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Archivio storico dell'arte — 3.1890

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Fasc. III
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.18089#0246
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sta ed ottenuta la disponibilità del fabbricato per sta-
bilirvi 1111 teatro a pagamento, insiste nel suo divisa-
mente di spogliare l'edifìcio della sua porta monumentale.

Una società artistica, come quella dei Filodramma-
tici, rinnegherebbe con un simile atto l'arte patria.

N. B.

Palazzo Angraran in Vicenza. — Il Palazzo
Angaran, costruito nella seconda metà del xv, è uno
dei più eleganti monumenti di Vicenza, illustre anche
per le memorie storiche che vi si connettono. Vi abitò
il Conte Giacomo Angaran, amico intrinseco e Mece-
nate del Palladio che intitolò a quel Signore la dedica
dei primi due libri dell'Architettura (1 Novembre 1570).
La stessa figlia del grande architetto, Zenobia, celebrò
in (piel Palazzo, per desiderio del conte Giacomo, gli
sponsali con G. B. Dalla Fede. Il conte Ottaviano An-
garan Porto con testamento 19 luglio 1853 donava il
bell'edificio alla Città di Vicenza.

Sorge esso sulla riva sinistra del Bacchiglione, vi-
vino al Ponte degli Angeli. Caratteristico n'è il porti-
cato ad archi a tutto sesto, impostati su colonne e pi-
lastri ai fianchi, parte in broccatello di Verona, parte
in pietra di Montecchio Maggiore. I capitelli delle co-
lonne, di forma imitante il corinzio, con doppio abaco,
sono elegantemente semplici; a guisa di cornice con
ricco fregio a baccelli e fiorami, con ovoli e fusaruole,
sono i coronamenti dei pilastri. Una quadrifora e fi-
nestre semplici separate l'una dall'altra da largo spazio
di muro, con archi a tutto sesto, ornati ciascuno, sulla
cima e sui fianchi, da tre palmette, formano il piano
nobile, legate al basso fra loro da una cornice gentil-
mente sagomata ed aggettata. Finemente intagliati, con
quell'originalità ch'era propria dell'arte nel secolo xv,
sono i capitelli delle graziose colonne della quadrifora
e dei pilastrini che la fiancheggiano, uguali a quelli che
servono da stipiti alle finestre semplici.

Il secondo piano consta di finestrine rettangolari
ornate d'una larga inquadratura e di davanzali rappre-
sentanti un cherubino in mezzo a due cornucopie, egre-
giamente scolpiti. Una tettoia molto sporgente, ornata
di modiglioni sagomati, corona degnamente il prege-
vole palazzo. Il quale doveva apparire certo molto più
bello e sontuoso, quando i vasti campi tra le finestre,
che ora vi sembrano (piasi disperse, erano interamente
adorni di zone e di riquadri a graffito, di cui restano
ancora visibili traccio ; onde tutti i particolari fonde-
vansi mirabilmente in un insieme pieno d'armonia e di
gaiezza. Il carattere dell' edificio è il lombardesco il
(piale stupendamente fiorito in Venezia, qui assunse nel
suo complesso una fisonomia tutta speciale, avendo do-
vuto adattarsi ad una città di provincia in terraferma.
Pur troppo la noncuranza degli uomini e l'interramento
prodotto dal fiume vicino, hanno apportato alcuni danni
al monumento : se non che vi si può riparare. Invece
il Municipio di Vicenza, a cui fu dato in retaggio dalla
munificenza d'un nobiluomo, col pretesto della sistema-

Archioio storico dell'Arte - Anno III. Fase. V-VI.

zione del fiume, ma senza nessuna plausibile ragione vor-
rebbe che esso fosse cancellato dal novero dei monumenti
nazionali, per potere buttarlo giù. Gli interessati abbaiano
su pei giornali, qualificandolo per vecchio rudero sema
importanza storica e come inutile bruttura; mentre
è un perfetto e completo modello d' architettura civile
del Rinascimento nel Veneto, e nella gentile e monu-
mentale città di Vicenza esso deve considerarsi (piale il
più bel rappresentante del leggiadro stile lombardesco,
là dove l'arte romanica e la gotica ed infine il classi-
cismo colle grandiose costruzioni del Palladio e dello
Scamozzi, lasciarono parecchie traccie meravigliose.

N. B.

Cappella del Mantejjna nella Basilica di
S. Andrea in Mantova — Riparazione ai di-
pinti del Mantegna o della sua scuola. —

Già fin dal 1875 nella Cappella che s' intitola da An-
drea Mantegna e in cui riposano le sue ossa e gli fu
posto il monumento onorario, si scoprivano dal bianco
della calce che v'era stato dato sopra, gli affreschi
della volta e delle pareti eseguiti nel 1516 da Francesco
Mantegna e da altri della scuola d'Andrea. Si provve-
deva quindi al riordino ed al risanamento dai guasti
dell'umidità della Cappella stessa ridotta in uno stato
veramente deplorevole; ed ora sappiamo che il Signor
Filippo Fiscali, abile e coscienzioso riparatore di di-
pinti, mandato a Mantova dal R. Governo, ha già posto
mano alle necessarie ed urgenti riparazioni ai quadri
che adornavano e torneranno ad ornare quel luogo sacro
alla memoria d'uno dei più robusti genii del secolo xv.

Il più pregevole dei tre dipinti, rappresentante Le
due Sacre Famiglie, cioè la Vergine col bambino Gesù,
Santa Elisabetta col San Giovannino, San Giuseppe e
San Zaccaria, opera bellissima, che non a torto è giu-
dicata di Andrea Mantegna ne' suoi ultimi anni, quan-
tunque altri la credano del figlio Francesco o della
scuola, aveva purtroppo subito i guasti dell'umidità,
e la mestica in alcune parti s'era staccata, in altre
stava per istaccarsi dalla tela, mentre una grande quan-
tità di polvere si era infiltrata nei pori del colore e
toglieva al quadro gran parte della sua bellezza.

Similmente danneggiati erano i due quadri, pure,
come il primo, su tela, dipinti forse da Francesco Man-
tegna, o certo dalla scuola d'Andrea, rappresentanti il
Battesimo di Cristo e la sua Deposizione dalla Croce;
ambedue importantissimi e degni di esser conservati
accanto al quadro già ricordato, che più s'avvicina al-
l'eccellenza delle opere del grande Maestro.

In un quarto dipinto sopra tavola raffigurante tre
stemmi, la tavola era corrosa dai tarli e spaccata, la
mestica in parte sollevata e qua e là caduta.

A tutti questi inconvenienti sta riparando il bravo
Filippo Fiscali, e siamo sicuri che l'opera riuscirà quale
dobbiamo aspettarci da chi diede già si eccellenti prove
colle riparazioni alle tele del Costa nella Cappella Ben-
tivoglio a Bologna. N. P*

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