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Archivio storico dell'arte — 3.1890

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Fasc. VI
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Fabriczy, Cornelius von: Giuliano da Majano: architetto del Duomo di Faenza
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https://doi.org/10.11588/diglit.18089#0462

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BENEDETTO I)A MAJANO ARCHITETTO DEL DUOMO DI FAENZA

445

prezzo di due. 300 per l'opera prestata da vari artefici per la fabbrica del Palazzo del Cardinale
(Ardi. s/or. dell'Arte I, 309).

1478, 1 febbraio. II Card. Conchense scrive a Lor. de' Medici pregandolo di procurare che
Giuliano venga a Roma, per stabilire con lui quanto occorre circa il proseguimento della fabbrica
del suo palazzo (Gior. stor. degli Ardi. tose. I. Ili p. 233).

1478, 20 febbrajo. Lo stesso scrive a Lor. de' Medici che Giuliano è stato a Roma e ha
promesso di partir per Recanati dopo le feste di Pasqua (1. c. p. 234).

1478, 9 giugno. Giuliano fa la dichiarazione sopra ricordata dinanzi agli ufficiali de' Ribelli
(vedi più indietro).

1178, 29 dicembre. Giuliano, come procuratore del Card. Conchense, interviene a Recanati alla
compra di alcune case destinate, senza dubbio, a esser incorporate nella nuova fabbrica (Ardi,
stor. dell'Arte I, 415).

1479. Gli è allogato il palco di legname della sala del Consiglio nel Pai. Vecchio di Firenze
(Vasari II, 481 e IV, 342 nota 1).

1479, agosto. Essendo morto il card. Conchense, la fabbrica del suo palazzo è interrotta e non
si continua in appresso. (G. Fr. Angelita, Origine della città di Ricanati etc., Venezia, 1601).

1479. Essendo morto Marino di Marco Cedrini, capomaestro della fabbrica di S. Maria di Loreto,
gli succede un certo Maestro Tommaso, il quale però bentosto, forse già nell'anno seguente, viene
rimpiazzato da Giuliano da Majano (Vogel, De Eccles. Recanal, et Laurei, etc. Recineti 1859, t I p. 313)

1480. Insieme co' suoi fratelli Giovanni e Benedetto, costruisce e scolpisce il tabernacolo della
Madonna dell'Ulivo vicino a Prato (Vasari II, 472 n. 5 e IV 343).

1481. Sul principio dell'anno Giuliano venendo da Firenze passa per Urbino, senza dubbio in
viaggio per Loreto (Gaye I, 274).

1481, 18 maggio. Il capitolo della cattedrale di Faenza, certo in presenza di Giuliano, delibera
di non far continuare la fabbrica oltre la parte già cominciata, e stabilisce che maestro Mariotto,
il commesso di Giuliano, debba lavorare secondo i suoi ordini (KircJienschmuck XIX n. 7; Zeit-
schrift fur Mldende Kunst XXIV, p. 164; Ardi. stor. dell'Ariel, 285).

1482, 9 aprile. Il Consiglio comunale di Macerata, dovendo riparare il Palazzo maggiore, stabi-
lisce di domandar consiglio a Giuliano da Majano existentis ad fabricam S-te Marie de Laureto,
optimi et pr abati magistri in liuiusmodi exercitio {Ardi. stor. dell'Arte I, 416).

1482, 11 maggio. Il detto Consiglio stabilisce di seguire il giudizio di lui circa la riparazione
del Pai. maggiore (1. c. pag. 417).

1484 (?) Forse è Giuliano che intorno a quest'anno fornisce i disegni per la Porta Capuana a
Napoli (Vasari II, 471 e 484).

1485, 14 marzo. Il cardinale Girol. della Rovere, vescovo di Recanati, notifica da Roma al suo
commesso costì l'arrivo imminente dopo Pasqua di Giuliano a Loreto, per continuare la fabbrica
di quel duomo, stata interrotta, a quanto pare, da qualche tempo {Arch. stor. dell'Arte I, 417).

Circa la persona di Maestro Mariotto nulla di certo ci è dato di risapere. Il suo nome però si
presenta un'altra volta in un documento pubblicato da C. Malagola (Di Sperandio e delle cartiere,
dei carrozzieri, armaioli, librai, fabbricatori e pittori di vetri in Faenza sotto Carlo e Galeotto
Manfredi, Modena, 1883), contenente i patti conchiusi il 7 giugno 1477 fra Carlo Galeotto e Spe-
randio, con cui questi si obbliga di stare, pei prossimi cinque anni, ai servigi del Signore di Faenza.
Fra i testimoni presenti al rogito del documento in discorso occorre anche il nome di Magister
Mariottus quondam Iohannis, murator caselle sancti Laurentii (1. c. pag. 11). La cappella di
san Lorenzo è quella che chiude la nave trasversale verso mezzogiorno; fu dunque compresa nella
parte dell'edilìzio che, come abbiamo detto più indietro, venne eseguita negli anni 1475-1477. Pare
lecito, perciò, di arguire da questo fatto che Maestro Mariotto era stato adoperato nella fabbrica
fin dal suo principio. Era forse padre di quel Domenico di Mariotto che al dire del Vasari fu ammae-
strato da Giuliano da Majano nell'arte dell'intarsia e lo aiutò nei lavori di questo genere eseguiti
da lui per la cattedrale di Pisa. Che fosse fiorentino, ce lo dice il recentissimo annotatore del
Vasari (t. II, p. 469 nota 2). La data della sua morte (dopo il 1519) non si oppone alla supposi-
zione teste emessa; la circostanza poi, che i lavori del Majano pel duomo di Pisa furono appunto
 
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