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Archivio storico dell'arte — 3.1890

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Fasc. II
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Frizzoni, Gustavo: La Raccolta Galliera in Genova e alcuni dipinti antichi a Levanto
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https://doi.org/10.11588/diglit.18089#0131

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LA RACCOLTA HALLI ERA IN GENOVA

E ALCUNI DIPINTI ANTICHI A LE VANTO

i

I

a parecchi mesi avvi a Genova, una novità pregiata da cui
c'è da sentirsi richiamati, quella cioè a dire del lascito
alla sua città natale della raccolta artistica della defunta
Duchessa di Galliera.

Trattasi essenzialmente di una raccolta di quadri di
scuole e di tempi diversi, destinati ad ornare le sale di
uno dei'palazzi della defunta donatrice, il così detto palazzo
bianco in Via Nuova (sopra il Caffè della Concordia).

In attesa che tale collocamento, richiesto per volontà
della testatrice, possa essere eseguito, la raccolta trovasi
esposta momentaneamente nelle spaziose sale dell'antico
palazzo Brignole Sale, noto volgarmente col nome di palazzo
rosso, già da anni con principesca munificenza regalato alla città insieme alla cospicua galleria di
quadri, fra i quali si distinguono i celebrati ritratti di antenati della famiglia, di Ant. Van Dyck,
parecchie tele fra le più maestrevolmente dipinte dei pittori locali, lo Strozzi detto il Cappuccino,
Luca Cambiaso, Valerio Castelli, Gio. Andrea de Ferrari, non che altre vieppiù elevate di coloristi
veneti e bolognesi, quali un Paris Bordone, Iacopo Bassano, Guido Beni, Guercino, Lod. Caracci
ed altri parecchi.

I quadri della Duchessa, provenienti dalla sua abitazione in Parigi e dalla villa di Voltri, che
in parte già ebbero a figurare in Genova nel palazzo rosso, ora vi stanno collocati negli ariosi
ambienti della galleria sopra appositi paraventi collocati provvisoriamente a traverso alle sale me-
desime, in modo da potere essere benissimo osservati ed apprezzati a seconda del loro merito e
della loro conservazione»

II primo gruppo trovasi esposto nella terza sala. Il primo quadro che ci si presenta, un
ritratto di nobile giovinetto a mani giunte, entro un ovale, viene aggiudicato a Paolo Veronese, ma
a vero dire non ha proprio nulla nè nel disegno nè nel colorito che vi faccia riconoscere la
mano del Caliari. Crederei invece che possa essere opera della gentile pittrice Sofonisba Anguissola,
a giudicare dal carattere della tavolozza tendente a certa gradazione rossiccia a lei consueta e dalle
forme aggraziate ed eleganti che, come in altri dipinti dell'artista cremonese, richiamano le sue
attinenze col pittore della massima eleganza, il Parmigianino. Nel rimanente i quadri migliori di
questo gruppo appartengono tutti alla scuola olandese e fiamminga. Nel novero loro si osservano
due composizioni di quel Jan Steen che si distingue fra tutti pel suo umore eminentemente sarca-
stico. Quella a figure più piccole, rappresentante un interno di famiglia è dipinto sulla tela e quan-
d'anco genuina non appartiene alle sue opere più spiccate; l'altra invece energicamente dipinta
 
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