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Archivio storico dell'arte — 4.1891

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Fasc. III
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Baldoria, Natale: Andrea Briosco ed Alessandro Leopardi Architetti
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https://doi.org/10.11588/diglit.18090#0212

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ANDREA BRIOSCO ED ALESSANDRO LEOPARDI

ARCHITETTI

LA CHIESA DI SANTA GIUSTINA A PADOVA.

Gonzati ha dimostrato colla scorta de' documenti da lui
trovati nell'Archivio dell'Arca di Sant'Antonio a Padova,
che lo scultore Andrea Briosco, detto il Riccio, fece
nel 1500 il modello della nuova Cappella dell'Arca del
Santo, di cui diresse l'opera un altro scultore, Giovanni
di Minello de' Bardi (cfr. Gonzati, La Basilica di Sant'An-
tonio di Padova, voi. I, p. 156 e segg.).

Sedici anni appresso lo stesso Riccio era incaricato dai
monaci di Santa Giustina di eseguire un modello per la
nuova chiesa ch'avevano in animo di costruire, nel quale
dovea conservare la pianta segnata dai fondamenti che
erano già stati per ben due volte gettati.

Il monaco Giacomo Cavacio, morto nel principio del
secolo xvn, nei suoi Historiarhim Coenobii D. Justinae jpatavinae Libri Sex (secunda impressio ;
Patavii, M'DC'XCYI), narra con molta diligenza, dietro la scorta di documenti, la storia di
questo tempio che ò la più grande e severa mole costruita nel secolo xvi nell'Italia setten-
trionale.

Riguardo al monumento preesistente ed alla sua origine che non doveva essere posteriore al
secolo vi, trovansi bastanti notizie anche nella Guida di Padova, di Pietro Selvatico (Padova,
p. 168 e segg.). Mi piace tuttavia di riportare quel brano che l'autore della Vita di san Daniele
scriveva nel principio del secolo xi, intorno alla Basilica di Santa Giustina : « Quam nostro tem-
pore vehemens quassatio terraemotus funditus diruit, et aliam nos in loco eius non bene con-
similem substituere coegit. Illa namque marmoreis suffulta columnis, et ex magna parte mar-
moreis tabulis ornata, et deaurata exstitit. Nec mirum, cum vir clarissimus, et illustris Praefectus
Praetorio Patritius Opilio nomine immensis divitiis construens elimavit; liane vero nos in magna
paupertate constituti, utpote noviter ab imperatore obsessi, auro, et argento expoliati, vix qua
cernitur specie ereximus ». Lo stesso scrittore parla quindi così dell'Oratorio di San Prosdocimo :
« Est praeter liane Basilicam in pulcherrimo secessu, qui vergit ad meridiem, Oratorium, sive
templum mirae pulchritudinis constructum in honorem Dei, et Beatae Mariae semper A irginis,
et plurimorum Apostolorum, in quo Sancti Prosdocimi corpus tumulatum iacet, cuius parietes
humotenus in circuitu vario sunt marmore crustati ; pars vero superior, quae testitudineo Clau-
di tur arcu, longe lateque deaurata relucet opere muselaeo depicta » (cfr. Cavacio, pp. 18 e 19,
e quindi p. 60, ove ò nuovamente ricordata la distruzione apportata dal terremoto). Della pri-
mitiva Basilica e del suo oratorio restano ben poche traccie ; come poche ne rimangono della
chiesa costruita nel secolo xi e delle aggiunte e degli abbellimenti posteriori fino al secolo xvi.
 
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