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Archivio storico dell'arte — 3.1890

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Fasc. V
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Venturi, Adolfo: La pittura modenese nel secolo XV
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https://doi.org/10.11588/diglit.18089#0408

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395

in generale con la generazione pittorica ferrarese di quel tempo, come dimostrano anche tutti gli
artisti modenesi suoi contemporanei.

Il dipinto di Pellegrino Munari fu eseguito, come abbiamo detto, nel 1509 e ci mostra il pit-
tore nella pienezza delle sue forze artistiche, e sempre più ci persuade eh' egli non entrò nello
studio di Raffaele come esordiente, ma apportando il nobile contributo dell'arte sua. Fino ed ele-
gante ne' particolari, nobile nelle figure, vivace nel colorito, egli dimostra che, nel Rinascimento,
Modena prese una parte non ingloriosa.

Il quadro della Galleria di Ferrara ci dà modo di indicare, come probabili opere di Pellegrino
Munari, altri dipinti ascritti ad autori diversi. Una di esse è l'ancona della galleria di Berlino (n. 1182)
ascritta alla scuola di Padova, del periodo 1480-1500: la Madonna col bambino Gesù sta sur un trono,
a' cui lati si vedono san Girolamo, un santo vescovo, san Giovanni Battista e san Francesco, (tav. 8).
Il trono su cui siede la Madonna è similmente costruito ed ornato con intagli e mosaici, come un
altro di un quadro della chiesa di san Pietro di cui faremo discorso in seguito. Fra i motivi del-
l'ornato se ne possono rilevare alcuni identici, ad esempio l'aquiletta, in un tondetto, ad ali aperte
col corpo vislo di profilo; il fregio dell'Orlo del tappeto steso sotto ai piedi della Vergine nella pala
d'altare di Berlino uguale a quello del tappeto, che sta sotto a' piedi degli angioli nel dipinto della
chiesa suddetta. La parte superiore dell'ancona di Berlino fu interamente ridipinta; ma il trono,
il paesaggio, i santi bastano a dimostrare come il quadro possa attribuirsi verosimilmente al Munari.
Basti osservare il san Girolamo, ove l'artista riprodusse con qualche variante la figura dello stesso
santo che si vede nell'ancona della Galleria di Ferrara, con quella stessa sua posa danzante. Certo
il quadro della Galleria di Berlino appartiene ai primi tempi del Munari, mentre quello di Fer-
rara ad un periodo avanzato del maestro; ma anche tra i due quadri avvi una stretta correlazione.
Fra questi due stanno l'ancona votiva di Gasa Rangoni e quella della chiesa di san Pietro in
Modena.

Quella di Gasa Rangoni rappresenta la Vergine in trono col figlio, i santi Giovanni Battista
e Girolamo ai lati; e i coniugi Nicolò Rangoni e Bianca Bentivoglio in atto di adorazione. Fu
ascritta al Francia, 1 poi al Costa e infine al Bianchi Ferrari;2 ma il tipo della Vergine è diverso
da quello che si riscontra nel Bianchi Ferrari, e mostra, come nel Munari, una diretta relazione
coi pittori del ciclo costesco. Fu eseguito probabilmente, prima della fine del 1500, perchè in que-
st'anno Nicolò Rangoni passò ad altra vita. 3

L'ancona della chiesa di san Pietro fu ascritta dal Lazzarelli alla scuola del Francia 4 e dal
Pagani a Iacopo Francia; 5 il Tiraboschi riferì come da taluno fosse detta opera di Meloni da
Carpi, da altri di Pellegrino Munari; e il Malmusi poi6 lo ritenne del Meloni, e infine il Morelli
l'ascrisse a Bianchi Ferrari. Secondo il Lazzarelli, fu eseguito circa il 1506. Vedesi il quadro, nella
seconda cappella a sinistra, e rappresenta la Vergine in trono col bambino Gesù; i santi Sebastiano
e Girolamo ai lati; e tre angioli che suonano ai piedi del trono, (tav. 1, 2 e 9). Non può essere
cosa del Meloni ch'ebbe differenti caratteri come diremo più innanzi; nè di Iacopo Francia, che

dipinto da Pellegrino Monari celebre Pittore Modenese...
Lataur Direttore. T. Oldofredi Prefetto. - Antonio Boc-
colari » Trovasi anche nell' Archivio avviso della spe-
dizione del quadro, dato dal Boccolari (13 Febb. 1811,
carta n. 1862), e una minuta di lettera di T. Oldofredi
al Consigliere di Stato, Direttore (ìenerale della Pub-
blica Istruzione, con la quale gli trasmetteva la de-
scrizione del quadro del Munari e d'un altro del Caula
(14 Febb. 1811, n. 1862).

1 V. Litta, Famiglie illustri d'Italia. Famiglia Ran-
goni.

2 Lekmolieff, op. cit.

a Notiamo qui, ma senza pensare ad applicazione
alcuna, le parole di Jacopino Lancilotto, riguardanti

un pittore di casa Rangoni: « Ottobre 1495. La Ma-
gnifica M.a Violante dona fu del mag.00 conte Ugo
Rangon fece fare una chapela tonda fata in suxo i)
prato de la Osservanza de fora de Modena, apresso la
via che confina, e fece fare dentro la tavola dell'altare,
e fecela dita tavola uno dito Cechin de Sete ».

4 Pittare delle Chiese di Modena rijferite da Don
Mauro Lazzarelli da Modena Monaco Cassi/iene nel-
l'anno 1614. R. Bibl. Estense. Ms. XII. C. 18.

5 Filiberto Pagani, Le pitture e sculture di Modena
indicate e descritte. Modena, Sociani, 1770.

r> Notizie storiche ed artistiche della chiesa e Mo-
nastero di S. Pietro in Modena. Annuario storico mo-
denese. T. I. Modena, Cappelli, 1851.
 
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