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Archivio storico dell'arte — 3.1890

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Fasc. II
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Cronaca artistica contemporanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.18089#0175

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CRONACA AUTISTICA CONTKMPt )RANliA

CRONACA ARTISTICA CONTEMPORANEA

Sommario. — 11 Rembrandt del Pecq : questioni cui ha
dato luogo questo dipinto — L'Olimpia di Manet
e Angelus di Millet — 11 gruppo del Carlomagno
del Par vis Notre-Dame in vendita, e la nuova Società
francese per l'acquisto di opere d'arte — Il monu-
mento a Giovanna d'Arco, e scoperta di documenti
che alla medesima si riferiscono — Vani sforzi per
conciliare il dissidio fra gli artisti francesi nato ai
primi dell'anno — Tre piccole esposizioni parigine

— Importanti vendite di quadri — Falsificazioni di
opere artistiche — Una innovazione nel Museo Bri-
tannico — Il monumento di Daniele Manin a Firenze

— Aggiunte alla Galleria degli Uffizi — Commemo-
razione funebre di Sebastiano Guzzone — Concorso
pel monumento a Mamiani in Roma — Gesù e i
fanciulli, di Enrico Serra.

La più grossa questione artistica, agitatasi all'estero
nel bimestre cui la presente cronaca si riferisce, è cer-
tamente quella del Rembrandt del Pecq; ed io per do-
vere di cronista debbo qui riferirla.

Moriva tempo fa al Pecq, villaggio distante da Parigi
una ventina di chilometri, la vedova Legrand, una vec-
chia signora, la quale possedeva e tenevasi caro, fra le
altre sue cose, un gran quadro antico, rappresentante
quattro mezze figure di grandezza naturale, un uomo
cioè con due angeli ai lati, nell'atto di benedire una
mensa presso la quale sta un servo.

Questo quadro andò in vendita sui primi del febbraio
decorso e vennQ dal perito sig. Gandouin qualificato
così : Gesù e i discepoli in Emmaus (Scuola di Rem-
brandt). Un mercante di quadri di Parigi, il sig. Bourgeois,
se ne rese compratore all'asta per 4050 franchi. Poche
ore dopo il fatto acquisto, il mercante stesso rifiutava
un'offerta di 75000 franchi per cessione del quadro com-
prato, dichiarando che non lo avrebbe rivenduto per
meno di 250000, facendo vedere che il quadro stesso
non era affatto della scuola di Rembrandt, come era
stato dichiarato, ma che invece era un vero Rembrandt
originale ed autentico, firmato e datato dal 1656, e una
delle più belle opere del grande pittore olandese.

Infatti gli intelligenti, recatisi a vederlo nel gabinetto
del sifi'. Bourgeois, opinarono che si trattasse di un' o-
pera originale di Rembrandt, rappresentante Abramo a
tavola con gli angeli. La figura centrale è certo quella
di un patriarca, dalla barba bianca profusa sul petto,
che sta in atto di benedire l'agnello pasquale e i pani
consacrati. E gli altri tre personaggi, i due angeli e il
servo, stanno in atto di ascoltare attentamente la prece

di lui. La data, che è scritta nell'angolo sinistro supe-
riore del quadro, 1656, indica con chiarezza a (piai
maniera e a qual periodo della vita del pittore appar-
tenga quell'opera. Nel museo russo detto VEremitaggio
esiste un primo schizzo di questa scena biblica, dipinto
da Rembrandt venti anni prima, e per conseguenza non
ancora improntato di quella ampiezza di composizione
e di quei pregi che rendon prezioso il quadro del Pecq.
A Cassel poi v' è una tela del Rembrandt rappresen-
tante Giacobbe che benedice i figli di Giuseppe e che
può servire di confronto per quella della quale qui si
tratta. L'anno di sua esecuzione è lo stesso 1(556; lo stile
è identico, e (cosa notevole assai) il Giacobbe del qua-
dro di Cassel ha una somiglianza decisa con VAbramo
di quello del Pecq. Parrebbe che lo stesso modello
avesse servito al pittore per la esecuzione di ambedue
questi lavori.

Stabilita dai conoscitori, fra i quali si annovera il
conservatore del museo del Louvre sig. Lafenestre, l'au-
tenticità di quest'opera di Rembrandt, non è a dirsi
quale tempesta sia andata a scaricarsi addosso al perito
che l'aveva giudicata come semplice lavoro della sua
scuola, e che ne aveva aperto l'incanto sopra 1000 fran-
chi appena. Si è anche ricordato in proposito che il
perito stesso, alcuni anni or sono, aveva comprato per
60 fr. un pot-pourri, che tosto rivendè a un conoscitore
per fr. 300, e che alla morte di questo, nel 1886 fu ri-
conosciuto come un vaso di vecchio Sévres, pasta te-
nera, venduto all'Hotel Drouot per 15000 fr. e stimato
adesso 25000 fr. almeno.

Ma il sig. Gandouin non si è sgomentato por que-
sto ; e ad onta di tanto entusiasmo e di tanta unani-
mità di pareri sulla tela del Pecq, ha persistito a di-
chiarare altamente che quell'opera non è di Rembrandt,
ma di qualche suo allievo e che la firma appostavi è
falsa. 1'- il sig. Gandouin ha trovato dei seguaci, e se-
guaci di gran valore, tra i quali noteremo il Géróme
e l'incisore Carlo Waltner, quello stesso che ha inciso
la Ronda notturna di Rembrandt e che ha studiato
profondamente e a lungo le opere del grande pittore.

Egli non nega i pregi grandissimi del quadro del
Pecq ; ma non vi trova quelle doti caratteristiche del
maestro, da lui già possedute nell'epoca cui il quadro
si attribuisce. Secondo lui, quella tela è opera di un
allievo che si è assimilata la maniera del maestro, ma
 
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