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Archivio storico dell'arte — 3.1890

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Fasc. VI
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Recensioni e cenni bibliografici
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https://doi.org/10.11588/diglit.18089#0483

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RECENSIONI E CENNI BIBLIOGRAFICI

466

ab eo habuisse et recepisse ibidem in contanti et pe-
cunia numerata per manus dicti Gregorii de pecuniis
dicti Gregorii asseruit dicti Jacobi. Et promisit etc.

III.

Ivi, prot. 1505, c. 232.

1505, Ottobre 30.

Die Jovis penultimo octobris actum in strata regali
supradicti castri fracte ante domum infrascripti Gregorii
Antonii.

Venerabilis vir ser Camillus quondam Bartholomei
Caporalis de Perusia S. Laurentii de Perusia Canonicus

et procurator et procuratorio nomine bernardini alias

dict. pentorichio de perusia et Jo. Baptiste Caporalis
fratres Carnalis dicti ser Camilli prò quibus promisit
de rato obligando res et bona dictorum constituentium,

nec non omnia et singula eius bona mobilia et stabilia
presentia et futura prò infrascriptorum omnium obser-
vatione; fecit finem refutationem absolutionem liberatio-
nem quietationem et pactum de ulterius aliquod non
petendo Gregorio quondam Antonii Baldutii de diete
castro fracte et mihi notario infrascripto uti publice
persone presenti stipulanti et recipienti prò se et prò
Jacobo quondam Arcangeli Toti de dicto castro fracte
et prò omnibus quorum interest ecc. de fior, novem et
sol. decem ad rationem xl boi. prò fi. eisdem debitis
vigore publici instrumenti promissionis et obligationis
cum magistro Bernardino facti per supradictos grego-
rium et Arcangelum prò pictura tabule predicte. Et hoc
fecit prò eo quocl sponte confessus et contentus dictam
pecunie quantitatem ab eis habuisse et recepisse et re-
cepit in contanti et pecunia numerata in auro et monetis
in presentia testium predictorum et mei notarii infra-
scripti de pecuniis dicti gregorii ecc.

RECENSIONI E CENNI BIBLIOGRAFICI

Antonio Gianandrka. - Di Olivuccio di Ciccareìlo pittore

marchigiano del secolo XV. — (Estratto dalla Nuova

Rivista Misena, n. 12, 1890).

L'autore comincia coll'avvertire che un Aliguzio di
Ciccareìlo, anconitano, non era sfuggito alle ricerche di
Amico Ricci e che, più recentemente, il Vogel pubblicò
l'atto con cui Filippo Maria Visconti nel 1429 commise
a questo pittore la tavola dell' Adorazione dei Magi per
la basilica di Loreto. Più recentemente ancora il Feroso
nel suo libro Ancona e il Ferretti nelle Memorie sto-
rico-critiche dei pittori anconitani toccarono breve-
mente di Aliguzio e senza contribuzione di studi nuovi.
In ogni altro libro di storia dell'arte sarebbe inutile
cercarne notizie.

Il prof. Gianandrea, cercando nell'archivio notarile
di Ancona, ha potuto qualcosa rettificare di quel ch'era
stato scritto, qualcosa aggiungervi. Innanzi tutto egli
ha trovato che il pittore non era di Ancona, ma di
Camerino; e vedendolo nominato Aulivutius, Olwuctius,
Oliutius, crede che, meglio che Aliguzio, ei si debba
chiamar Olivuccio. Trovandolo in un istrumento del 1391
fideiussore di Antonio da Lucca pittore, e riflettendo
che gli statuti non concedeano di fare fideiussione se
non ad uomini che avessero compito il venticinquesimo
anno, ne deduce giustamente che Olivuccio non dovesse
esser nato oltre il 1365. Lo trova ammogliato prima ad

una Colozia, poi ad una Giovanna; e dopo altre notizie
di minor conto, le quali tutte però ci mostrano Olivuccio
dimorante sempre in Ancona, aggiunge alla notizia ar-
tistica principale, già data dal Ricci e dal Vogel, la
notizia di un altro contratto dal 1431, in cui fu allo-
gata ad Olivuccio una tavola per la chiesa di S. Nicolò
del castello di Sinolo; più una dichiarazione del 1432
in cui pittore e committenti si dicono soddisfatti reci-
procamente. In vari atti notarili degli anni seguenti
Olivuccio è ricordato, finché si trova il suo testamento
in data del 3 giugno 1439. Dovè morir subito, perchè
due giorni dopo già vengono alcune disposizioni del
suo erede. Aggiunti ad un estratto che il prof. Gianan-
drea ha fatto della sua memoria, si leggono i docu-
menti relativi a tutte le notizie date.

Al diligente e modesto scrittore non sembra di
aver fatto abbastanza: egli pensa che, frugando negli
archivi del Comune, delle chiese, dei monasteri, delle
famiglie private, si possa ricostruire più compiutamente
la storia di questo pittore. Ciò sarà vero, ma è vero
anche che la parte da lui arrecata alla ricostruzione
è notevole. Dee dirsi piuttosto che, se qualcosa scema
pregio ad indagini così ben fatte, è ch'esse si aggirano
intorno ad un artista di cui fin qui non può indicarsi
alcun'opera. Il prof. Gianandrea, pensando a molte ta-
vole d'autore ignoto sparse in Ancona e nelle città vi-
 
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