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Archivio storico dell'arte — 4.1891

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Fasc.I
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Recensioni e cenni bibliografici
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https://doi.org/10.11588/diglit.18090#0099

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RECENSIONI E CENNI BIBLIOGRAFICI

(57

Adolpii von Okcheliiauser — Der Bilderkreis zum Wàl-
schen Gaste des Thomassin von Zerclaere nach den
vorhandenen Handschriften untersucht und beschrie-
ben. — Heidelberg, Gust. Koester, 1890.

Il chiaro Adolph von Oechelhàuser, professore di
storia dell'arte nell'Università di Heidelberg, ha pub-
blicato un interessante studio comparativo sopra le mi-
niature dei codici del Walscher Gast di Tomassino dei
Cerchiari. È un lavoro occasionale che l'egregio autore
ha pubblicato durante la preparazione d'un suo lavoro
assai più vasto e di grande importanza, cioè la descri-
zione delle miniature che si conservano nei codici della
Biblioteca universitaria di Heidelberg, la quale, come
ognuno sa, contiene preziosi monumenti dell'arte della
miniatura germanica e straniera.

Il Walscher Gast è un poemetto morale del primo
poeta bilingue che si conosca nella nostra letteratura,
fiorito nel Friuli nel primo quarto del secolo xiii, del
quale sfortunatamente non possediamo più le opere ita-
liane. L'autore dello studio, fondandosi sulla compara-
zione delle miniature dei dieci codici finora conosciuti
del poemetto, con una critica severa ed un acume pro-
fondo riesce a stabilire una specie di genealogia dei
manoscritti indicandone tutte le qualità artistiche e par-
ticolarità di rappresentazione. Mostra in tal modo 1' au-
tore di quanto utile sussidio alla critica letteraria può
essere lo studio artistico dei manoscritti, e colla grande
opera che è in corso di pubblicazione recherà grande
contributo alla storia della miniatura, che è ancora uno
dei desiderata più lontani dall'attuazione.

L. M.

Monumenti antichi pubblicati per cura della Reale Ac-
cademia dei Lincei. Yol. I, puntata la, con dieci ta-
vole e 83 incisioni nel testo. — Milano, Hoepli, 1890.

L'arte e 1' archeologia oggi si danno la mano. Uno
studio d'arte non sarà efficace e giovevole se non con-
dotto con quel corredo di cognizioni e con quel sistema
critico che è proprio degli studi archeologici. Uno stu-
dio archeologico alla sua volta non riescirà completo
se non sarà sussidiato dall'arte.

Dire poi a qual punto termini il campo dell'archeo-
logia pura e dove cominci quello della storia dell'arte,
non è possibile, tanto più che essi si giovano a vicenda.

Partendo da quest'ordine d'idee, trova la sua ragione
d'essere in questo periodico un cenno di una pubblica-
zione periodica archeologica che viene intrapresa anche
con intendimenti artistici.

Già nel Museo italiano di antichità classica del Com-
paretti le riproduzioni, condotte con molto rispetto del-
l'arte ed a grande giovamento e dello studio archeolo-
gico e dello studio dell'arte, presentavano importanti
monumenti. Ora, a quella notevole ed utile opera di ini-
ziativa privata, subentra un'opera nuova con intendi-
menti e con mezzi ancor più vasti, perchè di iniziativa

di un nucleo di studiosi e di attuazione di un ente col-
lettivo: la Reale Accademia dei Lincei.

Di questa nuova serie, che ha titolo Monumenti an-
tichi, è apparsa da mesi la prima puntata. E giacché
dell'ottimo suo risultato scientifico-archeologico altri a
suo luogo dissero con competenza, è bene salutare con
plauso in questo periodico l'ottimo risultato artistico,
risultato che onora l'Italia nostra, i preclari eruditi che
assunsero la direzione del periodico e del valente suo
editore, Ulrico Hoepli.

Una relazione di Federico Halbherr sugli scavi del
tempio di Apollo pythio in Gortyna, apre la serie degli
studi della nuova pubblicazione e porge già la prova
della importanza che sarà data alla questione dell'arte
nelle riproduzioni dei monumenti. Ed invero le illustra-
zioni di questo studio non rimangono seconde a quelle
delle opere consimili che Francia, Germania ed Inghil-
terra ci mandano da parecchi anni. Le illustrazioni sono,
come si addice a questi lavori, di due specie: tavole e
vignette intercalate nel testo; e in parte sono disegnato
(massime pei rilievi architettonici), in parte sono ripro-
dotte direttamente dal vero ed impresse coi sistemi che
sono per ora l'ultima parola dell' arte grafica fotomec-
canica. I frammenti di statue, i frammenti architettonici
e le opere decorative sono riprodotti con tutta preci-
sione non solo, ma anche con quel partito di chiaroscuro
che è tutta un'arte e che permette uno studio utile e
completo. Gli stessi pregi van pur segnalati a proposito
degli altri lavori del Comparetti e del Pigorini e fanno
vivamente desiderare entri nel novero delle pubblica-
zioni di vita duratura e rigogliosa.

Giulio Carotti.

Eugène Muntz — Le mausolée du cardinal Lagrange à

Avignon.

\

E una monografìa stampata nella rivista L'ami des
monuments et des arts. La parsimonia delle parole è in
ragione diretta della densità delle idee di fatto e della
singolare importanza che il monumento funebre del car-
dinale Lagrange, eretto in Avignone, ha nella storia della
scultura francese. Dico il monumento d'Avignone, perchè
il cardinale, oltre questo, volle erigersene un altro ad
Amiens, dov'era vescovo ; e l'idea della doppia tomba
era determinata dalla volontà, dichiarata nel testamento
del cardinale ed eseguita, che le parti ossee e le molli
del cadavere fossero separate, e le prime si custodis-
sero ad Avignone, le altre ad Amiens.

Della tomba di Amiens, distrutta nel 1751, restano
scarsi avanzi, dei quali è notevole la statua giacente del
prelato. Essa era finita nell'aprile del 1402, quando il
Lagrange, pochi giorni prima della morte, dettava il te-
stamento. Ma dal testamento stesso appare che l'altra
si stava eseguendo. Distrutta anch'essa noi moti rivo-
luzionari di un secolo fa, descritta incompiutamente dagli
 
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