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Archivio storico dell'arte — 3.1890

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Fasc. III
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https://doi.org/10.11588/diglit.18089#0222

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NUOVI DOCUMENTI

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servitore. Onde la supplico a degnarmi de suoi coman-
damenti in cosa, nella quale io possa usando l'arbitrio
de le picciolo forze mie mostrarle in modo maggiore,
se non in tutto, almeno in parte, la mia devotione verso
di lei. Che in questa guisa Ella mi renderà più animoso
in domandarle qualche altra gratia simile alla prima, la
quale fin hora è mancata di effetto: ciò è di farmi scri-
vere all' 111.1110 suo nepote governatore di Milano alcuna
più efficace raccomandatione delle cose mie, non ha-
vendo anchora io potuto trar pur un quatrino delle mie
annuali provisioni da quella Camera, dopo che V. S.
111.'«a mi degnò altre volte di simil favore. Et a questo
humilmente pregandola me le offero di core e racco-
mando in sua buona gratia.

Di Venetia alli 4 di marzo 1562.

Obb. hum. Ser.

Titiano Vecellio.

Altre spigolature tizianesche.

Le lunghe pratiche di Tiziano per alcune terre di
Trevigiana, che malgrado la mediazione del Duca di
Mantova i frati di S. Benedetto in Polirone non si ri-
solvevano a cedergli, sono notissime; manca però nella
serie dei documenti pubblicati dal Braghirolli una cu-
riosa lettera del pittore stizzito con que' monaci bu-
giardi e poltroni, la quale conferma che a reclamare
con insistenza la vendita lo spronava il desiderio di im-
piegare utilmente i lauti regali di Carlo V. È diretta a
Federico Gonzaga, la cui risposta del 9 maggio 1533
fu già prodotta dal Gaye (Carter/c/io, n, 249).

111.mo et Exmo et Patrone mio osser.mo

I ,a Ex. V. si deve raccordare che lei per sua buontà
et Immanità fece ricercare il Capitolo di Frati de S.to
Benedetto a volermi fare vendita di trentatre campi di
terra che sono nel territorio di Treviso, et che per la
risposta che fu fatta a m. Jac.o Malatesta, che alhora faceva
residentia ([ili, da l'Abbate di S.to Georgio al (piale toc-
cava fare la vendita de detti campi fu concluso di dar-
gli per 25 ducati al campo, del che alhora non mi con-
tentai perchè mi parevano troppo cari. Hora che me
ritrovo li scudi che V. Ex. m' ha fatto guadagnare con
l'Imperatore, acciò che non vadino in malhora, ho pro-
curato che l'ambasciatore della Ex. V. ha parlato col
moderno Abbate de S.to Georgio, qual doppoi tolto il
termine di sei dì a respondere ha mandato a dire per
un frate che darrà li campi, ma che ne volo trentatre
ducati del campo, cosa che invero me pare poco con-
veniente che vogliano mancare della promessa che fe-
cero alla Ex. V. la quale fu de dare li campi per ven-
ticinque ducati l'uno come ho detto, et secondo che se
può intendere da m. .Jac. Malatesta. Però supplico a
V. Ex. se sono degno ottenere gratia da Lei che la

Archivio storico dell'Arte - Anno III. Fase. V-VI.

voglia mandare un homo aposta a S.to Benedetto al
Capitolo a ricercare li frati che vogliano darmi questi
campi per quel miglior pretio che sii possibile et per
manco de li 25 ducati, che tutto lo avantaggio haverò
lo receverò per dono da la Ex. V., che facendo questo
cognoscerò che la mi ha per quel vero et fidel servitore
che sono, et lei lo deve fare per ogni modo non tanto
per il particular mio «pianto per l'interesse de lo ho-
nore suo, però che gli seria poco honorevole che questi
gaglioffi et poltroni frati non volessero far quello che
già gli hanno promisso.

Me raccomando alla buona gratia della Ex. V. hu-
milmente baciandole la mano.

Di Vinegia all'ultimo de aprile mdxxxiii.

D. V. Ex.

Humill.o S.r
Ticiano Vecelio.

Nella corrispondenza da Venezia dell'ambasciatore
mantovano Benedetto Agnello il Braghirolli ha rac-
colto larga messe di preziose notizie su Tiziano: ma
s'è pur lasciato cadere qualche spiga, che è utile ra-
cimolare.

Il febbraio 1536. « Scrivo questa in casa di m. Ti-
ciano, qual se raccomanda in bona gratia de la Ex. Y.
et aspetta con desiderio che quella lo mandi a chiamar

per retrare il putino m. Ticiano dice che l'aspetta il

presente da V. Ex. » Era forse ancora in attesa d'un
dono, pel Cristo compiuto fin dal settembre del 1535:
■e doveva, a quanto pare, recarsi a Mantova per ritrarre
uno dei bambini del Duca. Vi andò nel maggio, ed avrà
allora soddisfatto anche questo desiderio del suo me-
cenate.

10 agosto 1538. « Ilo parlato con m. Ticiano de li
quadri delli Imperatori, qual m'ha risposto fin hora esser
stato occupato in far un quadro nella sala del Gran
Consiglio, ma ch'ora che l'ha finito attenderà alli Im-
peratori et che senza alcun fallo venirà con essi a trovar
V. Ex. a meggio il mese proximo. » Con questa im-
portante testimonianza dell'Agnello si può dunque sta-
bilire il tempo preciso in cui Tiziano ultimò la Batcc-
cjlia di Cadore.

Più notevole ancora è una lettera che lo stesso am-
basciatore, dieci anni dopo, scriveva al castellano di
Mantova . G. Jacopo Calandra, intorno ai ritratti che
Tiziano, reduce dal suo viaggio di Germania, stava
compiendo pel Re dei Romani (cfr. Cavai.casei.i.i: e
Crowe, II, 141):

18 Dicembre 1518. « Ho fatto o^rni opera, perchè
m.o Ticiano contentasse dar li retratti de le Principesse
d'Austria per mandarli a Mantova a Mons. R.mo Car-
dinale, si come Sua S.r'a R.ma desiderava ; ma egli s'è
excusato non poter disporre de la robba d'altri, che li
retratti sono del Re de Romani et che oltre di questo
non sono finiti ché manca da farli li vestimenti, che

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