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Archivio storico dell'arte — 4.1891

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Fasc. II
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Necrologia
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https://doi.org/10.11588/diglit.18090#0183

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NECROLOGIA

151

avrebbe altrimenti in vari casi modificati, l'abbondanza di preziosi insegnamenti contenuti nei
due ultimi volumi è tale da assicurargli il vanto di aver fatto progredire di un gran passo la
scienza dell'arte.

Di speciale importanza è nel primo volume l'introduzione, ossia il capitolo preliminare, nel
quale egli spiega, mediante forma di vivace dialogo, con maggiore estensione i suoi concetti
circa il modo col quale conviene procedere per formarsi retti e sensati criteri nello studio di
che si tratta.

L'ingegno pratico vi si rivela sensibilmente ed attesta la natura italiana dello scrittore, per
quanto egli sappia trarre profitto dalle risorse inerenti alle ricchezze della lingua tedesca, sia
che si proponga di fare la dovuta distinzione fra i significati da darsi ai termini di conoscitore
dell'arte, di erudito o di storico dell'arte, sia che si addentri negli esempi enei confronti che
adduce a sostegno de' suoi principi e del suo modo di vedere.

Entrando in materia più propriamente, pone molti quesiti e giunge a risultati nuovi intorno
a Raffaello e a' suoi scolari, delineando con copiosi esempi massime le figure di Giulio Romano
e di Perin del Yaga. A tal uopo si rivolge precipuamente allo studio dei disegni, indicando i
tratti caratteristici che ciascuno vi palesa.

Molte altre questioni poi del più alto interesse vengono da lui evocate e discusse tanto nel
primo quanto nel secondo volume della seconda edizione.

Fra le altre vanno notate quelle concernenti i concetti intorno all' arte di Leonardo, del suo
precursore il Yerrocchio e de' suoi scolari ed imitatori. Egli vi stabilisce nuovi criteri, tanto
rispetto al modo di disegnare e di modellare del Yerrocchio, quanto ad una distinzione più
rigorosa che vuoisi fare fra le opere da ritenersi creazioni dirette del genio del Yinci e quelle
di chi seppe, dal più al meno, accostarsi a lui, sia nel maneggio della matita e della penna, sia
in quello del pennello.

Nò gli vorranno essere altrimenti contese infinite altre conquiste nel campo della critica,
là dove egli rintraccia nelle opere loro tanti altri artisti, la cui fisionomia o era quasi andata in
dimenticanza nel corso dei secoli, o era stata svisata in grazia di gratuite e false tradizioni.
Tali sarebbero nel primo caso un Bachiacca, un Bartolomeo Yeneto, un Nicolò Rondinelli, un
Iacopo de' Barbari, un Ambrogio de' Predis ; nel secondo è vieppiù larga schiera, nella quale
figurano, oltre i nomi celebrati rammentati di sopra, ben parecchi di altri grandi artisti non ret-
tamente giudicati per l'addietro, quali il Botticelli, Antonello da Messina, i Bellini, Giorgione,
il Lotto, il Pordenone, il Bonifazio, il Cariani, il Campagnola, il Sodoma, i Piazza di Lodi,
Cesare da Sesto e via dicendo.

Colle sue pubblicazioni insomma il Morelli ha gettato un seme che non andrà perduto, ma
che germoglerà anzi vigorosamente, contribuendo a mantenere vivo negli studiosi l'amore a
siffatto genere di studi, col nobile intento, già da lui sempre coltivato, di progredire sul cam-
mino conducente alla ricerca del vero. E duopo riconoscere bensì che il suo ardore nell'aspira-
zione a tale mèta lo spinse frequenti volte in polemiche personali, sino a perdere talora quella
serenità di giudizio che dovrebbe presiedere ad ogni discussione scientifica, e che a tal uopo egli
sapeva servirsi contro i suoi avversari delle armi più pungenti dell'ironia e del sarcasmo. Pure
dinanzi alla maestà della tomba crediamo che s'inchineranno senza fatica anche coloro che se
ne sentirono più acutamente feriti, considerando che gl'incidenti personali e le animosità reci-
proche sono cose piccole e passeggiere di fronte alle conquiste della scienza, e riconoscendo pur
anco che le critiche contro di essi dirette alla perfine avranno sempre avuto l'utilità di giovare
all'opera del loro proprio perfezionamento.

Della intelligenza del senatore Morelli, ove altre testimonianze mancassero, fa fede altresì
la cospicua raccolta di disegni, di pitture e sin anco di alcune sculture di che egli seppe cir-
condarsi in vita e che volle assicurate in morte al suo paese.

A più di cento numeri sommano i suoi quadri, nella massima parte opere scelte tanto della
scuola italiana quanto della olandese. Essi andranno prossimamente riuniti alle altre considere-
voli raccolte appartenenti alla Pinacoteca pubblica di Bergamo situata nell' Accademia Carrara.
 
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