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Archivio storico dell'arte — 4.1891

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Fasc. III
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Necrologia
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https://doi.org/10.11588/diglit.18090#0252

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NECROLOGIA

ADAMO ROSSI.

acqui la sera del 5 marzo 1821 da Giosafat Rossi, mugnaio
e valcheraio, e da Isabella Mencarelli — così leggiamo in
un foglietto volante trovato fra le carte del compianto pro-
fessore Adamo Rossi; — la mia casa natale insieme col mo-
lino è conosciuta sotto il nome di Rivolta (nello Statuto pe-
rugino del 1342 è detta Rivoltola) entro i confini della parrocchia
di Petignano, nel Comune di Perugia. E quello uno degli sto-
rici molini, che vennero più volte distrutti dai nemici di Pe-
rugia, cominciando da Totila, per privare di farine la città.

« Passai gli anni dell'infanzia presso i miei buoni geni-
tori, che svisceratamente mi amavano ; ma l'educazione era
quale poteva essere. Tra me ed il figlio di un lavoratore non
v'era altra differenza che quella di abitare una casuccia un po'meglio arredata, di assidermi ad
ima tavola un po' meglio fornita e vestire nei giorni di festa un abito un po' meno sgualcito.

« Perchè imparassi a leggere fui mandato a scuola da un vicino contadino letterato, e poi
da un maestro di villaggio, che nomavasi Filippo Monni, lanaiolo di professione. Credo che per
nessun merito mi distinguessi tra la numerosa scolaresca che frequentava la sua officina, ch'egli,
esercitando il suo mestiere e quello di maestro, convertiva in ginnasio, avendo per cattedra il
banco dei cardi; ed i fanciulli presso una sedia leggevano il Giosafat e la Storia sacra; per
esercizio mnemonico imparavano il catechismo. Passai in seguito al parroco, che miserili al latino
di botto e lì mi facevo molto onore.

« Nel 31 ottobre del 1830 fui posto nel Seminario vescovile di Perugia, perchè il parroco
prometteva bene di me; e questa era la miglior sorte a cui i nostri buoni genitori ci serbassero.
La dentro, indossando gli abiti clericali, assistendo ai diversi uffizi, ricevendo un' istruzione ana-
loga a tutto questo, era naturale che si finisse per farsi prete ».

Fu difatti ordinato sacerdote e discepolo dell'abate prof. Raffaele Marchesi, dotto latinista
de' suoi tempi e uno degli ultimi puristi, gli successe nella cattedra di rettorica del Seminario
perugino.

Nel 1848, come cappellano dei volontari, si trovò ai combattimenti di Cornuda e di \ icenza.
l'ornato in Perugia, fu veduto di mal occhio dalle autorità e gli fu tolta la facoltà ali1 insegna-
mento, da cui traeva modo a vivere.

Nel 1860, caduto il governo pontificio, il regio commissario Gioacchino Pepoli gli affidò le
cattedre d'italiano e di latino nel pareggiato liceo di Perugia, ufficio che tenne con molto onore
per più di venticinque anni.
 
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