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Archivio storico dell'arte — 3.1890

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Fasc. V
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Recensioni e cenni bibliografici
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https://doi.org/10.11588/diglit.18089#0420

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407

tana e talora d' ignota o incerta provenienza. Ma tali
doni un po' per volta perderanno il loro posto, lascian-
dolo ai legittimi gruppi del Museo. E poiché già i gruppi
cominciano a disegnarsi, non sarebbe opportuno di dare
una sede migliore al Museo, di concentrare in esso ciò
che sta, forse senza ragione, altrove, di comporre il museo
regionale della Lombardia nella capitale lombarda?

O. M.

Almerico Meomaktini. I monumenti e le opere d'arte

della città di Benevento. — Lavoro storico, artistico,
critico. Opera illustrata da moltissime incisioni tipo-
fotografiche e fotozincografiche di Vittorio Turati.
Benevento, tip. di Luigi de'Martini, 1889-90.

Abbiamo sottocchio le prime otto dispense dell'opera,
che trattano dell'arco di Traiano. Solo nell'ottava di-
spensa è parola dell'arco del Sacramento, opera romana
posteriore a quella. Le nozioni generali che si trovano
nella pubblicazione, quelle ad esempio sugli archi ono-
rarii e trionfali, non sono desunte dagli studii più mo-
derni e sicuri, e sono del resto superflue in un'opera
che tratta dei monumenti beneventani. Conviene guar-
darci in opere speciali dall'entrare in discussioni gene-
rali, se non si vuole essere accusati di prolissità o di
far perdere tempo ai lettori. Chi imprende studii arti-
stici deve non valicare i proprii confini. Vi è una divi-
sione del lavoro anche nel campo artistico : chi assurge
alla contemplazione dell'arte nei secoli, chi contempla
lo svolgersi di alcune forme in determinati periodi, chi
segue passo per passo gli artisti nella loro vita. Nella
illustrazione dei monumenti di una città o di una re-
gione, lo storico deve concatenare i l'atti artistici del
luogo alla storia dell'arte, ma così che essi sembrino
gli esempi, gli allegati di essa.

Nello studio particolare dei monumenti, l'A. manca
pure di determinatezza d' idee, della cognizione della
bibliografia artistica relativa al suo tema, così che egli
va a zonzo fra libri di poco o nessun conto, ira anti-
quati volumi e manual.etti. Nelle sue considerazioni sulle
sculture dell'arco di Benevento, entra a discorrere dei
caratteri differenziali tra le opere scultorie dei Greci e

dei liomani, con Selvatico alla mano, e peggio con
Paolo Trombetta, autore di un cattivo lavoro su Do-
natello. Accurate sono invece le descrizioni del monu-
mento e delle sue parti, così che non sarà vano sperare
dall'A. un contributo allo studio dei monumenti medio-
evali e del Rinascimento, che più c'interessano davvicino.

O. M.

Dr. P. Rizzimi. Illustrazione dei civici musei di Brescia.

I. Placchette e bassorilievi — Brescia, tip. F. Apol-
lonio, 1889 (Dai Commentari dell'Ateneo).

L'A. ci ha dato il catalogo delle placchette e dei
bassorilievi dei musei di Brescia, con molta cura, se-
guendo il metodo del Molinier. Le placchette di quei
musei sono 870 circa, provenienti principalmente dai
lasciti di Camillo Brozzoni e del conte Leopoldo Mar-
tinengo da Barco. L'A. considera come più della metà
degli esemplari descritti nel suo catalogo sieno man-
canti all'opera del Molinier e tenta di determinarne la
attribuzione. Gli sarebbe tornato utile di consultare a
questo fine anche l'opera di Bode e von Tschudi :
Beschreibung der Plastik der cliristlichen Epoche, ove
sono messe in luce le placchette numerose del museo
di Berlino. Le attribuzioni non ci sembrano sempre
verosimili: tale ad esempio quella della placchetta tonda
rappresentante il Centauro che rapisce Dejanira, ascritta
al Riccio, il quale non ha mai quelle caratteristiche
vesti fluttuanti; e così pure l'altra della placchetta as-
segnata al Melioli, mentre la composizione è chiusa
da un fondo, (piale solo poteva disegnarsi nella se-
conda metà del secolo xvi. Anche la placchetta n. 117,
di fattura grandiosa, a mo' de' seguaci di Michelangelo,
non può essere del Quattrocento; e l'altra rappresen-
tante la Madonna di Loreto, n. 67, non può essere
del Sansovino, ma di uno de' suoi seguaci, meno ele-
gante del maestro e men profondo nella forma. In
ogni modo lo studio del Dr. Rizzini, come primo saggio
apparso in Italia di classificazione delle antiche plac-
chette, merita il più grande encomio.

O. M.
 
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