20
P. L. CALORE
Un terremoto venne poscia, nel 1348, a scuoterlo e rovinarlo, ed il restauro clie se ne fece
un secolo dopo, cioè nel 1448, 1 sono, secondo me, quelle brutte e meschine superfetazioni, che
restano ancora ad attestarci le misere condizioni in cui già nel secolo xv la badia era discesa. Meno
male però che, se molto si lasciò deperire, e qua e là, come vedremo, qualche brutta aggiunta si
fece, ne l'interno, nè l'esterno della basilica restarono così alterati da non mostrare la bellissima
opera dell'abbate Leonate, e quella primitiva che pur dopo la ricostruzione rimase, dei tempi di Lo-
dovico II, voglio dire la cripta, che ora ebbi l'onore, mercè le cure del Ministero dell'istruzione
AMBONE NELLA CHIESA DI SAN PELINO A PENT1MA.
pubblica, di rimettere pienamente alla luce, dopo tanti anni d'oblio, dopo che tanti cadaveri vi
s'erano dentro accumulati.
*
* *
E una cripta presbiteriale alquanto rialzata, sicché al presbiterio della chiesa si deve acce-
dere per quattro gradini. 2 Essa non corrisponde se non che in larghezza alla pianta della basi-
lica del xii secolo, essendo state le pareti della nave trasversale e l'abside di questa traspor-
tate più indietro per dare maggiore ampiezza al presbiterio (v. figura). Yi s'entra per due
gradinate laterali e consta di nove piccole navatine a volte a crociera con archi posanti su rocchi
di colonne antiche, alcune delle quali scanalate, sulle quali fu posto una specie di disadorno e
rozzissimo abaco, oppure basi di antiche colonne, fuorché sulle quattro sostenenti la volta del-
l'abside, su cui stanno quattro antichi capitelli corinzi.
1 Cfr. Lindi, op. cit. p. 434, della chiesa di Alliate nella Brianza e del San Marco
2 Di cripte presbiteriali rialzate del secolo ix tro- di Venezia. Cfr. per esse il Cattaneo, L'Architettura
yianio quelle della chiesa di San Vincenzo a Milano, in Italia dal secolo VI al mille circa, pp. 215, 219, 243.
P. L. CALORE
Un terremoto venne poscia, nel 1348, a scuoterlo e rovinarlo, ed il restauro clie se ne fece
un secolo dopo, cioè nel 1448, 1 sono, secondo me, quelle brutte e meschine superfetazioni, che
restano ancora ad attestarci le misere condizioni in cui già nel secolo xv la badia era discesa. Meno
male però che, se molto si lasciò deperire, e qua e là, come vedremo, qualche brutta aggiunta si
fece, ne l'interno, nè l'esterno della basilica restarono così alterati da non mostrare la bellissima
opera dell'abbate Leonate, e quella primitiva che pur dopo la ricostruzione rimase, dei tempi di Lo-
dovico II, voglio dire la cripta, che ora ebbi l'onore, mercè le cure del Ministero dell'istruzione
AMBONE NELLA CHIESA DI SAN PELINO A PENT1MA.
pubblica, di rimettere pienamente alla luce, dopo tanti anni d'oblio, dopo che tanti cadaveri vi
s'erano dentro accumulati.
*
* *
E una cripta presbiteriale alquanto rialzata, sicché al presbiterio della chiesa si deve acce-
dere per quattro gradini. 2 Essa non corrisponde se non che in larghezza alla pianta della basi-
lica del xii secolo, essendo state le pareti della nave trasversale e l'abside di questa traspor-
tate più indietro per dare maggiore ampiezza al presbiterio (v. figura). Yi s'entra per due
gradinate laterali e consta di nove piccole navatine a volte a crociera con archi posanti su rocchi
di colonne antiche, alcune delle quali scanalate, sulle quali fu posto una specie di disadorno e
rozzissimo abaco, oppure basi di antiche colonne, fuorché sulle quattro sostenenti la volta del-
l'abside, su cui stanno quattro antichi capitelli corinzi.
1 Cfr. Lindi, op. cit. p. 434, della chiesa di Alliate nella Brianza e del San Marco
2 Di cripte presbiteriali rialzate del secolo ix tro- di Venezia. Cfr. per esse il Cattaneo, L'Architettura
yianio quelle della chiesa di San Vincenzo a Milano, in Italia dal secolo VI al mille circa, pp. 215, 219, 243.