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Archivio storico dell'arte — 4.1891

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Fasc. III
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Gatti, Angelo: Maestro Antonio de Vincenzo: Architetto Bolognese
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https://doi.org/10.11588/diglit.18090#0208

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ANGELO GATTI

E ancora quest'italianità, questa romanicità stilistica combinata con lo forme ogivali non
panni elio possa vantare legami con gli esemplari veramente lombardi, e tanto meno verso gli
esemplari lombardeschi con sfìorature saracene propri della Toscana. Artisticamente sono dunque
due monumenti i quali compiotano la sequela delle costruzioni romaniche, ogivali e romanico-
ogivali, che per certe particolarità prevalenti costituiscono l'architettura emiliana, sì poco nota
e tanto meno illustrata ed apprezzata.

Ma nel campanile di San Francesco, che pure è una finissima costruzione, più che il sapere
costruttivo, devesi studiare l'eleganza ornamentale, mentre la basilica Petroniana possiede questa
dote in grado superlativo, ed inoltre è uno de' più ardimentosi concepimenti edificatori, cosi elio
da sola è sufficiente a valutare la potenza intellettuale di M. Antonio.

11 tipo costruttivo del San Petronio deve essere studiato principalmente nella pianta, poiché
da questa derivarono tutte le leggi per le elevazioni, per le resistenze e per le particolarità
ornamentali.

La pianta del San Petronio, pure essendo guidata nella tesi di massima dal concetto della
croce latina, si discosta tanto dalla basilica romana de' primi tempi, quanto dalla cattedrale ogi-
vale. A segnare il distacco dalla basilica romana bastano le volte, ispirate dal sesto acuto. La
separazione dal tipo ogivale oltramontano è costituita, oltre che dalla espansione del braccio
trasverso della croce, dal tipo d'intersezione dei due bracci. Il quale ha bensì la sua origine nelle
basiliche dei primi tempi cristiani e risente tutte le successive modificazioni prodotte dai periodi
romanico ed ogivale, ma nella risoluzione definitiva si palesa discendente da un perfezionamento
del tipo chiesastico italiano.

11 tipo della cattedrale ogivale presenta spesso i collaterali esterni occupati da cappelle, nò
quindi fu una novità quella introdotta da M. Antonio nella basilica Petroniana; però nessun
esemplare oltramontano mostra che da altri costruttori ed in altri tempi si fosse pensato di
girare i cinque campi del corpo della chiesa nel braccio trasverso. Bensì equivalente suddivi-
sione planimetrica si riscontra ne' bracci delle chiese a tre navi, ma quando le navi salgono al
numero di cinque, con le esterne o aperte a corsia o divise in cappelle, nel braccio trasverso
sono conservate soltanto le tre navi di mezzo. Inoltre, in tutti gli esemplari oltramontani l'espan-
sione di questo braccio è modesta, talvolta appena rudimentale, ed in alcuni casi è accennato
da un cambiameìito di direzione dei valichi (o campate), i quali, mentre nel corpo della chiesa
hanno i lati minori paralleli all'asse dell'edifìcio, nel transept allineano con l'asse suddetto i lati
maggiori, senza che si manifesti veruna sporgenza planimetrica oltre il perimetro generale del
corpo della chiesa.

Al contrario, San Petronio fu concepito con un braccio trasverso (transept) sviluppassimo,
e ciò che sarebbe un difetto se applicato in una chiesa di tipo oltramontano, in questo caso
si trasforma in fortunatissima innovazione, che conduce alla perfezione ultima la difficile solu-
zione d'innestare nell' intersezione de' bracci una cupola avente il diametro superiore alla mas-
sima espansione dei valichi di mezzo.

Tutte le chiese ogivali di qualsivoglia regione hanno sempre uno sfogo speciale nella volta
coprente l'intersezione dei bracci, la quale in alto assume cambiamenti diversi di forma, cioè
nella vera impostatura di dove si slancia, e nel piano mai eccede l'allineamento dei grandi pili
della nave centrale. È in somma una crociera a pianta quadrata interposta alla sequela delle
crociere rettangolari, e se per tal via è consentito un certo sfogo verticale della volta, questo
però non può essere mai molto considerevole, essendo brevissimo il raggio della curva che l'in-
forma. Invece la volta sovrapposta all'intersezione nella crociera della chiesa di San Petronio,
secondo il concetto di M. Antonio, doveva assumere lo sviluppo planimetrico capace di lasciare
nel piano una grande superfìcie ottagonale, collegante i diversi valichi de' bracci e dell'abside,
mentre le cappelle erano disposte torno torno alla chiesa senza soluzione di continuità, salvo
nelle facciate a capo di ciascun braccio.

Questo risultato mirabile di chiarezza superba che dà all'insieme omogeneità e leggerezza
completamente armonizzate, discende in linea retta da anteriori tentativi italiani rivolti a risol-
 
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