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Archivio storico dell'arte — 4.1891

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Fasc. II
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.18090#0171

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MISCELLANEA

Il tesoro di Sant'Agata a Catania. — Dobbiamo
col più vivo rammarico prender nota del furto avvenuto
nella chiesa di Sant'Agata a Catania di statuine ador-
nanti la cassa che racchiude le reliquie della santa.
Sul celebre orafo Giovanni di Bartolo da Siena, che ne
fu l'autore, Eugenio Muntz pubblicò nell'Archivio sto-
rico italiano di Firenze una pregevole monografia di
cui il nostro Archivio diede un resoconto. E da essa
sapemmo che del celebre orafo senese più non rima-
neva che la statua di sant'Agata e la cassa delle re-
liquie a Catania, eseguite per ordine del vescovo Mar-
ziale, che si trovava nel 1370 presso il papa Gregorio XI
* ad Avignone. Sorpreso il vescovo Marziale da morte,
il suo successore Elia s'incaricò nel 1377 di trasportare
le opere dell'orafo a Catania, e appose sulla base del
reliquiario l'iscrizione che si chiude coi seguenti versi:

ARTIFICIS MANVS HANC FABRICAVIT ARTE JOANNES
BARTHOLVS ET GENITOR, CELEBRIS CVI PATRIA SENAM
MILLE TER ET CENTVM POST PARTVM VIRGIOTS ALM^E
ET DECIES SEPTEM SEXTOQVE FLVENTIBVS ANNIS.

Ciò che il tempo aveva rispettato è stato guasto dagli
uomini.

La fotografia, da cui abbiamo tratta la riproduzione
che presentiamo ai lettori dell'Archivio, ci serba for-
tunatamente con fedeltà il rieordo della forma del pre-
zioso cimelio. 0. M.

Quadro di Tiziano acquistato dalla R. Pinaco-
teca di Torino. — Siamo lieti di annunziare che il
San Girolamo dipinto da Tiziano, scoperto a Padova
dal signor Cavalcaseli e da lui illustrato in questo pe-
riodico, che ne diede anche una riproduzione nel primo
fascicolo della corrente annata, è passato ad arricchire
la collezione di quadri della R. Galleria di Torino. In
tal modo il Governo ha provveduto ad una lacuna esi-
stente in quella Pinacoteca, la quale, possedendo esem-
plari di quasi tutte le scuole, mancava d' un quadro au-
tentico di Tiziano, non essendo di questo maestro quelli
che là vi sono attribuiti. E. A.

Palazzo Guastaverza a Verona. — Sappiamo che,
avendo il signor Malfatti intentato causa contro il Mi-
nistero della pubblica istruzione, per il divieto oppo-
stogli di far qualsiasi modificazione al palazzo Gua-
staverza, architettato dal Sanmicheli, di cui altra volta
ci siamo occupati in questo periodico, il tribunale di
Verona ha accolto le ragioni del Ministero, strenua-
mente sostenute dalla R. Avvocatura erariale di Vene-
zia per mezzo dei valentissimi avvocati onorevole Au-
gusto Righi, senatore del Regno, ed Ettore Scipione
Righi.

Noi, che abbiamo potuto leggere la loro Difesa,
siamo lieti di tributarne in questo periodico le dovute
lodi, sperando, come abbiamo ragione di credere, che
quello scritto ed il felice esito della causa incoraggino
il Governo a provvedere con maggiore efficacia, per
mezzo d' un nuovo articolo di legge, alla conservazione
de' monumenti di proprietà privata.

N. B.

Infissi marmorei decoranti i prospetti delle case
a Venezia. — Da molti ed in parecchi giornali si de-
plora che dai prospetti delle case di Venezia siano le-
vate tutte le decorazioni consistenti in patere di pre-
ziosi marmi antichi, in targhe, in fregi, in colonnine con
capitelli, ecc., e siano vendute e trasportate all'estero.
È pur troppo da gran tempo che questo fatto continua,
e va togliendosi perciò l'aspetto monumentale di molte
fra le più belle e colorite case di Venezia con grave
danno della fisonomia originale e sommamente artistica
della splendida città. Nò v' è una legge speciale che \
venga direttamente a colpire questi vandalismi; anzi
pare che sino ad ora ben pochi abbiano pensato che
Venezia è in tutto il suo insieme monumentale, dovun-
que caratteristica per la varietà delle linee pittoresche
e delle tinte vibrate che il tempo ha dato alle sue case,
piena di ricordi storici e di opere d'arte ; e che perciò
è necessario ch'essa non sia svisata ne con inconsulte
novità, nò con barbare manomissioni e distruzioni fatte
allo scopo di lucro.

Abbiamo già parecchie volte osservato come tutto
 
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