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Archivio storico dell'arte — 3.1890

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Fasc. III
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Recensioni e cenni bibliografici
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https://doi.org/10.11588/diglit.18089#0235

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RECENSIONI E CENNI BIBLIOGRAFICI

Nel 1650 il Guarirli era stato nominato cassiere, ed
essendo stati rubati dalla cassa alcuni zecchini, il fra-
tello di lui, Eugenio, ebbe a sostenere un severo giu-
dizio; il capitolo però decise che l'asserzione dei revi-
sori doveva esser dichiarata nulla e falsa. Nel 1655
fu eletto Preposto; se non che la nomina non piacque
alla Corto, e specialmente al Principe Alfonso, figlio
del Duca Francesco I, il quale, avendo espresso il desi-
derio che fosse dichiarato Preposto il Castagnini, della
nomina del Guarini fu irritatissimo.

Il Guarini ritirossi a Parma, poi a Guastalla donde
scrisse una lettera al Duca, protestandogli devozione
ed ubbidienza. Nulla ottenne, e molto dovette peregri-
nare, finché fermossi a Torino, dove ebbe i favori di quel
Duca, che nel 1670 scrisse a Modena a suo vantaggio,
quantunque non abbia neppur esso potuto smuovere
la Duchessa Laura allora Reggente.

Durante le sue peregrinazioni si sa che egli andò
a Vicenza ed a Praga; ma dove la sua attività d'archit-
tetto potè veramente spiegarsi, fu specialmente in Mes-
sina, in c ìi già nel 1600 doveva trovarsi, dove fab-
bricò l'Annunziata colla casa attigua, la chiesa Padri
Somaschi e quella di San Filippo, e dove nel Seminario,
fu invitato a leggere filosofia e matematica. Nel 1662
gli moriva la madre, onde ottenne di venire per pochi
giorni a Modena; poscia pare si dirigesse a Parigi, e
l'epera sua infatti, intitolata Placito- philosophica, uscì
appunto in Parigi il 1" di maggio 1665. Probabilmente il
Guarini era stato chiamato a Parigi per la costruzione
del tempio che i Teatini intendevano di fabbricare
presso Sant'Anna la Reale. Voleva il Guarini che que-
sto edificio superasse in magnificenza tutti gli altri di
cui aveva dati fino allora i disegni; ma appunto per
questa ragione non poi è vederlo compiuto.

Molto probabimente da Parigi passò direttamente a
Lisbona, dove fece i disegni della chiesa di S. Maria
della Provvidenza, e di là a Nizza, dove gli. fu affidata
la costruzione del tempio dedicato a San Gaetano. Da
Nizza il Guarini fu chiamato a Torino ad innalzare per
gli stessi padri Teatini il tempio di San Lorenzo, e già
nel 1668 gli era affidata dal Duca Emanuele II l'ese-
cuzione della Cappella della Sacra Sindone, la quale
può dirsi l'opera più strana e nello stesso tempo la più
mirabile dell' Architettura barocca; In essa possiamo
riscontrare le caratteristiche proprie dell'arte del Gua-
rini, quell'intreccio di linee spezzate e ricurve; quei
giuochi di luce provenienti da vani invisibili; quella
sfrenata fantasia, che non sa adattarsi al semplice ed
al comune; onde il Guarini,, si può con tutta certezza
affermarlo, quantunque il Sandonnini sia di contrario
parere, mostrasi vero seguace del Borromini, del quale
se non è stato discepolo, deve certo averne studiato a
Roma le opere di preferenza a tutte quelle degli altri
artisti dell'epoca sua. Nessuno infatti, neppure il Bernini
ed i seguaci suoi, curvarono ad ondeggiamenti e ritor-
sero le piante, gli alzati e le cornici do'loro edilizi come
il Borromini ed il Guarini; nessuno si allontanò più di

loro da ogni regola d'arte, e manifestò maggior fan-
tasia ed ingegnosità nell'accoppiare fra di essi, e talvolta
armonicamente, i più strani motivi di decorazione.

A Torino il Guarini fu occupato in grandiosi lavori
Il Palazzo di Carignano, quelli delle Scienze e di Rac-
conigi, le chiese di San Lorenzo e della Madonna d'0-
ropa, oltre la Cappella della Sacra Sindone, la chiesa
di San Filippo, riedificata poi dal Iuvara, ed altri edi-
fizi di minore importanza, sono opere sue.

Nel 1672 il Duca di Modena invitava il Guarini a
ritornare in Modena, e questa volta fu il nostro archi-
tetto che, occupato com'era, dovette contro voglia op-
porre un rifiuto, pure pregando il Duca stesso a Svol-
gersi direttamente al Duca di Savoia per ottenere da
lui quanto desiderava. Dal 1672 al 1679 nessuna notizia
il Sandonnini potè trovar negli Archivi: nel 1679 ri-
sponde a Francesco Bianchi, consigliere di Stato, che
gli aveva chiesto informazioni intorno all' Ospedale di
carità, dicendogli che questo non aveva fatto buona
prova, e con un'altra lettera informa lo stesso Bianchi
della sua elezione a Preposto dei Teatini di Torino.
Nel 1680 e nei primi del 1681 si trova a Modena. Di
questo tempo è il Carteggio, che il Sandonnini trovò,
tra le due Corti di Modena e di Torino, le quali si di-
sputavano il Guarini che dovette ritornare a Torino.
Ai 6 di marzo del 1683 il Guarini moriva. L'opera di
quest'uomo fu varia e tale da rivelare in lui gran po-
tenza d'ingegno. Come filosofo, quantunque voglia ser-
bare piena indipendenza nell'adottazione de' sistemi, e
ricerchi nuove spiegazioni di alcuni fenomeni naturali,
non s'innalza veramente di molto e rigetta le nuove
teorie astronomiche e i sistemi di Copernico, di Tisona,
di Galileo. Fu invece matematico e geometra degno di
stare tra i più grandi, quantunque non se ne sia eh^
soltanto ora riconosciuto il valore: l'opera sua di ma-
tematica : Euclides adauctus et methodicus, mathema-
ticaque unioersalis. fu stampata a Torino nel 1671, ed
in essa ci poteva eoa sicura coscienza affermare d'aver
contribuito al progresso della scienza, specialmente in-
torno alle proiezioni sui piani delle linee che provengono
dall'intersezione della sfera del còno e del cilindro fra loro;
ed allo sviluppo su di un piano di queste curve a dop-
pia curvatura. Scrisse pure un trattato (VArchitettura
civile, dove espone liberamente le sue idee intorno ; 1-
l'architettura e nota tutto cièche è di sua invenzione,
e le stranezze, come noi le chiameremmo, ch'egli v'ha
apportato, pur mostrandosi assai addentro tanto nelle
quistioni teoriche quanto nelle pratiche.

Il Guarini infatti come architetto potò largamente
servirsi dei risultati della scienza; ma seguendo 1 an-
dazzi del tempo suo, sebbene nella pianta e nella di-
sposizione interna ed esterna dei vani e degli ordini
sovrapposti, sia stato semplice e ben ordinato, girò e
contorse e spezzò gli alzati e tutti i motivi di decora-
zione e sforzò l'arte a seguire la scienza anche nello
svolgimento dei più difficili problemi di statica, pur
riuscendo tuttavia, pel suo alto ingegno, ad eseguire
 
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