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Archivio storico dell'arte — 3.1890

DOI issue:
Fasc. VI
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Gnoli, Domenico: Le opere di Mino da Fiesole in Roma, [5]
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https://doi.org/10.11588/diglit.18089#0452

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LE OPERE DI MINO DA FIESOLE IN ROMA

Ho lasciato per ultima un'opera che porta la lirnia di Mino: il ciborio di santa Maria in Tra-
stevere, nella speranza che nuove ricerche ini avrebbero condotto a superare certe diflicoltà che
incontravo nel l'assegna rie, almeno approssimativamente, la data; il che non m'è riuscito se non
in parte. L'esame dell'opera, ed anche una ragione estrinseca,-m'inducevano a ritenerla contempo-
ranea al ciborio di santa Maria Maggiore (1463-64): ma a ciò non trovavo alcuna conferma storica;
ed anzi, poiché esso era collocato, tino a pochi anni fa, nell'andito che mette alla sacrestia, e questa
era stata edificata ed ornata dal cardinal di Milano e Governatore di Roma Stefano Nardini, quello
stesso che edificò il bel palazzo detto oggi del Governo Vecchio, mi pareva credibile ch'egli avesse
fatto fare il ciborio: ma questi (che fu l'atto cardinale nel 1473, e morì nel 1484) edificò la sacrestia

MONUMENTO DI FRANCESCO TORNABUONI

(nella chiesa della Minerva)

appunto in questo ultimo anno, secondo l'iscrizione posta sulla porta. Considerando però che è stata
scalpellata la cornice dell'iscrizione per incidervi le unità, potrebbe ancora credersi che queste vi
fossero aggiunte per indicare il termine de' lavori, e che il principio di essi, ed il ciborio, risalis-
sero al 1480: ma ciò non converrebbe ad ogni modo colle ragioni della scultura.

E un fatto singolare che sotto al ciborio, nel luogo dove soleva porsi lo stemma di chi lo aveva
ordinato, qui ci sia un'aquila, che non mi pareva possibile fosse messa a solo scopo di decorazione.
D'altra parte, ne lo stemma del cardinal Nardini, nò quello del suo predecessore nel titolo di santa
Maria in Trastevere, il cardinal Amico Agnifilo, hanno la figura dell'aquila; nò, se l'avessero, si
intenderebbe perchè non si trovasse incorniciata nel solito scudo.

Nondimeno quell'aquila doveva avere un significato che m'importava di ritrovare, e spero es-
servi riuscito. Il cardinal Agnifilo, nativo di Gollemedio, nella provincia d'Aquila, aveva assunto il
 
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