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Archivio storico dell'arte — 3.1890

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Fasc. IV
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Gnoli, Domenico: Le opere di Mino da Fiesole in Roma, [4]
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https://doi.org/10.11588/diglit.18089#0271

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LE OPERE DI MINO DA FIESOLE

IN ROMA

IV.

Tabernacolo per l'eucarestia nella chiesa di san Marco. — Busto (li Paolo II nel palazzo di
san Marco. — Monumento del Cardinal Forteguerri a santa Cecilia in Trastevere.

el 1473 Mino tornò in Toscana. Quanto al dossale d'altare nella
chiesa di san Pietro in Perugia, che porta la data del 1473,
pare, come ho detto, ch'esso non fosse eseguito in quella città,
e forse appartiene ad età anteriore; ma i due bassorilievi del
pergamo di Prato, che era condotto a fine nel 1473, nella
maniera trascurata e frettolosa dell'esecuzione, nella complica-
zione e nel movimento della composizione hanno un'affinità
evidente col Giudizio Universale del monumento di Paolo II,
e pare quindi che debbano appartenere press'a poco alla stessa
età. Nel 1474 abbiamo di lui alcuni piccoli lavori a Firenze,
cioè due pile di marmo per la chiesa di san Martino, una per
quella di Gasaglia, e tre teste nell'acquajo della sagrestia della
Badia.1 Probabilmente nello stesso anno tornò a Roma, dove fece soggiorno più a lungo che le
altre volte, cioè per circa sei anni. E forse con più verità dovrebbe dirsi ch'egli stette a Roma per
circa nove anni, dal 1471 al 1480, salvo una corsa in Toscana che dovette essere di breve durata.

Nell'assoluta mancanza di notizie sulla vita di Mino, si può congetturare ch'egli tornasse a
Roma o per impegni di lavori che avesse pel cardinal Marco Barbo, ovvero per eseguirvi il mo-
numento del cardinal Forteguerri, morto nel 1473. Per parecchie delle opere da esso eseguite in
quest'ultimo periodo romano, l'ordine cronologico è incerto, e non ci sono documenti storici nè
ragioni di stile che valgano a determinarla: conviene contentarsi d'argomenti di probabilità, che
possono essere smentiti dal ritrovarsi d'un qualche documento.

Nella chiesa di san Marco, come ho accennato, esiste un' opera eseguita in comune da Mino
da Fiesole e Giovanni Dalmata, per commissione del cardinal Marco Barbo, come dimostra il suo
stemma.2 Paolo II morì senza veder compiuta nò la chiesa nè il palazzo di san Marco; e il nepote

1 \ asari, ed. Sansoni, Prospetto cronologico della

vita e delle opere di Mino da Fiesole, III, 129.

2 Lo stemma di questo cardinale è lo stesso che
quello di Pietro Barbo suo zio, avanti che divenisse
 
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