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Archivio storico dell'arte — 4.1891

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Fasc.I
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Carotti, Giulio: Opere di maestri italiani nel museo di Chambéry
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https://doi.org/10.11588/diglit.18090#0071

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39

Le linee del viso sono semplici, pure, ma libere da ogni manierismo, da ogni fare ricercato:
si comprende la ingenua e schietta traduzione dal vero ; la esecuzione è accurata, morbida ; il
marmo è levigato con tutta diligenza. L'espressione è tutta di candore verginale. E un vero
ritratto che vi dà 1' impressione di un angiolo che in quell' istante sia caduto senza sofferenze nel
sonno della morte. Nel contemplare quest'opera si è compresi di ammirazione per l'arte bella,
pura e semplice ad un tempo, ma si è pur compresi di una emozione arcana.

A stento riescii a distaccarmi dall'ammirarla, e, avendo dovuto ripartire per Milano nella
stessa giornata, portai con me la dolce impressione di quella contemplazione. Ne' miei sogni
artistici sempre rivedevo quel gioiello, lambiccandomi il cervello per indovinare donde prove-
nisse e qual ne fosse l'autore. Il caso mi pose sulla traccia. Sfogliando le illustrazioni del catalogo
delle sculture del Museo di Berlino, dottamente descritte e commentate dal Bode e dallo Tschudi,
mi capitò sott' occhio la piccola riproduzione fotografica della scultura n. 208 e provavo una gran
meraviglia ravvisando in quella piccola, minuscola fotografia di due centimetri di lato una ma-
schera in marmo dagli identici caratteri di quella di Chambéry. Non c'era dubbio; la stessa
forma di maschera, la stessa espressione soave, gli stessi caratteri stilistici. Mi affrettai a cer-
care nel testo del catalogo la descrizione e le notizie su questa nuova maschera e tra le notizie
ivi aggiuntevi trovai appunto citata come opera analoga una maschera posseduta in Firenze dagli
eredi Garriod. Ma molti quadri di recente entrati nel Museo di Chambéry non provenivano già
dalla eredità Garriod ? e se la maschera faceva parte di quel legato, niun dubbio che era quella
vista dal Bode ed ora in questione.

Lasciai passare l'annata e al nuovo autunno (quello testé trascorso) ritornando in Chambéry
portai meco la macchina fotografica coli' intenzione di riprodurre quel grazioso gioiello e di chiarire
la sua provenienza.

Il professor Molin mi concesse di riprodur la maschera assieme a parecchi quadri e mi fu

cortese di tutte le notizie che erano a sua cognizione. Mi assicurò che il busto proveniva proprio

dalla eredità Garriod, ma egli ignorava dove e quando il barone l'avesse acquistato. Era già un
«

passo l'aver accertato l'identità dell'opera.

Ora, di quale scuola, di quale autore è questa testa o maschera di Chambéry?

Il chiaro dottor Bode, nel già ricordato catalogo descrive come segue quella assai consimile
del Museo di Berlino :

« Laurana (?) Francesco, scultore e medaglista, da Laurana in Dalmazia, oprava in Sicilia
dal 1488 al 1471, ed in Francia dal 1461 al 1466 e dal 1473 al 1490. Maschera con petto, di giovane
ragazza che guarda perpendicolarmente colle palpebre molto abbassate ; nulla si vede dei capelli ;
sulle spalle scendono due fascie in guisa di abito aperto. Louis Courajod riesci a rintracciare altre
cinque maschere consimili in Francia; un altro esemplare trovasi 'presso gli eredi Garriod in Firenze.
Tutte queste maschere nel concetto e nel tipo si avvicinano moltissimo ai busti di autore incognito
del Museo del Louvre e della raccolta della signora André in Parigi e palesano con questi una forte
derivazione dalla maniera artistica di Desiderio da Settignano, come appare pure nel busto di Marietta
Strozzi nello stesso Museo di Berlino». Il Bode poi soggiunge che «l'insistente apparire di
queste maschere in Francia e quella esistente presso gli eredi Garriod, francesi, sembrano provare
una provenienza francese e rendono verosimile la supposizione che siano escite da un atelier
italiano stabilito colà. Secondo una cortese comunicazione del signor Courajod, coteste maschere
devono infatti avere una forte analogia con due sante nella chiesa della Major a Marsiglia e
molto si avvicinano nei tipi e nella tecnica alle opere della bottega del Laurana, specialmente
alle teste di donna del suo bassorilievo in Saint-Didier in Avignone».

Successivamente poi negli Annali dei Musei prussiani il dottor Bode ebbe ancora ad occu-
parsi e della maschera del Museo di Berlino e di questa degli eredi Garriod (che oggi adunque
è nel Museo di Chambéry). 1

Un resoconto diligente ed esteso di questi studi, intitolati « Desiderio da Settignano und

1 Jahrbuch der Koniglich Preussischen Kunstsammlungen. IX. Band, 4. Heft, 1888; X. Band, 1. Heft, 1889.
 
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