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Archivio storico dell'arte — 4.1891

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Fasc.I
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Cavalcaselle, G. B.: Spigolature Tizianesche
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https://doi.org/10.11588/diglit.18090#0037

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SPIG0 LAT URE T1Z IANESC11E

7

Il dipinto ò indubbiamente del grande Cadorino, pieno di vigoria di colorito e d'espressione:
non è certo del tempo in cui Tiziano dipingeva i Baccanali pel duca di Ferrara, 1 nò di quello
in cui eseguiva la Madonna di Cà Pesaro nella chiesa de' Frari; 2 appartiene al periodo di tran-
sizione dalla seconda alla terza maniera del maestro, tra il 1550 ed il 1560, quando ancora egli
non isdegnava di dare alle sue pitture una certa finitezza, che qui apparisce specialmente nella
testa, ed usava ancora di tinte abbastanza chiare e vivaci.

La pittura, ad eccezione di qualche lieve ritocco sul braccio e sulla mano destra, come pure
nella parte superiore del Crocifisso, nèi di pochissimo conto, può dirsi in buono stato di con-
servazione.

Riguardo alla storia di questa tavola altro non sappiamo dire, se non che essa trovavasi con altre
da più d'un secolo in casa dei conti Burin di Padova, i quali, per fortuna, non la fecero mai restaurare.

Estintosi il casato, la raccolta de1 quadri fu divisa tra gli eredi, e questo di Tiziano, già
offuscato da polvere e sudiciume in modo che non se ne era da molto tempo più riconosciuto
il valore, passò nelle mani del cavalier dottor Sotti, medico primario nell' ospedale civile di
Padova.

Portato ultimamente il quadro a Roma, fu ripulito con semplici mezzi meccanici dal sudiciume
che ne toglieva quasi del tutto la vista.

Presso il signor Carlo Zuber, a Yenezia, ci fu gentilmente mostrata una tavola in CUI e Venezia, presso
dipinta una donna rivolta alcun poco alla sua destra, ma cogli occhi girati a guardar di pro-
spetto. Porta sul capo un velo nero che s'interna nel corpetto dell'abito, lasciando nel mezzo
scoperto il collo e parte del seno, attorno al quale, dal detto corpetto pur nero, spunta l'orlo
pieghettato della camicia bianca.

Ha nobile atteggiamento e tiene elegantemente piegato ed alzato il braccio destro fino al-
l'estremità del corpetto sul seno, appoggiando ivi la bella mano grassoccia colle dita piegate.

Attorno al polso scoperto e tondeggiante gira l'orlo ricamato della bianca camicia.

La figura spicca, a quanto sembra, su fondo verdastro-scuro; ma pur troppo il dipinto è stato
cosi rovinato da puliture, che, oltre alle ultime finitezze, gli fu levata gran parte del colorito a
corpo, onde se ne vede la preparazione, chiara, luminosa, propria del Tiziano. Quantunque però
sia ridotta in istato tanto deplorevole da chiamarsi ora una reliquia di quel che era, rimane
sempre un'opera interessante, poiché vi si ravvisa il modo di procedere del maestro nel suo la-
voro; ed è condotta d'altra parte con tanto amore e finitezza da far subito pensare alle opere
eseguite da Tiziano nella sua prima epoca.

11 Martinioni nelle aggiunte all'opera del Sa ri sovino Venezia città nobilissima (Yenezia, 1663),
parlando dei quadri esistenti nella Raccolta del pittore Niccolò Renieri, cita, a p. 377, fra i
dipinti di Tiziano « due bellissimi ritratti di donne, una vestita di damasco azzurro, e Valtra da
vedova». Molto probabilmente questo secondo ritratto è il medesimo di quello indicato nel ca-
talogo II de'quadri vendibili in ignote località d'Italia (anno 16..), pubblicato dal Campori nella
Raccolta di cataloghi, ecc., a p. 443, ove trovasi così descritto : « Un ritratto (dipinto da Tiziano)
d'una bellissima dama vestita da vedova, con una bellissima mano, dicono essere Clelia Farnese,
fatto in tavola, alto quarte 5 1 /.,, largo 4 1f21 in cornice di noce toccata d'oro». Nel voi. II
della nostra opera citata abbiamo accennato a questo ritratto tra i quadri di Tiziano perduti ;
ma ora siamo d' avviso che esso sia quello posseduto dal signor Zuber, corrispondendovi la descri-
zione, e, come ci si dice, anche le misure.

Afferma poi il signor Zuber di averlo comperato a Genova dove era pervenuto da Mantova.

A pagine 422 e seguenti del volume secondo discorremmo d'un ritratto del Bembo in tela,
dipinto da Tiziano, ora esistente nella Galleria del Museo di Napoli, e lo identificammo per quello
indicato nell' Inventario de'quadri esistenti nel Palazzo del Giardino in Parma,3 pubblicato dal

1 Cfr. la nostra opera citata, I, 227 e segg.

" Ivi, p. 274 e segg.

3 Collezione Farnese; l'inventario è del 1680 circa,
 
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