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Archivio storico dell'arte — 4.1891

DOI issue:
Fasc. II
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Harck, Fritz von: Quadri di maestri italiani nelle gallerie private di Germania
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https://doi.org/10.11588/diglit.18090#0120

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tamente ridipinta; ma vi si può ancora riconoscere con sicurezza l'individualità e la mano del
Barbari, il quale qui mostra di dipendere interamente dalla scuola veneziana.

Non così interessante come il quadro teste esaminato, ma tuttavia un'opera molto caratte-
ristica e buona di Andrea Previtali, è una Sacra Famiglia in mezze figure, in cui la Madonna
tiene in grembo il Bambino coperto d'una vesticciuola bianca ed ha alla sinistra san Giuseppe
volto in profilo verso destra; il fondo è formato a sinistra da alcune rovine, attraverso le quali
si vede il cielo giallo per il tramonto, a destra da un paesaggio boscoso con alti monti in lon-
tananza. Il tipo rotondo del capo della Madonna e l'esecuzione molle, liscia e diligente del quadro

10 riportano alla metà della carriera di questo maestro, freddo, ma sempre diligente e clie piace
per il suo colorito vivo e chiaro. E in ottimo stato di conservazione e proviene dalla collezione
Andreossi di Milano.

Un dipinto con mezze figure di grandezza naturale, rappresentante lo Sposalizio di santa
Caterina, è detto « della maniera di Giorgione » : a destra è seduta la Madonna tenendo in grembo

11 Bambino, che infila l'anello nel dito di santa Caterina inginocchiata innanzi a lui ; a sinistra
vedesi un guerriero barbuto, certamente san Giorgio, con armatura di ferro color grigio ed una ban-
diera in mano. In questo quadro si notano varie influenze : il tipo della Madonna è della maniera
giovanile di Tiziano, santa Caterina ricorda Bonifazio I, mentre invece san Giorgio coi suoi folti ca-
pelli simili ad una parrucca accenna al Palma. A quest'ultimo accenna anche la delicata modella-
zione delle carni dal tono aureo, e non si cadrà in errore ascrivendo il dipinto ad un artista educato
alla scuola del Palma. Al maestro stesso poi appartiene una graziosa Annunciazione con figure di
grandezza naturale, in formato più largo che alto, che si deve contare fra i più bei quadri ita-
liani della collezione : a destra, in una stanza con finestra ad arco, si vede la Madonna inginoc-
chiata innanzi ad un genufìessorio, sul quale tiene con la mano sinistra un libro aperto, mentre
alza la mano destra in atto di stupore ; dalla parte sinistra si vede avanzarsi l'angelo con la mano
destra sul petto e tenendo il giglio nella sinistra. Per la finestra si vede il Dio Padre, su di

una nuvola e la colomba che vola innanzi a lui. I tipi e le carni son quelli dell' ultimo periodo

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del Palma; l'esecuzione è larga e vivace. E notevole però un movimento drammatico delle figure,
che di solito non si riscontra in questo maestro, ed alcunché di manierato nella loro posa e
specialmente nelle mosse delle mani. Un quadro ricco di figure grandi la metà del naturale,
raffigurante V Esposizione al tempio, dall'atrio del quale si vede a destra un paesaggio montuoso,
è opera di Bonifazio II, d'esecuzione viva e larga, d'ottimo colorito.

A Tiziano sono attribuiti, ma come pura supposizione, due quadri, però a torto. Entrambi
sono notevoli per il loro soggetto : il primo rappresenta la Lotta fra la morte ed un armigero,
che, giacendo supino a terra con la gamba destra alzata, si appoggia al braccio sinistro e cerca
di parare il colpo con la spada che tiene nella destra; porta calzoni bianchi e rossi ed una tunica
a sparato di color rosso carmino. La morte, raffigurata non già da uno scheletro, ma da un uomo
straordinariamente muscoloso in parte putrefatto, tien fermo a terra l'armigero montandogli sopra
col piede destro, tiene nella mano sinistra la lancia spezzata già vibrata contro di lui e stringe
nella destra una corta spada per dargli il colpo mortale; le svolazza intorno una veste nera. Il
colorito, e specialmente il carmino della veste, mostra in fatto che il quadro è d'origine vene-
ziana, e l'esecuzione rivela una mano molto abile: tutto l'insieme è pastoso e a larghi tratti,
ma accenna piuttosto ad un tecnico alquanto rozzo che ad un grande artista. La rappresenta-
zione è però così estranea al pensiero italiano ed ha un carattere così completamente nordico,
quale vediamo nei Balli delle morti, ed in altre incisioni degli « artisti minori » tedeschi, che subito
mi venne l'idea che il quadro dovesse essere ispirato ad una incisione tedesca. Ed infatti il suo
originale è l'incisione 52 di Jacob Bink, per cui dobbiamo vedere in esso una copia posteriore
dall'incisione d'un « artista minore » tedesco eseguita da un Veneziano. Con ciò cade naturalmente
fin da bel principio la possibilità di pensare a Tiziano, il quale certamente non sarebbe mai sceso
ad una simile riproduzione. Come abbiamo detto, anche la tecnica, per quanto buona, è alquanto
rozza e le manca lo spirito elevato del grande artista; ed io credo che non si andrà errati di
molto attribuendo il dipinto ad uno degli imitatori di grandi maestri, come Pietro della Yecchia.
 
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