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Archivio storico dell'arte — 4.1891

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Fasc.I
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Recensioni e cenni bibliografici
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https://doi.org/10.11588/diglit.18090#0101

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RECENSIONI E CENNI BIBLIOGRAFICI

Nei freschi di cui parliamo il Ghirlandaio per colmo
di abilità e rendendo più importanti le sue pitture,
come specchio fedele della vita di quel tempo, tra gli
spettatori delle scene bibliche rappresentate e tra i
medesimi attori di esse, poneva i ritratti de' principali
personaggi di Firenze, con tanto carattere e tanta vita
in ciascuno che ancora paiono vivi.

E quindi naturale che tra le figure dipinte dal Ghir-
landaio in Santa Maria Novella si vadano con interesse
riconoscendo e scegliendo le sembianze delle persone
storicamente ancor note, e si ricerchi a chi veramente
possano appartenere alcune fra quelle fìsonomie di per-
sone sconosciute, in cui sono impressi con altissimo
magistero i segni più spiccati d'un carattere individuale.

Questo fu il compito del signor Ridolfi riguardo a
due delle più avvenenti figure di gentildonne ritratte
negli affreschi di Santa Maria Novella; compito ch'egli
disimpegnò con acume di critico, giungendo a risulta-
menti che non danno più luogo a dubbiezza alcuna.

Si sa come il Ghirlandaio abbia eseguita la decora-
zione di Santa Maria Novella per incarico avutone da
Giovanni Tornabuoni, e come il pittore vi avesse ritratti
in ginocchio anche il committente e la sua donna. Era
ben naturale che pur gli altri membri della famiglia
Tornabuoni dovessero prendere in quelle pitture e fra
gli altri personaggi un posto al quale più facilmente
fosse richiamata l'attenzione dell'osservatore.

Lorenzo di Giovanni Tornabuoni vedesi ritratto nella
storia di Gioacchino cacciato dal tempio, ed è il gio-
vane di mossa ardita, primo del gruppo, il quale tiene
la destra mano sul fianco ed ha lunga zazzera color ca-
stagno ed un piccolo berretto paonazzo sul capo; e ben
si riconosce, dice il Ridolfi, per la somiglianza con la
medaglia e con altro ritratto di lui che Sandro Botti-
celli dipinse nella decorazione di una sala della villa
di Giovanni Tornabuoni in chiasso Macerelli a due mi-
glia da Firenze, allogatagli appunto da Giovanni in oc-
casione delle nozze del figliuolo Lorenzo; decorazione
che, danneggiata in parte dal tempo, fu distaccata ul-
timamente dalla parete e si trova ora nel Louvre.

Tra le figure ritratte da Sandro in questi stessi af-
freschi, il Ridolfi ravvisa pure, e credo giustamente,
Giovanna degli Albizi che Lorenzo aveva di recente,
cioè ai 15 di giugno del 1486, condotta in moglie, nella
giovane gentildonna che, stante in piedi in mezzo a un
giardino, vestita del costume del tempo, riceve in un
pannolino spiegato i fiori che le sono offerti da quattro
vaghe giovanette che s'avanzano verso di lei.

Giovanna degli Albizi era ammirata per la sua bel-
lezza e le rare virtù. Due medaglie dedicate a lei ne

hanno tramandate le leggiadre sembianze: sene crede
autore Niccolò fiorentino, e portano il busto di lei a de-
stra, con la testa scoperta; alcune ciocche di capelli in-
crespati le pendono lungo la gota, gli altri ha raccolti
elegantemente dietro la nuca.

Un altro ritratto ne fece il Ghirlandaio stesso su
tavola in più che mezza figura di grandezza naturale:
stette in Firenze nella nobil casa de' Pandolfini in via
San Gallo fino al primo quarto del secolo presente ed
era indicato come il ritratto di madonna Laura; andò
poi venduto e trovasi ora in Inghilterra. Ne fece una
incisione in rame Niccolò Palmerini, scolare del Mor-
ghen. Il Cicognara fu il primo a riscontrare in esso il
tipo di Giovanna degli Albizi, moglie di Lorenzo Tor-
nabuoni, quale ci è dato dalle medaglie. 11 Palmerini,
poiché s'avvide che il ritratto da lui inciso non poteva
esser di madonna Laura, ed essendosi accorto che esso
corrispondeva per fattezze ed atteggiamento alla bionda
gentildonna del coro di Santa Maria Novella che, ve-
stita di broccato d'oro, e seguita da due altre donne,
assiste all'incontro della Tergine con santa Elisabetta,
fondandosi sopra un'inesattezza del Yasari, affermò che
il quadro da lui inciso rappresentava Ginevra de' Benci,
la quale invece era già morta quando il Ghirlandaio
dipingeva il coro. Giovanna degli Albizi fu adunque
figurata dal grande pittore nella leggiadrissima e no-
bile figura ora descritta, la quàle fu finora creduta Gi-
nevra de' Benci.

L'altra giovane di tenerissima età, che pur tiene il
primo luogo nell' istoria rimpetto a quella ove si vede
Giovanna degli Albizi già sposa a Lorenzo Tornabuoni,
e che ugualmente a capo scoperto e vestita di broccato
d'oro, muove a visitare sant'Anna dopo il suo parto, è
Lodovica, figliuola di Giovanni Tornabuoni, che poteva
allora contare tredici o quattordici anni d'età. L'iden-
tità del ritratto con la medaglia che abbiamo di Lodo-
vica, dice il Ridolfi, non lascia dubbiezza alcuna.

In quanto al ritratto di Ginevra de' Benci, noi non
lo conosciamo. Quello dipinto, secondo il Yasari, da Leo-
nardo, non lo possediamo. Credeva il Rosini fosse il ri-
tratto che, a lui appartenuto, fu poi acquistato dal signor
Luigi Carrand, ed ora fa parte delle collezioni del Mu-
seo Nazionale di Firenze; ma esso è cosa mediocre e
non di Leonardo, ed in luogo della Benci rappresenta
appunto la Giovanna Albizi Tornabuoni.

Tutto ciò insieme ad altre cose impariamo dal bello
e diligente lavoro del signor Enrico Ridolfi, il quale,
oltre di dir cose molto importanti con fina analisi e
studio accurato, ha pure il pregio di esporle bene.

N. B.
 
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