleto e nelle vicinanze, altri edifìci da attribuire con
moH,o fondamento al nostro architetto; ma nemmeno è
improbabile che in breve ci sia dato di rinunciare anche
a queste por quanto ragionevoli congetture, poiché se
Annibale de' Lippi o il suo fratello Claudio ebbero a
dar vita, qui nell'Umbria, ad altre opere, qualche docu-
mento dovrà pure irrecusabilmente testimoniarcelo.

Ecco intanto, quello riguardante la Madonna di Lo-
reto presso Spoleto.

« In Dei noie am. In pnti protocollo annotabunt p
me evandru liliu not. publieu de Spoleto et curie epalis
actuariu ad hoc spealr electu et deputatu ab Illmo et
Rmo D Fui uio Vrsino epo spoletino, instrumta. cotractus
spectan ptinentia ad fabrica Beatine Virginis Marie de
Laureto mage Civ. Spoleti ex porta Sci Egli Matthei d
quibus durante t.empor dei mei notariatus, me rogari
coting., sub inctis annis mensib, dieb etc. In quor. fid.
signu meu apposui.

« In Dei noie am. Anno a nat Dui milleso. quingmo.
septuagmo. tertio indictione prima die uo uigesma quarta
mensis Decembris ponts. Smi in Xo. p. et d. n. d.
Gregorij dina providentia pp. xiii anno 2°

« Constit. plr. corani me noto et testibus inctis ad
hec spealr haitis uoca etc. Mgr. Franciscus mri Petri
Caselli de Caronavallis lugan dioc Comen Scarpellinus
non ui dolo etc. sed sponte et ex eius certa scia ac oi
mri modo etc. conduxit seu accepit ab Illmo et Rmo
Fuluio Vrsino Dei, et apea Sedis gra epo Spoleto, et
Mcis dd. Jacofilippo Campello, Benedicto Fontana, et
Mario Romo de Spoleto, ac Mca. Civitat Spolet. ut asser
deputatis m et sup fabrica Beatme Virgis Marie de Lau-
reto nuncupat ex et prope porta Sti Matthei d. Civitatis,
pnsib locanti!) dantib et concedentib ad laboran et co-
landu lapides inseruiendos nuc et prò tempore prò
opera et fabrica supta., Cum inctis obligatbu, pactis,

caplis, et conuentionib, stipulatione bine inde inter-

ueniente et iuramto. uallatis etc.

« In primis si da a esso mro Franco conduttor la
Cava gratis, dumodo qnto più comoda per condur la
pietra alla fabrica, et habbia a far l'esperienza de la
pietra a San Leonardo canto le Turri inter arces nun-
cupat, et quando no sia al proposito non si abbia da
andare più lontano che nel ponte di sanguineta.

« It. se li abbiano a dar Zeppi et piastre et palo di
ferro, mazze, et picconi, et altri ferramenti grossi soliti
darsi in simili cau3 et racconciarli secondo il bisogno.

« It. se li habbiano a dar condutte tutte le pietre che
esso conduttor, et suoi cau^rano, in sul luoco della fa-
brica comodo a poteruessi lauorar, dumodo che siano
sbozzate, et affinate cominciando dal basamento, segui-
tando da mano in mano.

« It. detto conduttor sia obbligato à far lauorar lo
 
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