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Archivio storico dell'arte — 3.1890

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Fasc. II
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Gnoli, Domenico: Le opere di Mino da Fiesole in Roma, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.18089#0118
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106 DOMENICO GNOLI

opera e talora nello stesso marmo si potrebbero credere derivanti dai vari artisti della sua bottega
che lo aiutavano; ma le qualità esclusivamente individuali di Mino risultano talmente da ogni
parte del suo lavoro da non lasciar dubbio del suo intervento diretto nel modello e nel finimento
di esso. Nessun altro poteva imaginare le gambe penzolanti all' infuori, la prospettiva a rovescio,
le sopracciglia rigonfie, le linee taglienti e simili altre caratteristiche, come nessuno possedeva le
grazie ingenue, le delicate sfumature, le finezze vaporose del suo scalpello, di cui l'abilità appa-
risce anche nelle figure decorative e dove è più evidente la fretta dell'esecuzione. Benché non sia
facile farsi un'idea delle relazioni fra Mino e la sua bottega, certo è però che tutte le sue opere
hanno l'impronta della sua singolare individualità. A spiegare nondimeno certi contrasti contem-
poranei nelle sue opere, non credo inutile l'osservazione ch'egli, secondo i diversi lavori, usava
diverse maniere d'arte e pigliava, sarei per dire, un'intonazione diversa: così, p. es., anche in
tempi lontani, troviamo nelle sue figure schiacciate la gamba penzolante e la piega secca ; le figure
ad alto rilievo o tonde posano, se non bene, almeno discretamente; agli angeli riserba le morbi-
dezze e le carezze dello scalpello, e così di seguito. Ricorda in questo que' poeti i quali, secondo
che scrivevano in lingua italiana o latina, sembravano cambiar anima, tanto diverso era il modo
di concepire, di sentire e d'esprimersi nell'una o nell'altra lingua.

Domenico Gnoli
 
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