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Archivio storico dell'arte — 3.1890

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Fasc. VI
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Venturi, Adolfo: Ludovico Mazzolino
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https://doi.org/10.11588/diglit.18089#0475

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ADOLFO VENTURI

lombardi. Più tardi, determinatasi bene la sua maniera, « così singolare e segnalata, che, al dire
del L'inzi, si conosce in mezzo a mille», si cadde nell'esagerazione de'suoi pregi, e si vide in lui
una forte, profonda tendenza al misticismo. « Tutta l'arte », scrive il Laderchi, « per lui sembra
concentrata nel condurre a meditare i misteri, la verità, la bellezza del cristianesimo ». E nel
descrivere i quadri della galleria Costabili, lo stesso autore trova nella figura di un san Rocco
«un'espressione di carità cosi fervente quale convenivasi a quel Santo», e nelle Madonne del
Mazzolino « un sì dolce candore e una sì santa umiltà, che fa partecipe lo spettatore alla com-
punzione che in quelle seppe ritrarre l'artista ». Queste frasi mostrano che il Laderchi, amico del
Rio, ne seguiva le mistiche teoriche, e ricavava motivi dell'opera, allora diffusa, sulla poesia cri-
stiana considerata nelle sue forme. Ma quelle teoriche non lasciavano guardare all'opera d'arto
serenamente, e la guelfa scuola cadeva in adorazione innanzi a certi pittori, e ne metteva all'in-

Tav. X. — FIRENZE, GALLERIA DEGLI UFFIZI: LA STRAGE DEGLI INNOCENTI

(da fotografìa Alinari)

dice altri pieni di grande ed umana potenza. Il Mazzolino non è mistico, manca di quella bellezza
ideale che irradiava già da tanti capolavori del cinquecento: egli ci sembra in mezzo ai genii
della sua epoca come un villico che novelli di cose sacre, sgangherato nei gesti, e nella cui rozza
fantasia ricorrano ad un tempo i ricordi biblici e i più comici particolari di costumi, di giuochi
di fanciulli, di cani e di bertuccie. Vero è che il quattrocento aveva già mescolato le scene della
vita mondana con le rappresentazioni religiose; ma nel Mazzolino la mescolanza ha un'allegra
vivacità campagnuola, e trasforma la rappresentazione sacra in una di genere.

Abbozzata così la figura del Mazzolino, crediamo non inutile far seguire il catalogo delle sue
opere, tanto più che la più gran parte di esse non furono mai indicate dagli autori che trattarono
del nostro artista. Avremmo voluto anche indicare le opere che si trovano annotate ne' cataloghi
delle collezioni che andarono disperse, quelle già nella galleria Costabili ad esempio; ma poiché
è cosa assai ardua il rintracciare e l'identificare con le descrizioni quei dipinti, rinunciamo a questa
 
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