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Archivio storico dell'arte — 3.1890

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Fasc. IV
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Venturi, Adolfo: La pittura bolognese nel secolo XV
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https://doi.org/10.11588/diglit.18089#0300
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LA PITTURA BOLOGNESE NEL SECOLO XV

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di pittura o scultura, le quali erano date a corredo delle novelle spose, e recavano gli stemmi
dei coniugi. L'una delle anconette appartiene al primo periodo dell'artista, l'altra con l'effigie
del Redentore, con manto a pieghe multiple, dev'essere del tempo più avanzato. Sono le sole due
opere che restino dell'orafo; che i vasellami apparecchiati per le sfarzose nozze d'Annibale, primo-
genito di Giovanni II Bentivoglio, con Lucrezia d'Este, vantati dal Salimbeni nel suo Epitalamio 1
andarono probabilmente rifusi. E simile sorte ebbero le catene d'oro, a cuori e a tronchi, eseguite
nel 1485 per Ercole I d'Este;2 e gli altri lavori che l'attivissimo artista avrà compiuto lungo la vita.

Dedito all'oreficeria, Francesco Raibolini detto il Francia, dovette anche dar saggio di sè nel-
l'arte plastica. Gli fu attribuito il bassorilievo marmoreo con l'effigie di Giovanni II Bentivoglio,
esistente nella cappella bentivolesca in S. Giacomo Maggiore in Bologna, anche recentemente da
Aloiss Heiss e da altri; ma il bassorilievo reca una scritta che mette in dubbio esserne autore il
Francia :

« 1497 • Antonius Bai • Annum agens XVIII »

Più sicuramente, per la simiglianza coi ritratti dipinti dal Francia, e in ispecial modo con
quello di Evangelista Scappi nella Tribuna di Firenze, gli è attribuito un busto di gentiluomo
bolognese, acquistato nel 1876 per la direzione della galleria di Berlino in Bologna, e proveniente
dal palazzo Pepoli. « Il tranquillo carattere della figura, » come osservano gli illustratori della
plastica del Rinascimento della Galleria berlinese, « la bocca severamente chiusa, la regolare di-
sposizione della capigliatura, concordano co' ritratti dipinti dal maestro. >>

La finezza dell' orafo si manifesta nelle prime pitture del Francia. 3 II Vasari racconta che
assai tardi, a quarant'anni, egli si applicò a dipingere; e designa l'ancona de'Felicini come la
prima opera di lui. Lasciando anche da parte il fatto che questa portava la data del 1494, e non
l'altra del 1490 affermata dal Vasari, riesce chiaro che nella tavola non si manifesta un esor-
diente, bensì un provetto maestro, padrone d'ogni segreto della tecnica. Nel 1490 il Francia teneva
bottega, e quest' era affollata di giovani desiderosi di dedicarsi alle arti, fra cui va annoverato
Timoteo della Vite, venuto da Urbino per ricevere gì' insegnamenti del maestro bolognese. Fat-
togli compiere un tirocinio, questi, l'anno seguente, in un libriccino di note, scriveva: Timoteo
Vite da Urbino... vole fare il pletore, e però posto su lo salone co' gli altri discepoli. Nel tempo

1 II Salimbeni nell' Epitalamio nelle pompe nuziali
di Annibale Bentivoglio, impresso in Bologna nel 1487,
così scrive del Francia:

« Ma fra gli Orafi nostri io dirò il Pranza
Che io non lo scio lassar per maggior cura,
Lui Polygnoto col pennello avanza
E Phidia a l'operar de la sculptura,

E col bollino ha tanta nominanza
Che la sua a Maso Finiguerra obscura,

A costui fo comparation di morti
Perchè chi vive invidia al ver non porti. »

J Riportiamo qui trascritto con esattezza il docu-
mento che si riferisce ai lavori eseguiti nel 1485 dal
Francia per Ercole I d'Este, desumendolo dal « Libro
'ti speise di guardaroba de' /tò/-#.ì » dell'Archivio
Estense :

M( CC( ') 1,.\XX\ . — Adi 26 de zenaro. A M. o Franz a
d;i Bologna horevese pe fare lavori a la Ex.a del X. S.
ducati 104 doro che dete Frane.0 «rii Eardi de queli del
prefato S. X. de comisione de sua Ex.a pesano, on/.e 12

E adi 27 del dito due. 312 che dete dito Frane." de co-
misione del prefactQ pesano onze 3(i

E adi.... del dito onze 13 ottavi d'oro in verga

che dete dito Frane.0 che avanzo de cadene che feze
fare lo prefacto N. S. per Batista de Amadio et Mi-
chele foiada onze 13 ot.

Et a di 28 del dicto otize 18 et ot. 7 */„ che dete
dicto frane.0 che fo certi compassj de una cadena d'oro

factj a chuore • . onze 18

Adi 4 de Marzo. — Dal dicto una cadena d'oro
facta a tronchi ligati inseme che pesa onze 58 che la
Ex.a del n. S. la quale rimase appresso de Frane.0 De
lardi, de la (piale ebe de manifatura f. 15. onze 58 ot.

Item horo in verga et uno pezo de cadena a tronchi
che rimane appreso lo dicto Frane." . . onze. — ot.

3 Del Francia, come pittore, il Campori (Pittori de-
gli estensi. Atti della Deputazione modenese di Storia
Patria. Xuova serie) riferì documenti che avrebbero la
data del 1488; ma nel nostro studio (L' arte ferrarese
nel periodo d' Ercole / d' liste. Bologna, Fava e Gara-
gnani, 1890) accennammo al sospetto che, invece di Fran-
cesco Francia, i documenti si riferissero a un Fran-
cesco de tran;a, o Francesco fransexe che vendette pei'
poco prezzo ad Eleonora d' Aragona alcune tele e al-
dini lavori d'oro.
 
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