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Archivio storico dell'arte — 3.1890

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Fasc. V
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Cronaca artistica contemporanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.18089#0428

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CRONACA AKTISTIG

A CONTEMPORANEA

115

« tere ;i cavallo sopra un gallinaccio, e intorno alla
« base, invece di quattro schiavi, v'erano quattro scimmie
« clic facevano ìe boccacce. Capirete anche voi che dopo
« questo esempio mal converrebbe ai piccoli aver della
« vanità. Se volete, vi manderò una delle scimmie della
« base e vi metterete sotto il mio nome. Non facciamo
« caso, mio caro signore, che della salute e della quiete.
« Tutto il resto è fumo, e io, durante la mia vita, ho
« troppo corso dietro al fumo. Vi auguro una stabile
« felicità, se pur ve ne ha sulla terra. Ilo l'onore ec. ».

— 115 di agosto è morto a Neuchàtel, in età di ses-
santanni, Augusto Bacheliti, il cui nome spetta a pari
diritto tanto alla cronaca artistica che a quella lettera-
ria della Svizzera. È come artista soltanto che io debbo
occuparmene qui, e come tale dirò che egli era il più
illustre fra i pittori militari della Svizzera, avendo egli
con predilezione ritratti i fatti d'arme e i più dramma-
tici episodi della storia del suo paese.

L'ingresso in Svizzera dell'armata francese dell'Est,
incalzata e circondata dai vittoriosi alemanni, fornì a
lui il soggetto di una serie di quadri dipinti con vero
sentimento artistico e con estro vivace. Pei consigli del
celebre Paolo Delacroix (bibliophile Jacob) del quale
era intimo amico, pubblicò una iconografia di Marat
curiosissima e di grandissimo pregio. Fondò poi il mu-
seo istorico di Neuchàtel, che a buon diritto è adesso
uno dei più rinomati della Svizzera. Questa ha perduto
in lui non solo un artista e un letterato eminente, ma
ancora uno dei più stimati suoi cittadini per bontà di
cuore e per un raro, troppo raro, disinteresse.

— Anche l'arte italiana ha fatto in questi ultimi
giorni una perdita crudele nella persona di Pietro Ga-
gliardi, morto a Frascati, dove ogni anno soleva recar-
si a villeggiare. Allievo dell'Accademia di S. Luca, ebbe
a maestri il Minardi, il Camuccini, grandi instauratori
di qu.ella scuola che giunse a emancipare l'arte del
dipingere da ogni barocchismo, e riportarla alle pure
tradizioni della pittura italiana. Il Gagliardi pervenne
in breve a stampare orme incancellabili sulla strada
dell'arte, e il suo nome divenne presto famoso, non in
Italia soltanto, ma in Francia, in Spagna, in Irlanda, a
Malta ed anche nella lontana America, per tutto insom-
ma dove andarono sparse le opere sue. Non è qui il
luogo di ricordare i lavori, neppure i principali, eseguiti
dal Gagliardi. Sarebbe cosa che mi condurrebbe troppo
per le lunghe e mi limito a menzionare la Crocifissione
che è nella chiesa degli Schiavoni e che fu il primo
dipinto che valse a classificare il Gagliardi fra i più
perfetti maestri dell'epoca; e gli affreschi in S. Agostino
dove egli ha saputo non rimanere inferiore all'Isaia di
Raffaello.

Negli ultimi tempi della vita sua, qualcuna delle
splendide qualità artistiche della sua giovinezza era an-
data modificandosi e addolcendosi in guisa da rendere
le sue opere ultime, tutte di soggetto religioso, meno
vistose, ma più soavi e mistiche, vero riflesso di quei
sentimenti che egli nutriva in cuore. I quali lo tennero

sempre lontano dal ricercar lodi e trionfi, e racchiusero
la sua lunga esistenza fra le carezze dell'arte e l'amore
della famiglia soltanto. Col Gagliardi si è spento uno
degli ultimi e più grandi rappresentanti di quel gruppo
di pittori che ad altissimo grado seppero innalzare in
Roma la pittura nel corso del secolo che sta per finire.

— Da Firenze ci perviene la notizia che il prof. An-
nibale Gatti ha compiuta un' altra di quelle opere stu-
pende che in tanto numero ormai vanno sparse pel
mondo a glorificare il suo nome. È un altro sipario che
va a tener compagnia ai suoi maggiori fratelli del Cairo
e di Pisa. Il Gatti, oltre a un numero grande di quadri
a olio e di affreschi bellissimi, che nell'instancabile sua
operosità ha compiuti, si è più volte dedicato anche
alla pittura dei sipari da teatro, nei quali molti altri
sommi artisti hanno esercitato il loro ingegno. Ilo ram-
mentato quello del Cairo, composizione stupenda rap-
presentante ii Genio dell'Egitto che illumina l'Asia e
l'altro di Pisa, che presenta Goldoni che recita un suo
sonetto all'accademia pisana degli Arcadi, quadro pieno
di vita, di verità e di grazia tale che non si può
guardare senza un sentimento di compiacenza pro-
fondo. Ora egli ne ha compiuto un altro per il teatro
di Bogotà nella repubblica di Colombia in America il
quale rappresenta le Arti del teatro (Drammatica,, Ma-
sica, Danza) a Boc/otà. Sul quale non posso che tra-
scrivere quanto ne ha detto la Nazione, cioè che la
vastità del soggetto, la sapiente disposizione delle nu-
merose figure, la correzione del disegno, l'armonica in-
tonazione del colorito, la finezza del lavoro, anche nei
più minuti particolari, ne fanno un'opera degna dell'abi-
lissimo quanto modesto pittore. Il giornale fiorentino
deplora che un lavoro così profondamente pensato e
mirabilmente eseguito debba andare come in esilio in
regioni tanto lontane : io però me ne consolo pensando
che quanto più si spargono pel mondo i capolavori del-
l'arte italiana, e tanto più cresce nella estimazione uni-
versale la patria nostra diletta. Onore agli eminenti ar-
tisti, agli assidui lavoratori, che al pari del prof. Gatti,
concorrono a questo grandissimo scopo !

E adesso veniamo a quella rubrica che ormai mi-
naccia di divenire eterna, voglio dire ai monumenti, che
più o meno a proposito, han preso a pullulare dovunque.
Meno male quando sono, come nei casi seguenti, giu-
stamente decretati.

— A Roma si stanno prendendo delle disposizioni per
erigere un monumento commemorativo del più grande
tra i fatti storici del secolo nostro, e che servirà nel
futuro a segnare un limite di separazione fra due di-
verse epoche della storia dell'umanità; intendo dire del
20 settembre 1870.

La Fratellanza Artigiana se n'è fatta promotrice, e

10 scultore cav. Tadolini ha già per tale scopo eseguito

11 bozzetto di un gruppo rappresentante il maggiore
Pagliari a cavallo, che cade ferito mortalmente sulla
breccia di Porta Pia, mentre lo circondano i soldati ita-
liani delle varie armi.
 
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