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Archivio storico dell'arte — 3.1890

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Fasc. IV
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Recensioni e cenni bibliografici
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https://doi.org/10.11588/diglit.18089#0347

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RECENSIONI E CENNI BIBLIOGRAFICI

trovare composizioni nuove, gentili, oltre ogni dire sim-
patiche, qual'è per es. il gruppo d'Amore e Psiche.

Poiché il Canova era veramente, come nota il Ma-
lamani nella sua prefazione, l'artista interprete dei sen-
timenti più delicati e profondi, l'artista in cui la bontà
del cuore non era minimamente assorbita dalla potenza
dell'ingegno, ma insieme con essa compenetrata ed in
perfetta armonia. Onde, nell'arte, non opere classica-
mente fredde come quelle per es. dell'antagonista del
Canova, Thorwaldsen ; onde nella vita, non odi, non di-
sprezzi, non invidie, ma continue beneficenze, ma inco-
raggiamenti e soccorsi agli artisti, ma un'idea serena,
tranquilla, benevola della vita e degli uomini; e tutto
ciò unito a modi così gentili e corretti, a tanta manife-
stazione di sincerità, che tutti dovevano oltre che am-
mirarlo, amarlo profondamente.

Nelle importantissime lettere pubblicate dal Malamani,
si trova veramente il cuor del Canova. Egli s'interessa
in tutti i modi a vantaggio degli amici; ama i giovani
che promettono nell'arte, e gode immensamente de'loro
progressi e delle vittorie, e ne segue con ansia tutte le
fasi, e li incoraggia e li soccorre. Con quanto affetto
parla dell'Hayez, del Rinaldi, del Demin e d'altri gio-
vani promettenti nell'arte! con quanto affetto di tutti,
gli amici comuni a lui ed al Cicognara! anche di quel
Missirini, che volle poi farsi bello di qualche parte della
gloria del Canova, scrivendone una vita, piena di asser-
zioni fantastiche e tali da falsificare il vero, il semplice,
il nobile carattere dell'artista!

Dalle lettere pubblicate dal Malamani, e dalle co-
piose ed accuratissime note ad esse apposte, il grande
Canova si disegna appunto, come uomo, quale il Ma-
lamani l'ha efficacemente rappresentato nella sua bella
prefazione, e perciò la pubblicazione importantissima
acquista maggior valore anche dal fatto che viene a
togliere al Canova la maschera onde i suoi biografi
l'avevan coperto, e ridona alla storia ii vero artista,
all'umanità un tipo perfetto d'onestà e gentilezza.

E. A.

A. Venturi. — L'Arte ferrarese nel periodo d'Ercole I

d'Este, Bologna, 1890.

Un libro di Adolfo Venturi è un avvenimento nel
campo degli studi storici ed artistici. Quello di cui ci
occupiamo ne fa rivivere in una delle più splendide corti
d' Italia; tra duchi guerrieri ed amanti in pari tempo
della coltura e dell'arte; in mezzo a poeti, a letterati,
ad artisti; nella magnificenza delle feste estensi; in una
società dedita al fasto, allo studio, a tutti i più raffinati

piaceri. Ed il quadro di questa corte e di questa so-
cietà, il quale serve come d'introduzione alla storia
dello svolgimento dell'Arte ferrarese, da Cosimo Tura
fino ad Ercole Grandi, Michele Coltellini, Domenico
Panetti ed altri, è tutto l'ondato su nuovi documenti,
dall'autore raccolti, e composto a linee grandiose e
chiare, nelle (piali spiccano con molta vivacità e con
tratti caratteristici ben definiti tutti i personaggi che
resero illustre la Corte Estense durante il periodo di
Ercole I, intorno al quale essi sono dall'Autore con
grande maestria aggruppati e fatti agire.

Dei pittori ferraresi che operarono nel periodo di
Ercole 1 d' Este, il ch.o Autore traccia la storia sui
nuovi documenti da lui raccolti, i quali tanto nuova
luce portano sia alla conoscenza della vita degli artisti
sia a quella dei loro lavori; e dell'arte di ciascuno ana-
lizza con grande acutezza i caratteri speciali, le influenze
subite, il posto che gli spetta, e ne enumera tutte le
opere conosciute ed altre di cui soltanto ha trovato la
memoria, e gli rivendica lavori ai quali la critica aveva
dato finora false attribuzioni, e gli toglie quelli che non
gli appartengono. E tutto ciò senza perdersi in vane
parole, ma colla prova luminosa dei documenti, oppure
con una critica serrata e stringente, che penetra nelle
opere e ne estrae quanto v' è di più intimo e singolare;
che sa servirsi con grandissima abilità de' più opportuni
rapporti; che è infine condotta con una coscienza e
diligenza senza-pari, scevra da preconcetti e serena.

Il libro del Venturi non può esser riassunto, onde
la sua recensione non deve che limitarsi a segnalarne
l'importanza. In esso, oltre ai grandi artisti ferraresi,
de' quali il Venturi fu il primo a definire nettamente le per-
sonalità, cioè oltre a Cosimo Tura, ad Ercole Roberti, a
Lorenzo Costa nel suo primo periodo ferrarese e ad Er-
cole Grandi, una pleiade d'altri pittori passa in rassegna,
più o meno importanti, conosciuti e sconosciuti, ferra-
resi e forestieri; e di tutti son date notizie, la mag-
gior parte nuove, interessanti sempre per la storia
dell'arte. Riguardo alle molte questioni inerenti ai grandi
pittori testé nominati, il ch.o autore ci ha già diffusa-
mente intrattenuto, oltre che in Periodici Stranieri, an-
che in questo Archivio Storico dell' Arte. Ma altre nuove
importantissime questioni sono pure svolte nella vasta,
precisa eppur i\apida sintesi che abbiamo sott'occhio.
A me basterà accennare fra di esse a quella della prima
educazione artistica del Garofolo, ed all'altra in cui il
Venturi confuta vittoriosamente il Senatore Giovanni
Morelli, dando a Michele Coltellini diversi quadri, tra
cui uno nella pinacoteca di Ferrara, l'altro posseduto
dallo stesso Senatore e da lui attribuiti a Bianchi-Ferrari.

E. A.
 
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