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Archivio storico dell'arte — 3.1890

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Fasc. VI
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Cronaca artistica contemporanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.18089#0487
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470

vedrà seduta una Musa, attenta ai concenti di quattro
Genietti che cantano e suonano presso di lei. Il monu-
mento misurerà sette metri di altezza, e sorgerà davanti
alla nuova sala Hans destinata per musicali concerti.

— Giunge da Anversa la triste notizia che il pittore
Carlo Verlat è morto. Questo artista godeva nel Belgio
di grande riputazione, e fra i più noti suoi quadri si
citano Gerardo Dolo nello studio di Rembrandt., Gof-
fredo di Bouillon all' assalto di Gerusalemme, Speranza
e disinganno, Toro in difesa contro dei lupi, una Ma-
donna eoi Bambino, Cristo morto a' piè duella croce, ed
altri ancora, assai distinti alle esposizioni universali del
1867 e del 1878. Carlo Verlat era ufficiale dell'Ordine
di Leopoldo e della Legione d'onore. L'arte ha perduto
in lui un valente cultore, che quantunque ormai avanzato
in età, poteva ancora adoperarsi benissimo al suo mag-
giore incremento.

— Il marchese Ginori, Commissario per le Belle
Arti in Toscana, ha formulato e presentato all'appro-
vazione del Ministero della Pubblica Istruzione un pro-
getto per un generale riordinamento della celebre Galleria
degli Uffizi di Firenze.

Si tratterebbe di distribuire tutto l'immenso materiale
che possiede, in ordine cronologico, e diviso secondo le
diverse scuole. Nella antica Aula del Senato, attigua
alla Galleria, dovrebbero essere esposte con ordine le
collezioni che dalle origini si spingono fino alla metà
del xvi secolo. Nelle altre sale, ora occupate dai pro-
dotti dell'arte antichi e moderni, si raccoglierebbero i
quadri dalla metà del xvi secolo fino ai tempi pre-
senti. Così si avrebbe un insieme che a colpo d'occhio
esporrebbe i progressi dell'arte dalle origini ad oggi.

La Galleria d'arte moderna dovrebbe pure esser posta
in grado di accrescere le sue collezioni mediante la
istituzione di concorsi e di premi, che servirebbero anche
di stimolo e di incoraggiamento ai migliori artisti viventi.
Speriamo che al Ministero sia fatta buona accoglienza
a questo utile progetto.

— Il detto Commissario ha pure fatto ultimamente
acquisto di uno dei tre magnifici ritratti della famiglia
Poniatowski che si trovano nella galleria De Gubernatis
di Firenze. Il quadro è opera di Angelica Kaufmann,
e rappresenta Stanislao, ultimo re di Polonia, e pro-
viene dalla II. Galleria di Varsavia. È destinato adesso
alla Galleria degli Uffizi, la quale non possedeva finora
della Kaufmann che il ritratto autografo, uno dei più
belli della celebre raccolta di ritratti consimili.

- Altro avvenimento artistico notevole per Firenze
è la riapertura della chiesa di S. Trinità, rimasta chiusa
per restauri da oltre sei anni.

Questa chiesa, eretta nel 1250 coi disegni di Nicolò
Pisano, dal Buontalenti modificata nel 1570, e rimpa-
sticciata poi in diverse altre volte, è stata ora liberata
da tutte le superfetazioni e deturpazioni sofferte, e ri-
portata al primitivo suo stato. Gli archi, già deformati
e ridotti di tutto sesto, sono stati riportati nuovamente
a sesto acuto: le cappelle han ripreso l'antico loro carat-

1 tere: sono stati riscoperti gli affreschi imbiancati o in-
tonacati; e con perfetto lavoro è stato restaurato e
rimesso, qual era in antico, il soffitto.

L'architetto Del Moro ha scoperto sotto la chiesa
una cripta antichissima, che gli intelligenti voglion ri-
salga al vii o all'vin Secolo, e l'ha restaurata. Vi si
è riconosciuta una primitiva basilica cristiana di puro
stile romano. Il successivo rialzamento di livello del
terreno circostante, reso necessario dalle inondazioni
frequenti del vicino Arno, ridussero quella basilica a
sotterraneo della nuova chiesa, impraticabile e pieno
di ossa e di macerie.

Questo restauro, la cui descrizione meriterebbe un
articolo speciale, non può ancora dirsi completo, poiché
le sole navate sono finite. All'aitar maggiore e alla
crociera continuano ancora i lavori.

— Qui in Roma, con provvido consiglio, si sta stu-
diando il modo, non di conservare soltanto, ma di ren-
dere alla ammirazione del pubblico e allo studio degli
artisti, i bellissimi medaglioni dipinti dal Fracassini nel
soffitto del demolito teatro Apollo, e che da molto tempo
trovansi depositati in un magazzino in via degli Incurabili.
L'on. Ferrari, con una elaborata sua relazione, ha dimo-
strato il merito di quei dipinti e la necessità di conser-
varli, e il li. Commissario straordinario pel comune di
Roma ha convenientemente apprezzate le proposte del-
l'egregio relatore. Speriamo adunque di veder presto
tradotto in atto qualche saggio provvedimento su questo
proposito.

— L'odissea dell 'Angelus di Millet, che già da tanti
mesi continua a occupare di se la cronaca dell'arte, non
è giunta ancora al suo termine. I francesi, quando si
tratta di cose nelle quali, a ragione o a torto, credono
impegnato il loro onore nazionale, non si danno per
vinti con tanta facilità. La partenza dell' Angelus per
l'America era sembrato a loro uno smacco, e han tro-
vato adesso chi l'ha riparato.

È questo lo stesso amatore di quadri che acquistò
(come accennai nella mia cronaca dello scorso aprile)
per 850,000 franchi il 1814 di Meissonnier : il signor Cliau-
chard cioè, uno degli antichi direttori dei magazzini
del Louvre. Egli ha pagato VAngelus centomila franchi
meno; lo che non toglie a questa tela il vanto di aver
raggiunto un prezzo che pel suo merito, mi si lasci
dirlo, può assolutamente qualificarsi esorbitante. E si
noti che a questo prezzo è stata ceduta soltanto a con-
dizione che non debba consegnarsi al nuovo acquirente
che dopo il 25 'Gennaio 1891, epoca fino alla quale
deve rimanere esposta pubblicamente in America, a be-
nefizio dell'Ari american association sua ultima acqui-
rente, dalla quale il sig. Chauchard l'ha ricomprata.

E non si creda che questo benefizio sia di poca
entità. La esposizione di questa tela ha fruttato finora
360,000 lire: si consideri dunque qual somma avrà pro-
dotta all'epoca della sua consegna. Certo non avrebbe
mai potuto il suo autore immaginarsi che, dipingendo
quella tela, non componeva un quadro, ma una sorgente
 
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