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Archivio storico dell'arte — 4.1891

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Fasc.I
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Calore, Pier Luigi: L' Abbazia di San Clemente a Casauria
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https://doi.org/10.11588/diglit.18090#0056

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P. L. CALORE

Soltanto sopra di questi la nave (li mezzo ò compiuta in tutta la sua altezza, 1 come si vede anche
esternamente, in cui i muri sono rivestiti di bei conci di quella bionda pietra di grana finissima,
detta pietra gentile, proveniente da Ripa dei Cantoni in Yalle Santa Maria, presso Pesco Sansonesco;
pietra che s'adatta a tutte le carezze dello scalpello, onde fu adoperata anche per il grandioso
portico di cui parleremo più innanzi, e doveva essere usata per tutta la basilica.

Questa parte di alzato esterno della navata maggiore ha tre nel fianco a destra, tre nel-
l'altro a sinistra, in tutto sei lunghe finestre ad arco tondo ed a strombatura; una semplice gola
le riunisce girando intorno agli archi, e s'alzano da essa, a fianco degli archi medesimi, eleganti
colonnine con capitello, le quali vanno a raggiungere il coronamento finale dell' edifìcio, ad archet-
tini acuti con rosoni nel mezzo, sostenenti una cornice non molto aggettata, a listelli a gole ed
a dentelli; motivi tutti bellissimi e degni della considerazione dell'artista.

Anche l'abside ed i muri che la fiancheggiano sono esternamente rivestiti di conci della
stessa pietra gentile, e di essa, senza che noi ci dilunghiamo a parole, il lettore vedrà nella
eliotipia l'aspetto pittoresco prodotto dai motivi eleganti sviluppati su di una massa grandiosa.2
Ci basterà soltanto di far osservare che i muri di fianco all'abside mancano di coronamento, e
il Coronamento dell' abside è ad archettini tondi piuttosto che ogivali come nelle altre parti compiute
dell' edificio.

Interrottasi l'opera dell'abbate Leonate; subiti poi gravi danni dal terremoto del 1348, si
chiuse con un muro trasversale sostenuto da una grande arcata sopra il quarto pilastro la parte
più alta, perchè compiuta, della nave maggiore, e si ricoprirono provvisoriamente tutti i tejfcti di
rozza travatura. Caduto il campanile, che l'abbate Oldrio fondava nel 1146, e di cui si vedono
ancora gli avanzi a sinistra di chi è di fronte al prospetto del monumento, e due rappresentazioni
nei bassorilievi della porta maggiore della chiesa, dei quali parleremo più innanzi ; rovinata pure,
o distrutta l'antica sacristia, si provvide malamente forse nel restauro del 1448, restringendo il
presbiterio a' fianchi dell' abside e ricavando due locali, uno a sinistra per la sacristia, l'altro
a destra per il campanile attuale ; onde restarono nascosti, e solo ora possono in parte vedersi,
sotto alle sconce aggiunzioni, i bei pilastri mistilinei con capitelli finemente scolpiti al tempo
dell'abbate Leonate, i quali reggevano l'antica volta della crociera.

*

* *

Intatto, quasi, da barbare manomissioni è l'atrio della basilica colle sue tre nobili arcate e
le porte d'ingresso alla chiesa: monumento bellissimo e tra i più caratteristici del secolo xn in
Italia.

Sappiamo dal Chronicon che l'abbate Leonate volendo rinnovare il tempio di San Clemente
a Casauria, dopo aver raccolto grosse somme e molti materiali e schiere di maestri e di muratori,
incominciò nel 1176 a edificare il frontispizio con tre porte, decorandolo di grandi sculture; che

1 Non possiamo dire se al terremoto avvenuto nel 1348,
oppure ad un' interruzione dell' opera tanto splendida-
mente iniziata dall' abbate Leonate, sia da attribuirsi la
cagione per cui l'alzato della nave maggiore mostrasi
incompleto; propendo per l'interruzione, giacche nep-
pure i muri delle navi minori sono stati finiti, e vi si
riconosce che, condotti fino ad un certo punto con bei
conci di pietra, si dovette poscia sospendere il lavoro
per mancanza di mezzi, ed accontentarsi di condurre a
termine i muri con rozza opera di tufo. Forse le due
iscrizioni da me trovate sul muro esterno della nave
minore a sinistra, potrebbero indicare che il sacrista

Berardo (forse l'autore del Chronicon), continuando l'im-
presa dell' abbate Leonate, aveva incominciato a rive-

stire di egregia opera anche i fianchi della basilica: ma
i tempi volsero poi calamitosi e non se ne fece più nulla.
Ecco le iscrizioni :

la: f ANNIS MILLENIS j CENTENIS OCTVAGENIS QVATVOR HIS
IVNCTIS DEVS HIC MISERERE SEPVLTIS.

2a: f HOC OPVS EGREGIVM FECXT SACRISTA BERARDVS PRO
QVO NEMO PRECES | SIT XPO FVNDERE TARDVS.

2 Abbiamo voluto aggiungere, come a confronto, an-
che l'incisione dell'esterno dell'abside della chiesa di
San Pelino a Pentima, costruita nello stesso tempo, o
poco più tardi, affinchè si veda come a breve distanza
fossero usati motivi diversi e diversa maniera. Qui fu-
rono probabilmente impiegati artisti italiani.
 
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