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Archivio storico dell'arte — 4.1891

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Fasc. III
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Gatti, Angelo: Maestro Antonio de Vincenzo: Architetto Bolognese
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https://doi.org/10.11588/diglit.18090#0204

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MAESTRO ANTONIO 1)1 VINCENZO

ARCHITETTO BOLOGNESE '

E rivendicazioni del passato compiute dagli studi moderni,
sebbene di già numerose e di continuo accresciute, sono
una minima parte di tutto l'ignoto che ancora ci sta da-
vanti, la cui oscurità non potrà forse mai essere diradata
per intero, malgrado l'assiduità delle ricerche, ostando la
distruzione di tante fonti delle notizie.

Perciò molti punti della storia restano sconosciuti,
inceppando l'indagine anche a carico degli avvenimenti
in parte noti. Così la storia dell'arte bolognese ha deplo-
revoli lacune, e mentre una sufficiente continuità cronolo-
gica ci permette la contezza dell'evoluzione compiuta dalla
pittura a traverso i secoli, l'architettura invece ò presso
che priva di dati, onde valutare il pregio degli architetti antichi, e conseguentemente anche
l'altezza cui quest'arte si elevò in Bologna per opera de' suoi artefici. Poiché, se è vanto ad una
città possedere splendidi edifìzi, questo diviene assai maggiore quando quelli sorsero per opera
d'intelletti locali. E Bologna, in cui ebbe diffusione ampia e mirabile l'arte della pittura, se alla
scoltura vide applicarsi pochi dei figli suoi, e con fortuna non considerevole, ebbe invece di che
lodarsi per le opere architettoniche concepite da menti bolognesi. Tuttavia scarsa ancora è la
messe di notizie intorno a questi artefici. Astraendo dal Serlio, da Fioravante e dal suo figlio
Bartolommeo, detto Mastro Aristotile, noi, risalendo i tempi a ritroso, non conosciamo se non
il nome d'un solo valoroso architetto bolognese: Maestro Antonio di Vincenzo.

Eppure anche di quest'uomo grande le notizie sono scarse, insufficienti. Bensì di lui si hanno
due splendide opere, tuttavia sussistenti : la basilica di San Petronio ed il campanile di San Fran-
cesco, ed una terza, mutilata e guasta, cioè la sagrestia di San Francesco, le quali bastano a
giudicare l'artista. Quindi la scarsità ò per intero d'indole biografica, dacché le contezze intorno
a M. Antonio non risalgono oltre il quarantesimosettimo anno di sua età, cioè circa quando in-
traprese gli studi per la colossale basilica Petroniana.

Pertanto egli appare nella storia dell'arte inopinatamente come una visione, come un feno-
meno dall'apparenza inverosimile e pure provato certo, e ciò genera un vivo rammarico, dacché
a tanta altezza d'arte e di scienza non si perviene senza avere tracciato prima una via luminosa.

Quali furono le opere di M. Antonio nel primo trentennio della sua virilità? Dove e come
formò il materiale del suo sapere? Queste domande sorgono spontanee, e, purtroppo, restano senza

1 V. appresso i Documenti sotto la relativa rubrica.
 
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