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Archivio storico dell'arte — 4.1891

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Fasc. II
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Harck, Fritz von: Quadri di maestri italiani nelle gallerie private di Germania
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https://doi.org/10.11588/diglit.18090#0116

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FRITZ HARCK

lezione del conte Shrewsbury ad Alton Tower in Inghilterra e lo descrisse come opera di Raf-
faellino del Garbo. Devo confessare che non posso convenire in questa attribuzione ; almeno non
ho mai veduto sotto tale aspetto questo amabile maestro. Coi quadri di Berlino, nei quali egli
è così eccellentemente rappresentato, questo dipinto non ha proprio alcuna analogia; e mentre
di solito egli mostra di essere in relazione con Filippino, qui invece apparisce prima di tutto
quella con Domenico Ghirlandaio, oltre ad uno stile artistico in buona parte affatto proprio.
Mentre le forme forti e carnose del Bambino richiamano alla mente il ATerrocchio, la Madonna
coi suoi tranquilli occhi scuri e con la bocca serrata mostra il tipo del Ghirlandaio. Notevoli
sono i capelli, ondulati biondi chiari quelli della Madonna e biondi d'oro quelli degli angeli,
che ricadono dritti ai due lati della faccia. L'angelo di sinistra mi sembra imitare nell'atteggia-
mento del capo quello che tiene il panno nel dipinto del Yerrocchio rappresentante il Battesimo
di Cristo, conservato nell'Accademia di belle arti in Firenze. Ad ambedue i lati delle colonne
si vede un paesaggio con alberi, i cui chiari sono rialzati in oro. Del resto nessun punto di con-
tatto con Filippino, bensì col Ghirlandaio, e veramente con le sue ultime opere, anche nei colori
chiari e forti e dipinti in modo da imitare lo smalto. Il quadro mostra una esecuzione uniforme
e meravigliosamente accurata fin nei più minuti particolari; il tono delle carni è chiaro e splen-
dente, senza ombre troppo forti ; la modellazione alquanto piana. Per me è cosa fuori di dubbio
che abbiamo innanzi a noi un artista, la cui derivazione è a cercarsi prima di tutto nel Ghir-
landaio e non in Filippino Lippi; non saprei proporre un nome, ma forse l'unita riproduzione
servirà a trovarlo.

Finito così di parlare delle opere di scuola fiorentina, volgiamoci a quelle della vicina scuola
senese. Uno dei dipinti posteriori del Sodoma è quello rappresentante Lucrezia che si uccide,
sorretta da un giovane e da un vecchio che stanno dietro di lei, tutti in figure di grandezza
metà del naturale. Nella testa di Lucrezia si manifesta tutto il sentimento della bellezza proprio
al Sodoma; del resto il quadro non è molto piacente; le ombre nere fuliginose sono in parte
penetrate attraverso il tono giallo delle carni ed anche nel resto il quadro sembra aver sofferto.
In ottimo stato di conservazione è invece una Sacra Famiglia con santi, di Domenico Beccafumi,
del tempo in cui quest'artista s'atteneva al Sodoma, e che è uno dei più bei quadri ch'io cono-
sca di questo maestro. Il Bambino, sorretto dalla Madonna, sta in piedi su di una balaustrata ;
a destra gli sta inginocchiato accanto il piccolo san Giovanni in atto di adorazione ; dietro la
Madonna si vedono a destra santa Caterina da Siena, a sinistra san Giuseppe.

Oltre a questo non sarebbero da nominarsi che due deboli Madonne, l'una delle quali ricorda
Ambrogio Lorenzetti, l'altra si accosta moltissimo a Matteo di Giovanni.

La scuola umbra è rappresentata da tre dipinti, uno dei quali, una lunetta, è ascritto al
Perugino stesso, mentre invece non è che della sua scuola ; nel mezzo si vede, in una mandorla,
il Dio Padre in atto di benedire con la mano destra e tenendo il mondo nella sinistra; a ciascun
lato un angelo adorante. Gli altri due sono due opere autentiche, alquanto grandi, di Marco Pai-
mezzano. Nel primo, che è il maggiore, vedesi la Madonna in trono col Bambino sotto un arco
incrostato a mosaico, oltre il quale si vede nel fondo uno di quei paesaggi montuosi che sono
caratteristici di questo maestro ; a sinistra del trono sta san Pietro, a destra san Giovanni. Nella
composizione e perfino nei tipi si mostrano reminiscenze veneziane. Pur troppo il quadro fu male
restaurato e fu ridipinta anche la segnatura che presentemente è: MARCUS PALMASANUS
R. FOROLIYIENSIS PINSEBAT. Anteriore a questo è l'altro quadro alquanto più piccolo, che
in un cartellino attaccato al gradino del trono porta la segnatura, in parte ritoccata: MARCII PS
PALMEGIANUS PICTOR FOROLIYIENSIS FACIEBAT M°CCCCCXY, e rappresenta la Ma-
donna in trono col Bambino seduto nel suo grembo ; dietro il trono è steso un tappeto rosso ;
accanto al trono a destra ed a sinistra rupi ed alberi scheletriti. Tanto in questo quanto nel-
l'altro dipinto le figure sono grandi tre quarti del naturale.

Proseguendo il cammino verso il nòrd dell'Italia, dobbiamo far menzione dell'unico quadro di
scuola ferrarese che si trovi nella raccolta. È ascritto dubitativamente a Dosso Dossi, ma non
ha niente a che fare con lui ed ò invece una copia del grande affresco dipinto dal Garofalo
 
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