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Archivio storico dell'arte — 3.1890

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Fasc. V
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Frizzoni, Gustavo: Il Museo Borromeo in Milano
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https://doi.org/10.11588/diglit.18089#0364
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IL MUSEO BORROMEO IN MILANO

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troppa timidezza registrato semplicemente per opera di Scuola lombarda, porge particolari sufii-
eienli nel complesso delle figure per poter essere ritenuto una creazione di quell'Albertino Piazza che
nella sua città nativa di Lodi, ora solo ora in compagnia del fratello Martino, lasciò grato ricordo
di sè in parecchie opere. Anche in altri luoghi dei dintorni sappiamo trovarsi lavori dai medesimi
eseguiti. Se sia appartenuto in origine ad uno di essi la predella di casa Borromeo è circostanza
che andrebbe pure ricercata e che ci potrebbe fornire ulteriori ragguagli illustrativi.

L'impronta della ispirazione lombarda leonardesca ben apparisce anche dalla fotografìa che il
Sig. Marcozzi trasse dalla parte centrale del dipinto, dove si vedono le Ire figure di Cristo, san
Giovanni e san Pietro. 1

Un altro caso di un'opera che fu arbitrariamente manomessa mediante un tramutamento
dalla sua forma primitiva, ci viene offerto in un antico tondo ora ridotto a quadrato, non senza
avervi perpetrato una mutilazione da due lati del contorno circolare. Poiché fra noi esercita l'arte
del l'istauro chi n'è maestro in tutta l'estensione del termine, sarebbe davvero un bel tema quello
di reintegrarlo nella sua forma e nel suo aspetto artistico originale, che ora vedesi alquanto de-
turpato evidentemente dalla mano di chi vi dipinse le aggiunte ai quattro angoli.

Il quadro di che si tratta è poco discosto da quello antecedentemente descritto. La forma
circolare fu in uso, come è facile di avvertire, essenzialmente nell'Italia centrale. E toscano è
difatti quello di che abbiamo da discorrere, come che attribuito anticamente a Bernardino Luini,
da quanto emerge da una indicazione sul rovescio. Porta il n. 64 ed è classificato ora col nome
del fiorentino Giuliano Bugiardini, il quale di certo gli si addice meglio. La graziosa composizione,
nella quale primeggia la Vergine seduta in verde campagna col Bambino giacente sulle sue gi-
nocchia in mezzo ad alcuni delicati angeli adolescenti, ci riporta infatti ìiell' ambiente fiorentino
e più precisamente in prossimità di Pier di Cosimo, pittore ch'esercitò una influenza assai estesa
fra' suoi concittadini. L'ex-tondo di casa Borromeo ce lo richiama moltissimo, tanto che se è real-
mente del Bugiardini converrà dedurne ch'egli pure apprese alla scuola di Piero. Osservata da
vicino codesta opera fine ed accurata siamo inclinati a credere che ove avesse ad essere rimessa
in onore, avrebbe a rivelarsi più e meglio di quello per cui fu tenuta sin qui, ossia per opera del
maestro piuttosto che dello scolaro.

Molte altre cose sonvi sparse nel vasto ambiente, da attirare gli sguardi dei visitatori, quale
per un verso quale per un altro. Ma noi ci dilungheremmo troppo se volessimo paratamente
menzionarli, là dove ci sentiamo fortemente attratti da quanto ci aspetta nella sala seguente. Ci
limiteremo pertanto a rammentare la pregevole raccoltina di ritratti ovali in miniatura sul rame,
fra varii bronzi artistici, un buon piccolo busto di san Carlo Borromeo, sopra un paravento trasver-
sale due spiritosi ritratti d'ingenue ragazzine, condotti a pastello dallo Zuccarelli,2 sopra un altro
alcune immagini sacre di scuola francese fiammingheggiante del xv secolo eseguite in miniatura,15
nel centro della parete a destra dell'ingresso in fine una di quelle tavole in largo, a mezze figure
dove ai santi si accompagna un devoto a mani giunte presso la Madonna, frequenti nella scuola
di Giovanni Bellini. A quella di che si tratla non si vorrà negare se non altro il pregio dell'ar-
monica freschezza del colorito, per quanto l'autore, che si potrebbe forse ravvisare nel bergamasco
Francesco da Santa Croce, propenda come di consueto al tozzo e al materiale nella scelta de' tipi.

1 Come dipinto della stessa mano possiamo pure ridono con quelle delle figure della predella indicata

addurre qui quello di una Madonnina che dà il latte al di sopra.

Bambino, che vedesi pochi passi più avanti nella sala 2 N. 209 e 214.

seguente al n. GO. Le forme, l'intonazione ecc., vi coin- 3 N. 178 e 197.
 
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